L’operazione finanziata dal gruppo del Fondo monetario internazionale, Erbd e Bankengruppe KfW?
Guerra e landgrabbing in Ucraina, Die Linke: «Terre svendute per piantarci OGM proibiti nell’Ue»
Più della metà della terra fertile dell’Ucraina già venduta a stranieri. Coinvolta Monsanto
[10 Febbraio 2015]
Mentre il mondo aspetta con il fiato sospeso l’esito del meeting tra Russia, Ucraina, Germania e Francia in Bielorussia, fa discutere l’interpellanza parlamentare presentata ormai da tempo al Bundestag tedesco dai parlamentari di Die Linke che accusano la Banca Mondiale e il FMI, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Ebrd) e Bankengruppe KfW di approfittare del conflitto in Ucraina per finanziare l’accaparramento di terre da parte della Monsanto e piantare gli Ogm che non è possibile coltivare nell’Unione europea.
In una recente intervista all’agenzia stampa Rossiya Segodnya, Birgit Bock-Luna, capo ufficio stampa del deputato tedesco Niema Movassat, ha confermato che secondo Die Linke «il conflitto ucraino viene utilizzato per vendere delle terre a profitto dei grandi consorzi. I deputati che hanno firmato l’interpellanza di Niema Movassat, attualmente stanno raccogliendo e analizzando informazioni su questo dossier per renderle pubbliche». La Bock-Luna ha spiegato che Movassat nella sua interpellanza al governo federale tedesco «suppone che la terra in Ucraina possa servire a coltivare degli OGM, colture vietate all’interno dell’Unione europea».
Grandi multinazionali come Monsanto starebbero quindi utilizzando il conflitto ucraino – ma la cosa è già accaduta in altri Paesi colpiti da disordini e crisi economiche – per fare landgrabbing, il tutto con i finanziamenti di istituti bancari che dovrebbero lavorare per lo sviluppo dei Paesi in crisi. Accuse pesanti, quelle della tedesca Linke, che dovranno essere verificate con attenzione.
Birgit Bock-Luna ha detto che le informazioni finora raccolte da Die Linke suggeriscono che «le precedenti autorità dell’Ucraina (quindi il governo filo-russo spodestato dalla rivoluzione di Piazza Maidan, ndr) hanno resistito a una delle grandi liberalizzazioni delle leggi sull’utilizzo delle terre, ma alla fine questi cambiamenti sono stati fatti dopo il cambiamento di regime dalla Banca Mondiale e dall’Ebrd» .
Movassat e altri deputati della Sinistra tedesca chiedono al governo CDU/CSU-SPD di Angela Merkel di spiegare quale sia la sua politica in Ucraina, e se sia a conoscenza dei sospetti che dei terreni agricoli in Ucraina vengano utilizzati per seminare OGM vietati nell’Unione europea, anche alla luce del fatto che – sostengono dalla Linke – le «multinazionali e imprese agricole straniere controllano già più della metà delle terre fertili dell’Ucraina: 17 milioni di ettari su 32 milioni totali».
Inoltre i deputati di Die Linke sono convinti che l’accordo sull’associazione dell’Ucraina con l’Ue – la scintilla che ha dato fuoco alle polveri della rivoluzione di Maidan, che i russi definiscono colpo di Stato – avrà un grande impatto su quello che era considerato il granaio dell’Urss. Infatti, l’articolo 404 del documento lascerebbe via libera alla liberalizzazione della pratica attuale di certificazione di prodotti e tecnologie nell’agricoltura e di sementi geneticamente modificate. Non a caso l’Ucraina è in cima alla lista dei Paesi e dei mercati più promettenti per multinazionali come Monsanto e Dupont.
Nel documento che accompagna l’interpellanza parlamentare di Die Linke si legge: «C’è da temere che Monsanto eserciti una pressione sulle autorità ucraine per realizzare le sue esigenze di sviluppo della biotecnologia e degli organismi geneticamente modificati (OGM). L’anno scorso, Monsanto ha speso 140 milioni di dollari per aumentare la capacità di produzione futura in Ucraina».
L’interpellanza menziona una linea di credito da 17,000 milioni di dollari concessa all’Ucraina nel 2014 da parte delle istituzioni finanziare internazionali guidate dal Fondo monetario internazionale, e dice che il finanziamento è stato utilizzato dal governo di Kiev per ripartire le coltivazioni. Per esempio, l’impresa tedesca Alfred C. Toepfer avrebbe ricevuto una sovvenzione di 60 milioni di dollari, grazie alla quale potrebbe raddoppiare la superficie delle terre arabili di cui dispone in Ucraina: da 50.000 a 100.000 ettari.
Se le accuse di Die Linke si rivelassero vere, saremmo al paradosso di un governo allo stremo, praticamente già oltre la bancarotta, che riceve finanziamenti che poi dà alle imprese straniere per fare landgrabbing in casa propria. Cose da far impallidire gli oligarchi vecchi e nuovi – filorussi o filo-occidentali – che hanno portato l’Ucraina al disastro economico ed alla guerra. Se a questo si aggiunge che gran parte della terra comprata a condizioni che rasentano il regalo dalle imprese straniere non viene coltivata, visto che si spera di rivenderla ad altre multinazionali o Paesi come gli Emirati arabi uniti in tempi migliori, il disastro di questo nuovo landgrabbing in salsa ucraina apparirebbe anche più assurdo.