Il rumore in Europa e in Italia: un grave problema ambientale e per la salute
L’Agenzia europea dell’ambiente stima che l’esposizione a lungo termine al rumore ambientale causi 12.000 decessi prematuri e contribuisca a 48.000 nuovi casi di cardiopatia ischemica all’anno
[21 Giugno 2022]
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha classificato il rumore del traffico, compreso il traffico stradale, ferroviario e aereo, come la seconda causa più importante di cattiva salute in Europa occidentale, dietro solo l’inquinamento atmosferico causato da particolato fine.
L’esposizione prolungata al rumore ambientale può portare a effetti negativi cardiovascolari e metabolici, a prestazioni cognitive ridotte nei bambini e a gravi disturbi del sonno. EEA stima che l’esposizione a lungo termine al rumore ambientale causi 12.000 decessi prematuri e contribuisca a 48.000 nuovi casi di cardiopatia ischemica all’anno nel territorio europeo. Si stima che 22 milioni di persone soffrano di forti disturbi cronici e 6,5 milioni di persone soffrano di forti disturbi cronici del sonno. A causa del rumore degli aerei, si stima che 12500 studenti soffrano di difficoltà di apprendimento a scuola.
Le emissioni di rumore alla fonte sono regolamentate nell’UE da molti anni. L’introduzione della direttiva sul rumore ambientale (END) nel 2002 ha cercato di monitorare l’efficacia dei controlli UE sulle emissioni imponendo la valutazione del rumore ambientale a livello degli Stati membri. La direttiva ha introdotto due indicatori chiave (Lden che indica un livello medio di 55 dB durante il giorno, la sera e la notte; eLnight che indica un livello medio durante la notte di 50 dB) per il fastidio e il disturbo del sonno che, se superati, richiedono l’elaborazione di piani d’azione volti a ridurre l’esposizione e a proteggere le zone non ancora inquinate dal rumore.
La direttiva impone agli Stati membri di preparare e pubblicare, ogni cinque anni, mappe acustiche e piani d’azione per la gestione del rumore per: agglomerati con più di 100.000 abitanti (oltre 400), strade principali (più di 3 milioni di veicoli all’anno), ferrovie principali (più di 30.000 treni all’anno), principali aeroporti (più di 50.000 movimenti all’anno, inclusi piccoli aeromobili ed elicotteri).
L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) pubblica i dati sul l’esposizione al rumore e i relativi piani d’azione comunicati conformemente alla Direttiva END. Sono state inoltre pubblicate schede informative specifiche per paese che illustrano i dati END e stimano i probabili impatti sulla salute dovuti al rumore.
In particolare è disponibile un visualizzatore interattivo messo a punto dall’EEA che permette di consultare i dati disponibili per i diversi agglomerati urbani europei per l’esposizione al rumore stradale, ferroviario, aeroportuale e industriale.
Nell’articolo che ho pubblicato nel mio blog Ambientenonsolopropongo i dati relativi alla percentuale di popolazione esposta al rumore stradale nelle aree urbane con più di 100.000 abitanti dei paesi UE a 27 superiore alla soglia di 55 decibel per l’indicatore Lden (livello medio annuo durante il giorno, la sera e la notte) valore indicato dalla Direttiva UE come esposizione eccessiva.
In Italia, Ispra, pubblica da tempo quegli stessi dati aggiornati al 2017 che possiamo vedere nelle tabelle interattive che propongo nel mio blog Ambientenonsolo.
Da questi dati emerge che le soglie di “disturbo” previste dalla Direttiva END interessano in Italia – per quanto riguarda il Lden (e quindi una media relativa alle 24 ore) – più di 14 milioni di persone per quanto riguarda il rumore prodotto dal traffico stradale, circa 2 milioni per quello ferroviario e circa 150mila persone per quello aeroportuale. Una parte molto consistente, oltre 10 milioni di persone, subiscono questi disturbi anche durante la notte (indicatore Lnight), con presumibili conseguenti disturbi del sonno.
Ispra, quindi, mette a disposizione i dati di dettaglio per le singole aree urbane relativamente alle varie tipologie di rumore, anche per gli anni precedenti al 2017, nel caso in cui in quell’anno le mappature acustiche non siano state effettuate.
Oltre 9 milioni di persone (sulla circa 15 interessate dalla mappatura), quindi più del 60%, subiscono – a causa del traffico stradale – un inquinamento acustico considerato eccessivo dalla normativa europea, e per più di tre milioni il valore di questo rumore è superiore a 65 decibel un livello decisamente molto fastidioso. Circa 4 milioni di queste persone abitano nelle aree urbane di Roma, Torino e Milano-Monza. La situazione non migliora molto neppure la notte, quando le persone sottoposte ad un livello disturbante di rumore stradale sono complessivamente comunque più di 7 milioni.
Per quanto riguarda il rumore ferroviario le persone complessivamente interessate sono poco più di 600mila sia nell’arco dell’intera giornata che di notte, e la maggior parte di questi sono sempre nelle stesse aree urbane: Milano-Monza, Roma e Torino.
Per quanto riguarda invece il rumore aeroportuale, riferito ad impianti che abbiano un numero di movimenti/anno superiore ai 50mila, delle oltre 400mila persone disturbate, quasi tre quarti sono relative all’aeroporto di Napoli Capodichino.
di Marco Talluri, https://ambientenonsolo.com