I risultati del rapporto si concentrano sui paesi in via di sviluppo
L’avvelenamento da piombo colpisce i bambini più poveri (e costa mille miliardi l’anno)
Tra i danni provocati ci sono riduzioni del Quoziente di intelligenza e malattie
[27 Giugno 2013]
Il rapporto Economic Costs of Childhood Lead Exposure in Low-and Middle-Income Countries, pubblicato su Environmental Health Perspectives, è il primo a calcolare il costo economico dell’esposizione dei bambini al piombo in Africa, Asia, America Latina e in altre regioni in via di sviluppo. La cifra che ne viene fuori è enorme: i Paesi in via di sviluppo perdono ogni anno 992 miliardi dollari a causa delle riduzioni del quoziente di intelligenza (Qi) e in potenzialità di guadagno.
I ricercatori Teresa M. Attina e Leonardo Trasande, dell’università di New York, hanno scoperto che nonostante il fortissimo calo dell’esposizione negli Stati Uniti e in Europa, il piombo sta ancora danneggiando le capacità celebrali e la salute fisica nelle regioni più povere del mondo, e che le conseguenze di questo metallo tossico costano ogni anno l’1,2% del prodotto interno lordo mondiale.
Trasande, professore alla New York University School of Medicine, spiega su Environmental Healt News che «L’esposizione al piombo nell’infanzia rappresenta una grande occasione perduta. La prevenzione può realmente accelerare lo sviluppo economico, che è assolutamente necessario in questi Paesi».
Già bassi livelli di piombo colpiscono il quoziente intellettivo dei bambini, la loro capacità di prestare attenzione e quindi limitano il loro successo scolastico, inoltre sono stati collegati a comportamenti violenti e antisociali.
I ricercatori hanno scoperto che ad essere più danneggiate sono le economie africane, con perdite economiche stimate in 137.7 miliardi di dollari all’anno, cioè il 4% del Pil dell’intera Africa, una cifra che rappresenta la produzione economica e la salute finanziaria di un intero Paese. In America Latina le esposizioni al piombo causano perdite economiche annue per circa 142,3 miliardi dollari, il 2% del Pil del subcontinente, in Asia 699,9 miliardi dollari, l’1,88% del Pil. Per fare un confronto con i Paesi più ricchi e industrializzati: le perdite economiche derivanti dall’esposizione al piombo sono state stimate in 50,9 miliardi dollari negli Usa e in 55 miliardi dollari nell’Ue.
Trasande e Attina hanno analizzato i dati ematici del piombo nei bambini sotto i 5 anni nei Paesi in via di sviluppo ad hanno utilizzato ricerche precedenti per determinare quanto i livelli di piombo riscontrati ridurranno il Qi nella popolazione e, quindi, quante perdite economiche produrrà.
In molti Paesi le informazioni sulla salute dei bambini sono inaffidabili, quindi i ricercatori hanno dovuto stimare l’esposizione, «Il che è un limite dello studio», fa notare Bruce Lanphear della Simon Fraser University, un’autorità mondiale nel campo dell’esposizione dell’infanzia al piombo, che non ha partecipato nel nuovo studio, ma aggiunge che «L’importo in dollari è probabile prudenziale. Non hanno guardato a cose come i comportamenti criminali e i problemi cardiovascolari. Si sono concentrati principalmente sulla capacità intellettuale dei bambini. Lo studio probabilmente sottovaluta in modo sostanziale l’effetto del piombo sul Qi e il Pil».
Negli Usa e in Europa l’esposizione al piombo è rapidamente diminuita dagli anni ’70, soprattutto grazie alla graduale eliminazione del piombo nella benzina. secondo la Environmental protection agency Usa, negli anni ’70 circa il 88% dei bambini di 5 anni o più giovani avevano livelli di piombo nel sangue superiori ai 10 microgrammi per decilitro ritenuti pericolosi. Tendenze simili si sono verificate in Europa. Nel 2011, solo nel 5,8% dei bambini statunitensi sono stati riscontrati eccessivi livelli di piombo nel sangue. Nonostante questa eccezionale diminuzione, nell’ottobre 2012 i Centers for Disease Control and Prevention Usa hanno dimezzato il livello di pericolosità del piombo nel sangue a 5 microgrammi per decilitro di sangue, di fronte ala crescente evidenza scientifica che livelli bassi possono danneggiare il cervello in via di sviluppo dei bambini.
Trasande sottolinea che «Ci sono solo pochi Paesi che utilizzano benzina al piombo, perciò la maggior parte delle esposizioni sono dovute alle vernici a base di piombo, alla produzione di batterie al piombo e ai siti con rifiuti pericolosi».
Una ricerca del South African medical research council (Estimating the burden of disease attributable to lead exposure in South Africa in 2000) evidenzia che «Molti Paesi sono sempre più industrializzati e che alcuini, in particolare in Africa, negli ultimi 40 – 40 anni hanno visto aumentare i picchi dell’esposizione al piombo».
Ken Jaffe, presidente dell’International Child Resource Institute, una Ong che si occupa dei problemi dei bambini in tutto il mondo, spiega che «I ricercatori non hanno incluso un ritardo lieve derivante dall’esposizione al piombo, che è un grosso problema nell’Africa sub-sahariana e in alcune parti dell’Asia. E’ difficile stimare le perdite di punti di Qi senza tener conto dello stato delle scuole in alcuni di questi Paesi. Le scuole in molti Paesi con alta incidenza di piombo hanno anche scuole povere che possono essere dannose per i bambini. Ci sono scuole in Ghana e Zimbabwe, dove i bambini sono imbattibili nel dare la risposta sbagliata visto che, anche in età prescolare, ci sono tassi di abbandono molto elevati. Ma dato che ci sono sempre più investitori nei Paesi in via di sviluppo, mettendo un ammontare in dollari sulle esposizioni ambientali potrebbero accelerare il cambiamento».
Anche precedenti studi avevano indagato sui costi economici dell’esposizione al piombo. Un rapporto del 2002 del Centers for disease control and prevention Usa (“Economic gains resulting from the reduction in children’s exposure to lead in the United States”) aveva dimostrato che «L’esposizione al piombo ridotta negli Stati Uniti dal 1976 ha portato ad un beneficio economico tra i 110 e i ari a 319 miliardi dollari grazie al più alto quoziente intellettivo ed alla produttività dei lavoratori». Secondo lo studio “Childhood lead poisoning: conservative estimates of the social and economic benefits of lead hazard control”, pubblicato nel 2009 dall’Economic policy institute di Washington, «Ogni dollaro investito nel controllo della vernice al piombo ha un ritorno tra i 17 e i 220 dollari». Ma secondo la “Final review of scientific information on lead”, pubblicata dall’Onu nel 2010, il consumo di piombo a livello mondiale è aumento, dai 4.7 milioni di tonnellate del 1970 si è passati ai 7.1 milioni di tonnellate nel 2004, una crescita dovuta in gran parte alla domanda di batterie al piombo.
Lanphear conclude: «Stiamo fondamentalmente contrapponendo la salute dei nostri figli alla salute economica. Fino a quando non saremo in grado di dimostrare che è economicamente vantaggioso proteggere i bambini non lo faranno. E’ davvero strano che una specie faccia qualcosa del genere».