
L'Ue bacchetta l’Italia su mercurio metallico e sostanze pericolose

La Commissione europea ha chiesto all'Italia, alla Romania e alla Slovenia di trasmettere informazioni dettagliate sulle modalità di recepimento nel diritto nazionale della legislazione dell'Ue in materia di stoccaggio del mercurio metallico considerato rifiuto e spiega che « In seguito al mancato rispetto da parte degli Stati membri in questione del termine iniziale del 15 marzo 2013, la Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora che concedevano loro due mesi per rispondere. Non avendo ricevuto nessuna risposta, la Commissione invia ora un parere motivato».
Se l'Italia, la Romania e la Slovenia non adotteranno i provvedimenti necessari entro due mesi, la questione potrà essere deferita alla Corte di giustizia dell'Ue.
Con un altro avvio di procedura di infrazione la Commissione europea sollecita l'Italia a specificare le modalità di attuazione nel diritto interno della normativa dell'Ue sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche ("direttiva RoHS").
Secondo la Commissione, «L'Italia non ha attuato varie misure, tra cui la rifusione della stessa "direttiva RoHS", la cui attuazione era prevista per il 2 gennaio 2013, e misure sulle esenzioni a favore di alcune apparecchiature contenenti piombo o cadmio, nonché due direttive correlate che avrebbero dovuto essere attuate nella legislazione nazionale entro la stessa data».
Il nostro Paese non ha rispettato il termine originariamente fissato e quindi la Commissione ha notificato al governo le costituzioni in mora il 21 marzo 2013 e, visto che le lacune rilevate non sono ancora state colmate, ora ci invia tre pareri motivati e ricorda che «Se l'Italia non adotterà i necessari provvedimenti entro due mesi, potrà essere deferita alla Corte di giustizia dell'Unione europea, che può imporre sanzioni pecuniarie per inosservanza della "direttiva RoHS"»
