Il sindaco Salvetti: «Ordinanza davvero importante, ma non ci fermiamo qua»
Per avvicinarsi al porto di Livorno le navi dovranno ridurre le emissioni inquinanti
La sfida sarà farla rispettare, la Capitaneria ha disposto un rafforzamento dei controlli
[8 Febbraio 2024]
A partire dal 19 febbraio, prima di arrivare in rada al porto di Livorno le navi dovranno cambiare combustibile per ridurre l’inquinamento atmosferico legato al loro transito.
È quanto prevede una nuova ordinanza della locale Capitaneria di porto, in base alla quale tutte le navi “dovranno attivare la procedura del cambio di combustibile necessario ad alimentare gli apparati ausiliari (quelli che sono tenuti in moto durante tutta la sosta della nave all’ormeggio) all’atto dell’ingresso nella rada del porto, in modo da effettuare tutte le manovre all’interno del bacino portuale con il combustibile a tenore di zolfo inferiore allo 0,1%”.
Allo stesso modo, in fase di partenza, tutte le navi avranno l’obbligo di utilizzare il combustibile meno inquinante fino alla completa uscita dalla rada.
In entrambi i sensi la finalità è quella di ridurre le emissioni di anidride solforosa, secondo le previsioni già contenute nella Direttiva 2016/802/Ue.
Il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, parla di «un risultato straordinario, costruito nel corso di un anno di lavoro e di interlocuzioni con Asl, Arpat e Capitaneria di porto. Si tratta di un’ordinanza davvero importante, che migliorerà la qualità dell’aria e che anticipa l’evoluzione del quadro normativo nazionale. Ovviamente non ci fermiamo qua. Continueremo, nell’ambito del tavolo aperto con il Blue agreement, a promuovere il dialogo e la sinergia tra gli stakeholders, per migliorare ancora la performace ambientale del nostro porto».
Per la città labronica il porto, oltre a rappresentare un’infrastruttura fondamentale per l’economia cittadina e toscana, è anche uno dei principali fattori che contribuiscono all’inquinamento atmosferico, come documenta la stessa Autorità portuale, sebbene «i dati rilevati ed analizzati non abbiano fatto registrare sforamenti» come sottolineano dalla Capitaneria facendo riferimento dalle varie campagne di monitoraggio sulla qualità dell’aria effettuate dall’Arpat.
La nuova ordinanza rappresenta un fattore di cautela in più, arrivato anche in risposta ai comitati locali e ai cittadini che abitano le zone retroportuali – fortemente urbanizzate –, e che manifestano legittime preoccupazioni per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico.
La sfida però sarà adesso quella di fare concretamente rispettare l’ordinanza; un indizio potente arriverà semplicemente osservando i fumi in uscita dalle navi, dato che un marcato colore nero può essere segno di elevata presenza di zolfo.
Nel merito, l’ordinanza prevede che uno o più membri dell’equipaggio svolgano un’attività continuativa di monitoraggio delle emissioni dei gas di scarico in porto per poter prontamente rilevare anomale e prolungate emissioni di fumo nero e adottare immediate misure correttive. Le operazioni di rilevazione e manutenzione dovranno essere tempestivamente annotate in apposito registro di bordo che sarà tenuto a disposizione delle autorità in caso di controlli.
Maggiori e più rigorose verifiche sono previste in caso di accertate emissioni di fumo scuro, con l’Autorità marittima che potrà disporre controlli aggiuntivi.
«Ho personalmente disposto l’intensificazione delle ispezioni a bordo delle navi che scalano il porto di Livorno – commenta nel merito l’ammiraglio Gaetano Angora, che ha firmato l’ordinanza – rendendo pubblici sul nostro sito internet, in ottica della massima trasparenza, i risultati delle attività di controllo e campionamento che eseguiamo con l’ausilio dell’Agenzia delle dogane. E pur consapevoli che gli esiti delle nostre attività non avevano fatto emergere valori superiori ai limiti di legge, al pari delle campagne di monitoraggio effettuate dall’Arpat abbiamo inteso prontamente raccogliere l’invito del Comune, direttamente portato alla nostra attenzione dal sindaco Salvetti e dalle assessore Cepparello e Bonciani, per rispondere alle esigenze dei cittadini, preoccupati che i fumi delle navi potessero creare un rischio alla propria salute».