Sostanze tossiche nei lime brasiliani venduti nell’Ue. I dati peggiori in Italia e Germania
Greenpeace: «L'accordo Ue-Mercosur è come un cocktail tossico». La metà dei pesticidi trovati è molto pericoloso
[20 Aprile 2023]
Secondo il nuovo rapporto “A toxic cocktail: the EU-Mercosur Deal. Limes reveal how European pesticides travel around the world (and back)” pubblicato da Greenpeace Deutschland, sui lime prodotti in Brasile e venduti nell’Unione Europea sono presenti diversi residui di pesticidi. Un laboratorio accreditato e certificato ha analizzato 52 campioni di lime acquistati in supermercati e mercati all’ingrosso in Italia, Austria, Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Svezia, trovando residui di pesticidi in tutti i campioni tranne uno.
Greenpeace denuncia che «Metà dei pesticidi rintracciati sono considerati altamente pericolosi (HHP)[1], in quanto presentano un rischio elevato per la salute umana, gli animali o l’ambiente. I pesticidi trovati – tra cui l’erbicida glifosato e gli insetticidi imidacloprid e cipermetrina – sono venduti soprattutto da aziende europee in Brasile, uno dei principali consumatori di pesticidi a livello mondiale. Tra i pesticidi presenti nei lime, ve ne sono alcuni non approvati o vietati nell’UE che però vengono venduti all’estero e tornano sulle nostre tavole sotto forma di residui. I principi attivi non autorizzati sono stati rintracciati più comunemente nei lime acquistati in Germania e in Italia, i quali contenevano anche il maggior numero di pesticidi considerati altamente pericolosi».
Lo studio analizza il lime come caso emblematico che mette in luce il doppio standard dell’Ue: «Nonostante gli impegni formali presi per ridurre i pesticidi e raggiungere la neutralità climatica, l’Europa spinge per la ratifica di un accordo commerciale con i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) che eliminerebbe le tariffe sulle esportazioni di pesticidi dell’Ue verso questi stessi Paesi e ridurrebbe i controlli sugli alimenti importati; nei fatti, l’accordo si tradurrebbe in un forte aumento dell’utilizzo di pesticidi e degli effetti negativi correlati».
I principali risultati dello studio condotto da Greenpeace sono: su 52 campioni totali, 51 contenevano residui di pesticidi; sono stati trovati 27 principi attivi, ovvero: 1 biocida, 3 erbicidi, 10 fungicidi e 13 insetticidi; 6 dei principi attivi trovati non sono approvati o sono vietati nell’Ue; n terzo dei campioni conteneva l’erbicida glifosato, classificato dallo IARC come potenzialmente cancerogeno per gli esseri umani; i principi attivi non autorizzati sono stati trovati più comunemente nei lime acquistati in Germania (4 campioni) e in Italia (3 campioni); i lime provenienti dalla Germania e dall’Italia contenevano anche il maggior numero di pesticidi altamente pericolosi (HHP); sebbene non siano stati superati i limiti di legge per i singoli pesticidi rilevati, oltre il 90% dei campioni contenenti residui conteneva un vero e proprio “cocktail di pesticidi”, fino a 7 sostanze diverse.
La proposta di accordo commerciale UE-Mercosur è in fase di negoziazione dal 1999 e per Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura e progetti speciali di Greenpeace Italia, «L’accordo Ue-Mercosur è come un cocktail tossico. I giganti dell’agrochimica europei già producono ed esportano in Brasile sostanze tossiche, alcune delle quali non sono nemmeno approvate per l’uso all’interno dei confini dell’UE. Sostanze che, paradossalmente, re-importiamo sotto forma di residui sugli alimenti destinati alle nostre tavole. L’accordo darà impulso al commercio di pesticidi e rafforzerà ulteriormente questo circolo vizioso, continuando a perpetuare un modello economico che sta distruggendo il nostro Pianeta. Chiediamo perciò di seppellire l’accordo UE-Mercosur una volta per tutte».
nonostante gli obiettivi dichiarati dalla Commissione europea sulla riduzione dell’uso dei pesticidi, l’accordo in realtà ne promuove il commercio. Attualmente, in Brasile sono registrate oltre 3 mila formulazioni commerciali di pesticidi. A febbraio, il 63% degli ingredienti attivi autorizzati in Brasile non aveva un’autorizzazione corrispondente inell’Ue. Greenpeace evidenzia che «Un terzo dei principi attivi rilevati nel nuovo studio, tra cui imidacloprid, cipermetrina e glifosato, è presente anche nei pesticidi venduti in Brasile dalle aziende europee BASF e Bayer che potrebbero trarre vantaggio dall’accordo commerciale, dato che eliminerebbe le tariffe su oltre il 90% delle esportazioni di prodotti chimici dell’Ue, pesticidi compresi».
Marina Lacorte, campagna agricoltura di Greenpeace Brasil, conclude: «I pesticidi stanno già avvelenando migliaia di persone ogni anno in Brasile e uccidendo milioni di api, per citare solo due delle tante conseguenze correlate all’utilizzo di queste sostanze. Chi beneficia dell’accordo Ue-Mercosur? Principalmente le industrie dannose, come quella dei pesticidi, non certo i cittadini europei o sudamericani».