Spiagge bianche e scarichi industriali Solvay di Rosignano, l’Arpat prende posizione
«Sostanze pericolose fino ad oggi ignote? Non è così»
[5 Giugno 2013]
di
Arpat
La notizia del patteggiamento dei dirigenti di Solvay riguardo alle ipotesi di reato che gli sono contestate nell’ambito di una indagine della procura della Repubblica di Livorno relativa agli scarichi idrici industriali dello stabilimento di Rosignano ha dato luogo a numerose ricostruzioni dei fatti sulla stampa dalle quali emerge un quadro non sempre corrispondente alla effettiva realtà relativamente all’impatto ambientale dello stabilimento e ai controlli e su questo venivano svolti. Pur non avendo l’Agenzia né titolo, né tutte le informazioni necessarie per riferire sui risultati delle indagini della procura, l’intensa attività di controllo e di monitoraggio dell’ambiente svolta ci consente e ci impone di fare alcune precisazioni su questa problematica al fine di consentire una corretta informazione e consentire valutazioni il più possibile oggettive.
Dalle ricostruzioni giornalistiche si può evincere che sarebbe stata rivelata la presenza di scarichi che conferivano in mare sostanze pericolose fino ad oggi ignote e, perciò, non quantificate. Dall’attività di controllo svolta non ci risulta che sia così: tutti i reflui dello stabilimento erano comunque oggetto dei controlli e delle valutazioni sul carico inquinante complessivo dello stabilimento Solvay.
Infatti, lo stabilimento Solvay è oggetto del controllo da parte di ARPAT in base a normative, autorizzazioni e accordi che impegnano diverse strutture dell’Agenzia, anche in collaborazione con altri organi di controllo, come nel caso dell’attuale indagine condotta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, che ha visto l’Agenzia a supporto degli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza.
Come per tutte le realtà industriali di dimensioni rilevanti, le attività legate alla conoscenza ed alla verifica del ciclo produttivo, finalizzate al controllo del rispetto delle autorizzazioni rilasciate, ha una sua complessità specifica.
ARPAT, nel caso di Solvay, ha maturato una profonda conoscenza dell’insediamento, derivante dalla continua azione di controllo sviluppatasi negli anni e dall’attività di supporto agli enti, in particolare alla Provincia di Livorno, come testimoniano anche i più recenti contributi istruttori forniti a partire dal 2003 per le ultime autorizzazioni rilasciate.
L’attività di ARPAT riguarda il complesso delle pressioni generate sull’ambiente dall’attività produttiva di Solvay, comprese le emissioni in atmosfera per le quali il controllo è svolto nell’ambito delle verifiche AIA, controllo che ha portato all’individuazioni di numerose azioni correttive e sanzioni impartite all’Azienda da parte delle Autorità competenti.
Per quanto riguarda gli scarichi, è sottoposto a controllo lo scarico della Sodiera, e degli impianti Clorometani, Elettrolisi e Perossidati, secondo le modalità previste rispettivamente dall’AIA provinciale e da quella nazionale.
Tutti gli scarichi delle produzioni Solvay sopra richiamati convergono nello Scarico generale (Fosso Bianco) che rappresenta, quindi, l’unico collettore con recapito a mare.
Il Dipartimento ARPAT di Livorno procede al campionamento dello Scarico generale, nel punto di prelievo indicato dall’AIA nazionale, con cadenza quindicinale per la determinazione, in funzione delle portate e su base annuale, della quantità di solidi sospesi scaricati a mare, secondo quanto previsto dall’Accordo di Programma del 2003. I dati sono comunicati agli enti competenti.
Lo stesso Dipartimento procede al campionamento delle acque dello scarico generale, definito come prioritario ai sensi dell’art. 108 del D.lgs 152/2006 e del Regolamento regionale 46/R, con cadenza bimestrale, per verificare il rispetto dei limiti di concentrazione per i parametri previsti dalla normativa.
L’attività di controllo ha evidenziato valori di solidi sospesi con continuità superiori a quelli indicati dall’Accordo di Programma e, in taluni casi, il superamento della concentrazione per alcuni parametri quali Fe, Al, Mn e Bo. Di tali superamenti ARPAT ha informato gli enti e le autorità competenti.
Oltre all’attività di controllo appena sinteticamente descritta, ARPAT ha proceduto alla realizzazione di un Piano di Monitoraggio dell’ambiente marino prospiciente lo stabilimento Solvay, richiesto nell’ambito dell’Accordo di Programma, terminato nella sua prima fase nel 2008, i cui esiti sono stati messi a disposizione degli enti sottoscrittori. Attualmente ARPAT sta predisponendo la seconda fase di tale monitoraggio che avrà luogo nel periodo 2014-2015.
Oltre a ciò, nel 2011 ARPAT ha consegnato alla Regione Toscana, che lo aveva commissionato, una indagine ecotossicologica sui solidi sospesi presenti nello Scarico generale che ha rilevato l’assenza di effetti tossici attribuibili ai solidi presenti nello scarico, anche per quelli depositati nei pressi della sua confluenza a mare, nonché per i campioni di sabbie prelevati 100 m a Nord e a Sud dello stesso scarico. Gli unici risultati positivi, a carico di alcuni dei campioni prelevati, sono attribuibili ai valori del pH > di 8.5.
Anche la componente degli scarichi privata dei solidi sospesi è risultata priva di tossicità acuta in tutti i campioni analizzati.
Relativamente alla balneazione, nel 2012 non sono stati rilevati superamenti dei valori limite del DM 30/03/2010 per i punti di monitoraggio del Comune di Rosignano Marittimo (es: Spiagge bianche Nord e Sud). Anche per il punto Lillatro non è stata rilevata contaminazione di tipo fecale. Ciò nonostante, la presenza degli scarichi industriali Solvay ha fatto ritenere necessaria la conferma del divieto permanente di balneazione a titolo precauzionale.