La difesa della geografia parte dalla Toscana
Un appello al Ministro dell'Istruzione per superare il cosiddetto "riordino Gelmini"
[10 Luglio 2013]
Il Coordinamento Toscano degli Insegnanti di Geografia ha elaborato un appello nazionale in difesa della Geografia che il cosiddetto “riordino Gelmini” ha fatto scomparire dal panorama dell’istruzione superiore nonostante la materia rimanga stringente attualità in un mondo sempre più globalizzato.
«Viviamo in un mondo che, ci piaccia o no, è sempre più integrato e interdipendente, con scambi commerciali sempre più intensi tra tutti i luoghi del pianeta, con viaggi sempre più frequenti da parte di tutti noi, con crescenti migrazioni più o meno forzate, con società di conseguenza sempre più multietniche, con conflitti sociali e militari che ci riguardano sempre più da vicino, con la popolazione mondiale che continua a crescere a fronte dell’esaurimento delle risorse, con i cambiamenti climatici ormai in atto e con una compromissione irreversibile dell’ambiente naturale che sta erodendo il patrimonio genetico della Terra frutto di milioni di anni di evoluzione», scrivono nell’appello gli insegnanti di geografia del Coordinamento toscano.
«Alla luce di tutto ciò – aggiungono – riteniamo che in un Paese che rimane ancora tra le prime dieci potenze economiche mondiali e rappresenta una delle principali mete del turismo mondiale, la scuola debba formare studenti, non solo preparati, ma consapevoli della complessità del mondo odierno, e quindi sia necessario valorizzare maggiormente le discipline che cercano di studiare e interpretare le problematiche suddette».
La geografia è politica, è ambiente, è economia, è cultura scientifica e umanistica di base e la sua importanza è stata dimostrata anche dalla scelta dei temi degli ultimi Esami di Stato.
Per questo gli insegnanti specialisti di geografia puntano il dito contro il “riordino Gelmini” che ha provocato le seguenti conseguenze per la geografia: la materia è stata spostata dal triennio al biennio negli Istituti Tecnici Commerciali (con grave detrimento per la didattica considerata l’utenza ancora impreparata a certe tematiche); eliminata negli Istituti Nautici, nei Professionali per il Turismo e Alberghieri ; nella nuova articolazione “Relazioni Internazionali” del triennio ex Ragionieri addirittura “Relazioni Internazionali” e “Geopolitica” sono affidate rispettivamente agli insegnanti di Diritto ed Economia Aziendale e non ai docenti specialisti, e quindi qualificati, della classe A039.
E ancora, nei Licei, l’ insegnamento non esiste più in forma autonoma, ma è accorpato con “storia” (3 ore settimanali), ed è affidato a non specialisti; la Geografia generale, come sapere scientifico di base indispensabile e imprescindibile , è sparita dai bienni degli istituti Tecnici e Professionali. A ciò si aggiunga il recente, arbitrario e anticostituzionale affidamento della materia in molte scuole alla classe A060 non avente titolo e non alla classe A039 avente titolo, il tutto a danno degli studenti oltre che degli insegnanti abilitati.
«Come può un Paese pensare di rimanere competitivo, cercare di avere una visione strategica del futuro, sviluppare la green economy, formare giovani preparati e aggiornati e capaci di un proficuo scambio con altre culture, dotati di una cultura globale e della sostenibilità, mantenersi quindi civile se preclude alle nuove generazioni un insegnamento specialistico, moderno e interdisciplinare, che aiuta a ragionare sulla sempre maggiore complessità che caratterizza il nostro Pianeta?» domandano gli insegnati di geografia.
Si rivolgono quindi al nuovo ministro della Pubblica istruzione, Maria Chiara Carrozza, chiedendo di riconsiderare le decisioni del ministro Gelmini e di operare affinché la Geografia, in quanto sapere scientifico di base non surrogabile, abbia in tutti gli istituti superiori lo spazio curriculare che merita, presso i bienni terminali dell’ “obbligo” e presso gli attuali trienni, in questo caso pari almeno a quello che improvvidamente l’ultimo Governo “Berlusconi” ha cassato.
Al momento , tra gli altri, hanno già firmato l’appello:
Ermete Realacci (Presidente Commissione Ambiente della Camera dei Deputati), Giorgio Nebbia (Prof. emerito Univ. Di Bari), Roberta De Monticelli (Filosofa – Univ . San Raffaele), Giuseppe Onufrio (Direttore di Greenpeace Italia), Paolo Rumiz (Scrittore e giornalista), Vezio De Lucia (Urbanista), Tessa Gelisio (Giornalista televisiva), Marco Boato (Sociologo Univ. di Trento ed ex parlamentare), Carlo Da Pozzo (Ordinario di Geografia – Univ.di Pisa), Laura Cassi (Ordinaria di Geografia – Univ. Di Firenze), Massimo Scalia (Fisico Univ.di Roma La Sapienza ed ex parlamentare), Cristina Morra (Geografa), Vittorio Emiliani (Giornalista – Presidente Comitato per la Bellezza), Grazia Francescato (Giornalista – ex Portavoce dei Verdi).