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Wwf: cambiamenti climatici, ma «non può essere solo colpa di caldo e scirocco»

La Sicilia brucia, e l’Italia pure: nell’ultimo anno +49% gli incendi boschivi

Legambiente: «La Regione Siciliana si è distinta per l'ennesima volta per la sua latitanza»
 |  Natura e biodiversità

Anche quest'anno la Sicilia è devastata dagli incendi, e «non può essere solo un fatto fisiologico favorito dallo scirocco e dalle alte temperature». È il Wwf – a bruciare tra l’altro sono anche alcune parti dell'Oasi costiera delle Saline di Trapani – a denunciare la necessità di intensificare «immediatamente l'attività investigativa per fermare i criminali incendiari, ladri di territorio, che hanno provocato questo disastro». Ma in ogni caso «la capacità di intervento e l'eroismo delle forze pubbliche e di chi si batte, da volontario, contro le fiamme spesso non basta. Non solo è necessario potenziare la capacità di intervento nell'emergenza ma bisogna prevedere una fortissima azione di vigilanza e prevenzione che non può prescindere da un'opera di cura, tutela e gestione dei suoli».

«Non solo vanno individuati e processarti con rito immediato gli incendiari coinvolti in questo disastro ma è fondamentale – conclude il Panda – che il nostro Paese adegui la propria capacità di risposta a condizioni nuove che, con i cambiamenti climatici in atto, favoriscono una estrema vulnerabilità del territorio rispetto agli incendi come è stato indicato anche dalla Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici approvata dal ministero dell'Ambiente nel luglio 2015 e a cui hanno contribuito i migliori esperti italiani in materia».

Al momento le cose non vanno certo per il meglio. Anzi. Come sottolineano da Legambiente, nel 2015 sono cresciuti del 49% gli incendi boschivi, con più di 37mila gli ettari di superficie andati in fumo, e più del 56% si è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso. «Il fenomeno degli incendi boschivi resta un'altra terribile piaga del nostro Paese. Quello che sta accadendo in Sicilia e in particolare a Palermo, colpita da ieri da una serie di incendi, molto probabilmente di natura dolosa, dimostra - dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente - che non bisogna abbassare la guardia e che occorre lottare senza paura contro i piromani utilizzando tutti gli strumenti necessari».

Per quanto riguarda in particolare l'emergenza incendi in Sicilia, Gianfranco Zanna - presidente di Legambiente Sicilia - illustra come «fermo restando che si è trattato di un'ondata di scirocco eccezionale, la Regione Siciliana si è distinta per l'ennesima volta per la sua latitanza. Sono anni, ormai, che, inascoltati, chiediamo che vengano rispettati i tempi per la predisposizione dei servizi antincendio e che le squadre entrino in servizio nei giusti tempi. Ma, evidentemente ettari di boschi in fumo, case evacuate, animali carbonizzati, e i milioni di danni non sono un buon motivo affinché la Regione si dia una mossa. E la storia si ripete puntualmente ogni anno».

Ma a muoversi deve essere l’Italia intera. «Al ministro Alfano , che questa mattina incontrerà il capo del dipartimento della protezione civile e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, lanciamo un appello – chiosa Ciafani – affinché si punti su una maggiore prevenzione e tutela del territorio e delle aree boschive, si realizzino campagne informative e di sensibilizzazione e soprattutto si incrementino le risorse da destinare ai soggetti che cooperano nella lotta agli incendi boschivi e ai comuni, con meccanismi premiali per chi riduce il fenomeno utilizzando efficaci sistemi di prevenzione».

Redazione Greenreport

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