Una situazione ormai strutturale, senza interventi
Migranti, l’hotspot di Lampedusa di nuovo in crisi: 1.600 persone senza beni di prima necessità
Save the children: «Molti hanno ancora i vestiti con i quali sono arrivati sporchi di sale»
[12 Aprile 2023]
Dopo gli ultimi sbarchi di migranti del fine settimana di Pasqua, l’hotspost di Lampedusa ospita al momento oltre 1.600 persone, di cui almeno 100 bambini con le famiglie, tra cui molti neonati, e circa 350 minori non accompagnati.
Le condizioni della struttura di Contrada Imbriacola sono di nuovo «estremamente critiche», come denunciano da Save the children: «Tra gli oltre 450 minori attualmente ospitati nella struttura, molti non stanno ricevendo beni di prima necessità adeguati e hanno ancora i vestiti con i quali sono arrivati sporchi di sale».
A destare preoccupazione, ancora una volta, sono anche le condizioni igienico-sanitarie dell’hotspot, che continuano a rimanere terribili, con conseguenti elevati rischi per la salute individuale e pubblica. La maggior parte dei bagni risulta inaccessibile, sporca, ostruita e allagata, oltre che numericamente insufficiente e non differenziata per genere. Inoltre, molte persone, tra cui madri con bambini e minori sotto i quattordici anni, sono state di nuovo costrette a dormire all’aperto su materassi sporchi e logori, senza lenzuola o coperte, in mezzo a rifiuti di vario genere, nonché in totale promiscuità con uomini adulti.
Gli spazi dedicati all’accoglienza, i servizi e il personale predisposto risultano insufficienti e inadeguati, soprattutto quando i numeri dei presenti superano la capacità ricettiva del centro – condizione ricorrente e di fatto prevedibile – con conseguenti rischi per la sicurezza, soprattutto dei minori, sia soli che accompagnati. All’interno dell’hotspot si continuano a osservare gravi carenze e ritardi nell’erogazione di beni e servizi, nello specifico dei bisogni primari quali vestiario adeguato all’età e alle condizioni metereologiche, nonché l’accesso alle cure mediche.
Questa situazione è ormai strutturale, sottolinea Save the Children, che chiede un intervento urgente per garantire la separazione tra adulti e minori nonché uomini e donne all’interno del centro e il rafforzamento della prima accoglienza dei minorenni e dei nuclei familiari, in modo che possa essere velocizzato il trasferimento dall’hotspot, dove peraltro le persone non dovrebbero poter rimanere per più di 48 ore.