Ciclofficine tra Firenze e Scandicci, un modo inclusivo di pensare la mobilità urbana
Il progetto “Bici libera tutte” porta maggiore inclusione, a servizio delle comunità più vulnerabili presenti sul territorio
[5 Novembre 2021]
L’inquinamento atmosferico e acustico generato dai mezzi di trasporto e l’emissione di gas a effetto serra da questi derivante sono questioni sempre più cruciali. Le conseguenze di un uso incontrollato di automobili, autobus e motocicli, soprattutto nelle grandi città, colpiscono duramente l’ambiente circostante, danneggiando la salute di milioni di persone.
I cambiamenti climatici sono oggi il cuore delle agende politiche nazionali e internazionali e l’uso sfrenato di veicoli industriali e commerciali è tra i punti più criticati. Pertanto, sono numerose le iniziative promosse nel corso degli ultimi anni a favore di una mobilità smart ed ecosostenibile che possa rallentare l’uso di questi veicoli, preferendo piuttosto una mobilità che tuteli l’ambiente e la salute umana. Un esempio di svolta green interessante si lega al progetto “Bici libera tutte”, promosso dall’associazione Le Curandaie in collaborazione con Cospe, Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta), la Diaconia Valdese e con il sostegno della Fondazione Cr di Firenze, riconoscendo il ruolo della bicicletta come mezzo green per eccellenza.
In seguito all’emergenza Covid-19 e alle relazioni che la comunità scientifica ha stabilito tra l’inquinamento e la diffusione della pandemia, la salute e il bene della città hanno registrato una forte attenzione. La sceltadi muoversi in bicicletta nella vita di tutti i giorni, oltre a essere una scelta salutare, ha permesso al progetto “Bici libera tutte” di generare una maggiore inclusione e favorire la formazione delle comunità maggiormente vulnerabili presenti sul territorio fiorentino.
Le iniziative promosse hanno infatti coinvolto attivamente minori stranieri non accompagnati e donne migranti sia a Scandicci che nel quartiere delle Cure di Firenze, investendo su due ciclofficine. L’associazione Le Curandaie, con la preziosa collaborazione di Fiab, ha erogato corsi di formazione teorici e pratici rivolti a donne migranti eche han permesso ad ogni partecipante di avere a disposizione un insegnante e, a breve, ciascuna riceverà in regalo una bicicletta da usare per ipropri spostamenti quotidiani.
Sia alle Cure che a Scandicci le ciclo officine restano attive, divenendo luoghi di incontro e di formazione continua. Allo spazio GingerZone di Scandicci, ad esempio, la ciclofficina offre la possibilità di tirocini formativi per alcuni minori non accompagnati ospitati dai centri di accoglienza della Diaconia Valdese, oltre ad essere un punto di riparazione o vendita di biciclette per la comunità.
Si tratta dei primi esperimenti di attività di mobilità sociale e green che caratterizza questi spazi nella speranza di essere luoghi sempre più aperti a cittadini e associazioni e a sostengo dell’ecomobilità e della tutela dell’ambiente circostante più in generale.
di Cospe per greenreport.it