Firenze, sciopero Ataf: sindacti contro il gestore privato, ma il “peccato originale” è del Comune
[5 Dicembre 2013]
Il Trasporto pubblico locale su gomma a Firenze è in pieno caos e i cittadini, ultima ruota del carro, ne stanno pagando le conseguenze: la Rsu (Cobas e Sul) di Ataf ha indetto per oggi uno sciopero per mettere al corrente l’opinione pubblica e proporre soluzioni a quella che ritengono essere una disastrosa situazione del trasporto fiorentino, aggravatasi dopo la scelta dell’amministrazione comunale di privatizzare l’azienda e dall’intenzione confermata dal nuovo gestore privato di disdettare tutta la contrattazione aziendale oltre a voler dividere Ataf fra i tre soci proprietari. Questi in sintesi i principali punti su cui i lavoratori riuniti in assemblea, a partire dalle ore 4 di oggi, stanno discutendo e pretendono chiarimenti.
«I lavoratori, che da anni compiono inutili sacrifici sulla loro pelle per recuperare i danni creati dalle malagestioni precedenti, ritengono che il problema debba assumere una valenza politica, poiché è impensabile che i tranvieri possano accollarsi la mancanza di finanziamenti al trasporto che da anni i vari governi hanno stabilito, oltre a farsi carico dei continui aumenti dei costi del gasolio, delle assicurazioni e delle parti di ricambio e di tutte le materie prime necessarie a svolgere il servizio- hanno dichiarato dalla Rsu- Nessuna scelta strutturale sulla città, come ad esempio le corsie preferenziali, è stata presa per facilitare l’uso dei mezzi pubblici per rendere concorrenziale il trasporto pubblico rispetto a quello privato. Anzi, con l’obbligo imposto al gestore privato di pagare per milioni di euro l’affitto dei depositi comunali dove vengono parcheggiate le vetture, l’amministrazione comunale ha strozzato ogni possibilità di risanamento, lasciando al nuovo proprietario libertà di recuperare tali costi sull’unica voce disponibile ovvero il costo del lavoro».
Il lavoratori della Rsu oltre a lamentare carenze strutturali che impediscono di fornire servizi efficienti e qualificati ai cittadini (vedi la fatiscenza dei mezzi) avanzano critiche anche per il deterioramento del rapporto di lavoro con l’azienda vedendosi disdettare gli accordi maturati negli anni precedenti.
Tale situazione è imputata in gran parte alla privatizzazione. «L’amministrazione comunale che ha scelto di privatizzare l’azienda di trasporto fiorentino altro non esprime che la sua incapacità ad affrontare i problemi per risolverli preferendo liquidarli a qualsiasi privato che sia disposto a liberare la politica da qualsiasi impiccio- hanno aggiunto dalla Rsu- Il trasporto pubblico quindi non può e non deve sottostare alle leggi del mercato essendo un bene comune ma deve perseguire razionalizzazioni e riorganizzazioni al fine di rendere l’azienda efficiente e al pieno servizio di ogni cittadino».
Al di là di un necessario chiarimento sulla definizione di “bene comune” (ce ne sono molte e non sempre si confanno a questo tipo di servizio), il punto è che la mobilità pubblica in città deve essere diffusa ed efficiente per l’interesse della collettività: sia per garantire un diritto a spostarsi ad una fascia di persone più ampia possibile, sia per garantire un livello adeguato di qualità della vita (vedi riduzione traffico privato e inquinamento).
In questo caso, il gestore non pare all’altezza se è vero quanto riporta la Rsu: «Ad oggi, ad un anno esatto dall’ingresso del privato, non è mai stato presentato alcun piano industriale, nessun progetto, se non quello di ridurre il personale anche con trasferimenti “obbligati” in altre aziende fuori regione, nonostante la carenza cronica di autisti che comporta un ricorso allo straordinario medio giornaliero del 25%». E la lista delle criticità che i lavoratori evidenziano, vedi ad esempio le condizioni di lavoro lontane da quelle che si dovrebbero avere in un paese avanzato, è molto lunga.
Ma c’è un altro punto su cui si sofferma la Rsu di Ataf: quello dello “spezzatino” dell’azienda, ritenuto paradossale a poche settimane dalla presentazione del bando per costituire l’azienda unica regionale. Su questo aspetto, tra l’altro, il fronte sindacale pare unito. Ieri è arrivato il parere dello studio legale cui si è affidata la Filt Cgil, convinta che lo spacchettamento in tre dell’azienda, previsto da Ataf Gestioni, non sia legale, come del resto non lo sarebbe la disdetta dell’integrativo già effettuata. Gli avvocati hanno dato ragione al sindacato, poiché ambedue le iniziative confliggerebbero, con la legge 42 della Regione sul trasporto pubblico locale.
Quindi la Cgil aprirà una vertenza legale che andrà ad aggiungersi al calendario delle proteste. Dopo lo sciopero di oggi, altra giornata campale per i cittadini che ancora, nolenti o dolenti, continuano a credere ed utilizzare il Tpl, è prevista per lunedì 16, quando gli altri sindacati, i confederali più Faisa e Ugl, porteranno le motivazioni contro l’Ataf dentro lo sciopero regionale di 4 ore che, a sua volta, si inserisce in quello nazionale indetto da Cgil, Cisl e Uil per il contratto. La Rsu di Ataf rivolgendosi ai cittadini chiede comprensione: «chiediamo a tutti i cittadini di esserci al fianco nonostante oggi sia anche per loro una giornata di grande disagio».