Costi per 110 milioni di euro, ma ampiamente ripagati
Pagati per andare a lavoro in bicicletta!
La proposta del ministro dei Trasporti francesi
[10 Marzo 2014]
In Italia ormai la bicicletta è più venduta dell’automobile, complici la crisi e (forse) una maggiore attenzione a salute e ambiente, ma ancora il popolo dei ciclisti ne ha di strada da fare per diventare maggioranza nel nostro Paese. Oggi circa 5 milioni di cittadini (il 9% della popolazione) si sposta sulle due ruote almeno 3-4 volte a settimana, un numero triplicato rispetto al 2001, ma le vecchie abitudini – e le antiche difficoltà che minano la buona volontà dell’aspirante ciclista urbano – sono dure a morire.
Secondo i dati estrapolati da InfoJobs.it, una delle principali realtà italiane ed europee nel settore del recruiting online, quando si tratta di recarsi al lavoro, l’italiano resta tradizionalista e l’auto risulta la scelta più gettonata. Appena poco più di 1 italiano su 10 (il 10,7%) utilizza i mezzi pubblici per raggiungere il luogo di lavoro mentre oltre il 60% predilige la macchina, e la bicicletta risulta protagonista solo per l’1,5% degli intervistati.
Un risultato anche ambientalmente scoraggiante, e che dimostra quanto ancora sia necessario insistere sulla mobilità ciclistica per farla sbocciare come pratica diffusa. La fama di ciclista incallito del neopremier potrebbe andare a favore delle due ruote? La politica di Matteo Renzi ha lasciato luci e ombre in tal senso a Firenze, ma l’ispirazione stavolta potrebbe arrivare da Oltralpe.
Il ministro francese dei Trasporti, Frédéric Cuvillier, ha infatti presentato un piano in 25 mosse per convincere i concittadini a migliorare le proprie abitudini in fatto di mobilità. La principale misura prevista è quella di garantire 25 centesimi di euro per chilometro percorso a chi deciderà di recarsi al lavoro in bici. Il bonus, pagato dal datore di lavoro al dipendente, dovrebbe essere remunerato con un trattamento fiscale agevolato.
Ma questa è solo la punta di diamante del piano per la mobilità francese, che si annuncia molto più organico. L’Agenzia francese per l’Ambiente e la gestione dell’energia ha stimato complessivamente una spesa di circa 110 milioni di euro, ma i ritorni economici si stimano di gran lunga superiori (soltanto di spese sanitarie lo Stato francese potrebbe risparmiare 35 milioni di euro), compresa un’aumentata produttività dei lavoratori. E a chi non vorrà aderire non venga in mente di continuare a parcheggiare la sua auto sulla pista ciclabile percorsa dai colleghi: la multa, avvisa il ministro Cuvillier, passerà da 35 a 135 euro.
Tra il dire e il fare, almeno in Italia, c’è però molto da pedalare: nonostante il basso utilizzo della bici, secondo il sondaggio InfoJobs.it, quasi il 44% degli intervistati impiega meno di mezz’ora a coprire la distanza casa-ufficio, ma solo il 30% sarebbe disposto a guadagnare di meno per avvicinarsi a casa. Chissà che aumentandoglielo, lo stipendio, anche al dipendente più pigro non venga voglia di inforcare la bici.