I robot vigili della Repubblica democratica del Congo
A Kinshasa e Lubumbashi i primi robot “solari” che regolano il traffico
[9 Marzo 2015]
A vederli sembrano brutte copie dei cartoon giapponesi degli anni ‘80 e ’90 oppure manufatti usciti dai magazzini di un set di qualche film di fantascienza di serie B, ma il governo della Repubblica democratica del Congo ha appena acquistato nuovi robot per regolamentare la caotica circolazione stradale della capitale Kinshasa e la stampa locale sottolinea fiera che «La progettazione di questi robot è una première in Africa perché è interamente fatta da dei congolesi».
L’inventrice di questi inquietanti – ma evidentemente efficaci – robot argentei, l’ingegnere Thérèse Iza Kirongozi, ha spiegato al network audiovisivo panafricano VOA come è arrivata a realizzare questi robot che da qualche giorno stanno regolando il traffico sul boulevard Lumumba od altre strade trafficate di Kinshasa o di Lubumbashi. La Kirongozi ha detto che i suoi robot, pesanti 250 kg, alti 2,5 metri, dotati di pannelli solari, costano 27.500 dollari e sono opera dell’Ong Congolese di ingegneri Women’s technology, della quale lei è la fondatrice e principale progettista. A Kinshasa dal 2013 erano già in funzione due prototipi di “robots agents”, ma questi sono «Una versione migliorata – spiega la Kirongozi – Il robot reagisce molto più velocemente ai comandi. In breve, i componenti elettronici sono molto più performanti che nella prima generazione».
La “pelle” dei robot è in alluminio a per resistere al clima equatoriale ed i “robots agents” possono filmare le violazioni al codice della strada con delle telecamere che funzionano anche quando il robot è fuori servizio. Le immagini vengono inviate in tempo reale alla polizia, che può analizzare cosa succede entro un perimetro di 200 metri. «Queste informazioni – spiega ancora la Kirongozi – permettono di controllare le persone che hanno commesso infrazioni stradali». E nella capitale congolese le infrazioni sono numerose e spesso mortali: «Dal 2007 a Kinshasa sono stati registrati 9.717 incidenti stradali, dei quali 2.276 mortali – dice il generale Célestin Kanyama, capo della polizia della metropoli della RDC – Questi robot saranno un apporto importante per la polizia». Il governatore di Kinshasa, André Kimbuta, ha avvertito che «Però il robot non rimpiazza l’agente della polizia che si trova sul posto. Non persegue gli incivili che bruciano i semafori, ne le educano o li sanzionano».
Laureatasi in ingegneria elettronica agli inizi degli anni 2000, la Kirongozi si è trovata subito ad affrontare il grosso problema di riuscire a lavorare in un ambiente molto sociale difficile, sia per le sue competenze che per il fatto di essere una donna e sottolinea: «Come competenze siamo tutti uguali, da qui la mia battaglia, utilizzando le mie competenze, di essere “annoverata” tra gli uomini». Una sfida difficile e faticosa, iniziata dal basso: con la progettazione di corsi di elettronica nel suo doposcuola per bambini, poi in una catena di ristoranti e bistrot, infine l’iniziativa che le è valsa diversi riconoscimenti: un’associazione che forma lavorativamente le giovani laureate chiamata “Women’s technology”, creata nel 2012 che tra l’altro, ha avviato la progettazione dei robot vigili congolesi.
Ora, con dei robot già consegnati e 30 ordini da parte del governo della Repubblica democratica del Congo, 5 robot sono già stati inviati nella provincia sud-orientale del Katanga, tre dei quali per la capitale provinciale Lubumbashi. La Kirongozi sogna di conquistare nuovi Paesi e afferma di essere in trattativa con governi ed amministrazioni locali in Angola, Nigeria e Costa d’Avorio, dove i robot possono aiutare lo sviluppo e ridurre alcuni problemi legati al traffico.