Una raccolta firme per sostenere la legge

Sostenibilità e mobilità nuova, parlamentari e associazioni presentano il Disegno di legge

Limite a 30km orari nei centri urbani, istituzione di un fondo per il trasporto pubblico locale e la mobilità non motorizzata

[20 Giugno 2013]

Rete Mobilità Nuova, la coalizione che raccoglie circa 200 associazioni, comitati e organizzazioni di categoria, ha  presentato oggi la proposta di legge per cambiare il codice della strada introducendo il limite dei 30km orari nei centri urbani e destinare più risorse pubbliche al trasporto pubblico, collettivo e non motorizzato.

La proposta, presentata oggi nel corso di un doppio appuntamento: una cicloconversazione con alcuni parlamentari seguita da una conferenza stampa alla Camera che ha visto la partecipazione di deputati e senatori che si sono impegnati a sostenere le nuove norme. È sostenuta tra gli altri da Auser, Cittadinanzattiva, Comitati Pendolari, Euromobility, Legambiente, Libera, Movimento Difesa del Cittadino,  Slow Food, #salvaiciclisti, Spi-Cgil e Touring Club Italiano, e punta a «Riorientare le risorse pubbliche concentrando la spesa laddove si concentra la domanda di mobilità e nello stesso tempo suggerisce un radicale ripensamento del settore dei trasporti, sostenendo attraverso scelte strategiche le persone che quotidianamente si muovono usando i treni locali, i bus, i tram e le metropolitane, la bici e le proprie gambe e dando a chi usa l’automobile l’opportunità di scegliere un’alternativa più efficiente, più sicura, più economica».

Secondo i promotori della legge, «Rallentare la velocità massima in città è un intervento già realizzato in molte città europee che non ha praticamente controindicazioni (i tempi di percorrenza urbana sono analoghi a quelli registrati col limite a 50 kmh) e che al contrario produce una lunga serie di esternalità positive in termini di sicurezza stradale, di riduzione della congestione, dello smog, del rumore, dei consumi di carburante, dell’aggressività alla guida e rende, praticamente a costo zero, le strade più fruibili anche dal traffico non motorizzato. Anzi più che elencare i motivi per cui sarebbe vantaggioso moderare la velocità negli abitati (con l’eccezione di quelle strade dove le caratteristiche funzionali e costruttive consentono di mantenere il limite a 50 km/h) bisognerebbe chiedere ad amministratori locali e decisori politici nazionali come mai i 30kmh non sono ancora realtà, dal momento che, ad esempio, da soli riuscirebbero almeno a dimezzare i 2000 morti l’anno in incidenti stradali che si registrano nelle aree urbane».

UJn altro punto centrale quello delle risorse pubbliche: «Oggi alta velocità e autostrade fagocitano tutti i soldi a disposizione, anche se le lunghe distanze assorbano meno del 3% degli spostamenti delle persone e delle merci – dicono associazioni e parlamentari –  La legge sulla Mobilità Nuova prevede invece la creazione di un Fondo per lo sviluppo del Tpl e della Mobilità non motorizzata dove confluiscono annualmente “il 75% dei fondi complessivi al trasporto e alle infrastrutture per la mobilità”. Nelle nuove norme si ipotizzano anche i Target di mobilità, obiettivi nazionali e vincolanti di ripartizione modale degli spostamenti validi in tutte le città. Obiettivo: obbligare i sindaci, entro due anni, a far scendere almeno sotto il 50% gli spostamenti motorizzati individuali con mezzi privati all’interno del loro territorio».

Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha sottolineato che «Il disegno di legge sulla mobilità nuova rappresenta un passo concreto per dare finalmente il via ad una vera e propria rivoluzione nel settore del trasporto, che sia condivisa non solo dai cittadini ma anche dai decisori politici. La grandissima partecipazione alla manifestazione del 4 maggio a Milano, che ha visto in prima linea anche Legambiente, ha infatti dimostrato che la gente vuole una mobilità alternativa non solo per essere libera di muoversi e vivere meglio; ma soprattutto per riappropriarsi delle città, non più soffocate da traffico e smog, ma città a misura d’uomo dove si incentiva lo spostarsi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici.

Spetta ora ai politici e alle amministrazioni impegnarsi seriamente per un riequilibrio delle scelte politiche, delle strategie e degli interventi da attuare e delle risorse pubbliche da destinare al settore dei trasporti. È infatti fondamentale spostare le risorse pubbliche dove si spostano le persone. Ben venga allora il Fondo per lo sviluppo del trasporto Pubblico locale e della Mobilità Organizzata ed anche i target di mobilità, previsti in questo ddl, che premiano con un sistema di incentivi i Comuni che hanno rispettato nei tempi stabiliti la quota massima di spostamenti motorizzati con mezzi privati e penalizza quelli che non hanno ottemperato gli obblighi di legge. Nel nostro Paese i mezzi di trasporto alternativi e i mezzi pubblici stentano a decollare e perdono ogni anno passeggeri, e sono ancora troppo poche le isole pedonali e le piste ciclabili. Diffondere e promuovere una mobilità alternativa, a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione, significa dunque garantire la libertà di muoversi, di passeggiare e di respirare, migliorare la qualità della vita, dell’ambiente urbano e del territorio. Significa dare spazi pubblici più sicuri, silenziosi, salutari accrescendo le relazioni sociali e contribuendo a costruire un futuro più green e vivibile».