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TAV Torino Lione, l’ufficio anti-frode dell’Ue apre un’inchiesta

I Verdi europei: «Irresponsabile spendere oltre 26 miliardi di euro per un progetto del genere»
 |  Trasporti e infrastrutture

Dopo una segnalazione degli eurodeputati francesi Michèle Rivasi e Karima Delli dell’ European Green Party, l’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (Olaf), ha aperto un'inchiesta sulla contestatissima TAV, il progetto ferroviario Lione-Torino. L’indagine si baserà sui documenti forniti da Daniel Ibanez, del coordinamento di opposizione alla Lione-Torino.

Il 19 gennaio i verdi europei  avevano indetto una conferenza stampa europea  all’ Assemblée Nationale a Parigi per  spiegare che si può ancora fermare il tunnel della Valsusa e  gli ecologisti francesi avevano denunciato insieme a quelli italiani «come il progetto ferroviario Lione-Torino (la TAV), sia un costoso e inutile problema europeo, che i Verdi di entrambi i lati delle Alpi vogliono fermare».

I Verdi da entrambi i versanti delle Alpi ricordano che «La redditività socio-economica del progetto Lione-Torino è stata fortemente contestata dalla Corte dei conti francese, oltre che da numerosi studi italiani. Eppure entrambi i governi, assieme alla Commissione Ue, si ostinano a non prendere in considerazione queste posizioni che a noi sembrano di buon senso. Il finanziamento da parte dell’UE del 40% del progetto, inoltre, non è garantito come si cerca di far credere: il bilancio dell’Unione Europea per le grandi infrastrutture è limitato e il progetto dovrà essere presentato entro il 27 febbraio secondo criteri ambientali e trasportistici molto più stringenti che in passato. A ciò si aggiunge che il dossier Lione-Torino è stato messo ulteriormente in discussione a seguito della rivelazione di conflitti di interesse da entrambi i lati delle Alpi e la presenza, certificata dai magistrati italiani, di subappaltatori legati alla mafia, nel cantiere italiano de La Maddalena. Una situazione destinata a peggiorare visto che in Francia non esiste una legge contro la mafia».

Monica Frassoni, coordinatrice di Green Italia e co-presidente del Partito Verde Europeo, e Karima Delli, che fa parte della Commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo, in una dichiarazione congiunta con Rivasi ed Ibanez, spiegano che «Con oggi si segna una nuova tappa per coloro che si oppongono al progetto della Lione-Torino: è il riconoscimento di tutto il duro lavoro svolto per raccogliere le prove necessarie a far finalmente luce sull’operato della società ferroviaria Lione Torino. La gravità delle prove raccolte ha, infine, convinto l’Olaf ad indagare su questo progetto, cofinanziato da fondi Ue. L'apertura di un'indagine è la prova che non si tratta di accuse, ma di fatti reali, che oltretutto pesano sul bilancio europeo».

I quattro esponenti dell’European Green Party concludono: «Oggi più che mai, continueremo per vie legali a lottare contro questo progetto tanto costoso quanto inutile e useremo tutte le strade necessarie a raggiungere il nostro obiettivo. È a dir poco irresponsabile spendere oltre 26 miliardi di euro per un progetto del genere, quando sarebbe sufficiente, per raggiungere lo stesso scopo, sfruttare a pieno la linea ferroviaria già esistente, ma ancora sottoutilizzata. Tali progetti vengono portati avanti contro gli interessi dei cittadini e a favore di pochi, questo è per noi Verdi, inaccettabile».

Redazione Greenreport

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