Riceviamo e pubblichiamo
Non solo i centri storici da tutelare
[13 Dicembre 2018]
La presentazione di una proposta di legge sui centri storici da parte dell’architetto Vezio De Lucia ha suscitato notevole interesse, come abbiamo visto nell’incontro alla Leopolda di Pisa. Che i nostri centri storici, dalle città più grandi a quelle minori come la nostra, presentino situazioni critiche e in alcuni casi ormai disastrose è noto o dovrebbero esserlo. Intervenire è irrimandabile come hanno convenuto alla Leopolda le varie rappresentanze degli architetti, ingegneri, soprintendenze ed esponenti istituzionali.
E molti hanno sottolineato che non mancano tuttavia nel testo assai breve delle rigidità – riconosciute dallo stesso De Lucia – di cui dovremo naturalmente tener conto. E siccome ci si è ispirati a Pierluigi Cervellati, come ha ben spiegato il relatore, l’architetto bolognese che già in anni lontani avviò in Emilia una nuova politica urbanistica proprio a partire dai centri storici, che fece da modello proprio per questo suo carattere aperto alle periferie. Posizione che proprio recentemente Cervellati ha riproposto anche al nostro Parco, di cui lui aveva predisposto a suo tempo il piano a cui anche altri parchi si rifecero. E la proposta puntava e punta a una nuova integrazione della costa versiliese, pisana e livornese-maremmana con le aree interne, in troppi casi rimaste tagliate fuori con effetti ambientali e sociali negativi a cui oggi si deve rimediare. Ecco, quelle rigidità rilevate criticamente possono essere superate se i centri storici non resteranno nuovamente isolati in vicende di stampo prevalentemente speculativo.
Lo scorso marzo nella Collana sulle aree naturali protette dell’ETS abbiamo pubblicato il volume Valore ambientale tra risorsa e bellezza paesaggistica con un intervento di Vezio De Lucia proprio alle politiche del territorio pisano, a cui allo lavorammo insieme al piano del Parco e della Provincia, di cui ora si sono perse le tracce.
Insomma siamo pronti a discutere del nostro centro storico lasciando panchine, biciclette, orinatoi e altre amenità del genere a chi non ha di meglio da fare.
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