La decisione della Corte per «non aver agito secondo ragione»
Nuova Zelanda, storica sentenza: i negazionisti climatici devono risarcire 80.000 dollari
[14 Novembre 2013]
Un’associazione neozelandese che si dedica a sminuire l’esistenza del cambiamento climatico è stata condannata a pagare 80.000 dollari di risarcimento per aver avviato una causa “difettosa” per cercare di invalidare i dati ufficiali che dimostrano che le temperature in Nuova Zelanda sono in aumento.
La Corte d’appello della Nuova Zelanda ha infatti intimato al The New Zealand Climate Education Trust, un gruppo che dice di voler «Riflettere la verità sul cambiamento climatico e le affermazioni esagerate che sono state fatte sul global warming antropogenico», a pagare i danni al National Institute of Water and Atmospheric Research (Niwa), una società di ricerca scienze ambientali. L’azione legale promossa dai negazionisti climatici asseriva che La Niwa non avesse tenuto un comportamento etico e che avesse interpretato intenzionalmente male i dati sulle temperature per promuovere l’idea (evidentemente ritenuta balzana) che il cambiamento climatico sia in atto.
Ma il giudice Forrest Miller, come riferisce Radio New Zealand, ha invece stabilito che quelli del Trust in realtà «Stando montando una crociata contro il Niwa e non hanno agito ragionevolmente».
E’ stato il Chief Executive del Niwa, John Morgan, ad annunciare con sobrietà anglosassone la vittoria contro gli ecoscettici: «Non abbiamo mai dubitato dell’eccellenza e dell’integrità della nostra scienza. I nostri scienziati e hanno sempre rigorosamente difeso la robustezza e la professionalità del nostro lavoro».
La querela di The New Zealand Climate Education risale al 2010 e puntava a contestare un lavoro di lunga data del Niwa: la serie delle “seven-station”’, che registrano le temperature in siti locali in tutta la Nuova Zelanda per dimostrare come le temperature siano cambiate nel tempo. Dato che la serie compila e quindi riunisce i dati della temperatura media in siti diversi, la Niwa dice di raccogliere i dati tenendo in considerazione le differenze climatiche da luogo a luogo. La serie più recente ha trovato che nell’ultimo secolo la temperatura media della Nuova Zelanda è salita di un grado Celsius.
Cerco di invalidare i dati di temperatura, il Trust ha citato in giudizio gli scienziati del Niwa sostenendo che la metodologia utilizzata dall’agenzia era “truccata”. L’avvocato dei negazionisti climatici neozelandesi, Terry Sissons, durante il processo all’Alta Corte ha accusato quelli del Niwa di «Delocalizzazioni improvvise dei siti» e di ave cambiato regolarmente le calibrazioni delle temperature, portando cosi ad imprecisioni nei dati che poi hanno utilizzato. In un affidavit presentato dal The New Zealand Climate Education Trust si afferma che le presunte, inesatte proiezioni sul cambiamento climatico del Niwa stavano avendo «Un profondo impatto sulla politica pubblica della Nuova Zelanda». Secondo gli ecoscettici la Niwa avrebbe bisogno (evidentemente per far lavorare i suoi ricercatori) di sostenere che le variazioni della temperatura sono legate ad un aumento delle concentrazioni atmosferiche di gas serra. «Non stiamo dicendo che i cambiamenti climatici non stiano ha detto Sisson – ma cerchiamo di garantire che almeno le prove raccolte a beneficio dei neozelandesi siano precise e che questo venga fatto correttamente».
Ma il giudice della New Zealand High Court Geoffrey Vanning nel settembre 2012 ha messo agli atti un parere di 49 pagine nel quale si conferma che la Niwa ha «Agito in conformità con la metodologia scientifica riconosciuta e credibile a livello internazionale». Vanning ha aggiunto che «E’ necessario che questa Corte risolva questo dibattito scientifico» su come il Niwa avrebbe calcolato le variazioni delle temperature con un metodo diverso, sottolineando alla fine che «Arrivando ad un tale risultato, si rafforza la solidità e la validità dei risultati precedenti».”
I negazionisti climatici del Trust hanno impugnato la decisione di Vanning, ma ad ottobre hanno ritirato l’appello «A seguito di intensa discussione con la Corte». Il Niwa dice che non è chiaro se il Trust presenterà un altro ricorso per tentare di non pagare il risarcimento, ma evidentemente gli scienziati del clima e gli ambientalisti gongolano mentre gli ecoscettici riflettono su quanto possano costare le loro accuse ideologiche, troppo spesso campate in aria.