Passa lo Sblocca Italia, gli ambientalisti: «La politica di Renzi è vecchia di un secolo»
M5S: «Governo sponsor del petrolio». SEL: «Questo è il Rovina Italia»
[6 Novembre 2014]
Per gli ambientalisti è una pessima notizia quella che arriva dal Parlamento: il decreto Sblocca Italia (dl 133/2014) è appena stato approvato in via definitiva in Senato. Il WWF ricorda che su «45 articoli, ben 11 disposizioni, un quarto delle norme contenute nel decreto, sono intese a indebolire le tutele e le valutazioni ambientali e a dare mano libera agli interessi speculativi sui bei comuni». Da parte sua, Legambiente rincara la dose: «Lo Sblocca Italia è legge, ma non prevede le opere più urgenti e utili per il nostro Paese – spiega il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza – Ci sono opere concrete, chiuse nei cassetti da inadempienze della pubblica amministrazione, da conflitti di competenza, dal patto di stabilità, da inciampi burocratici, dalla mancanza di volontà politica, che oltre a non comparire nella legge appena approvata non sono neanche favorite dalle tante deroghe e dai commissariamenti previsti dal testo. Opere di messa in sicurezza dal rischio idrogeologico, per esempio. Ma anche bonifiche, depurazione, riqualificazione urbana, sicurezza sismica, abbattimento di manufatti abusivi, impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti, riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici, trasporti ferroviari per pendolari e trasporto pubblico locale, mobilità dolce: sono fermi tanti, tantissimi progetti utili e necessari a migliorare la qualità di vita dei cittadini, la sicurezza ambientale e a far ripartire l’Italia».
Anche Greenpeace si conferma fortemente contraria alla strategia energetica che prevede il provvedimento. Secondo Andrea Boraschi, responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace, «la politica energetica di Renzi è quanto di più vecchio e miope potesse toccare in sorte all’Italia».
«Puntare oggi sulle misere riserve fossili di cui disponiamo, in spregio all’ambiente e alla bellezza dei nostri territori e dei nostri mari, vuole dire consolidare la nostra dipendenza dalle energie più inquinanti, non generare occupazione e danneggiare altri comparti strategici come turismo, pesca e agricoltura». Per gli ambientalisti, il governo con questo provvedimento «mostra una doppiezza sconcertante: mentre in Europa e nei summit Onu si impegna a parole a contrastare i cambiamenti climatici, nei fatti si rivela succube dei petrolieri che si preparano a deturpare le nostre coste e i nostri mari con le loro trivelle. Neppure gli ennesimi disastri climatici che si sono abbattuti su metà del territorio italiano nelle scorse settimane – da Genova a Parma, sino alla Maremma – e che anche oggi colpiscono molti territori sono serviti come monito, per ricordare che la strada delle energie fossili è sbagliata». Con l’approvazione in Senato « resta inoltre inascoltato l’allarme lanciato dall’Ipcc (International Panel on Climate Change), il braccio scientifico delle Nazioni Unite sul clima, che solo pochi giorni fa ha ricordato come sia urgente cambiare subito i nostri sistemi energetici, se si vuole evitare il peggio», dicono a Greenpeace.
Ma quello che più rende increduli gli ambientalisti è che «nel frattempo – forse Renzi non lo sa? – le energie rinnovabili non sono più una fonte marginale: oggi in Italia soddisfano circa il 40 per cento dei consumi di elettricità. Una politica orientata a un loro forte sviluppo arriverebbe, al 2030, a impiegare 100 mila unità: ovvero, una base occupazionale tripla rispetto a quanto oggi occupa la Fiat Auto in Italia. Ancor più si potrebbe fare con lo sviluppo dell’efficienza energetica. Il decreto Sblocca Italia invece difende gli interessi delle lobby fossili mentre, con burocrazia e nuove tasse, chiude la strada al futuro e blocca le rinnovabili».
Oltre che sul fronte ambientalista, anche su quello politico non mancano durissime critiche. «Con l’ennesima fiducia del Governo – dichiarano dal Movimento 5 Stelle – che priva il confronto parlamentare si darà il via ad una nuova legge sponsor del petrolio». Secondo il senatore Gianni Girotto, capogruppo M5S in commissione Industria, «l’esecutivo non tiene conto gli avvertimenti dell’Ipcc (il braccio scientifico dell’Onu sui cambiamenti climatici) secondo cui siamo vicini al punto di non ritorno. Secondo gli scienziati delle Nazioni Unite un’inversione di rotta è ancora possibile, a patto che si cominci subito. In particolare, dice l’Ipcc (International Panel on Climate Change), i governi devono impegnarsi a ridurre del 40-70% le emissioni di gas serra entro il 2050, per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C. Ma per farlo è necessario che i tre quarti delle riserve di combustibili fossili rimangano dove sono, soprattutto petrolio e carbone. Puntare quindi su efficienza energetica e tecnologie pulite. Entro il 2050, dice il rapporto, sarà necessario soddisfare con energie rinnovabili almeno l’80 per cento delle necessità energetiche globali, ed entro il 2100 i combustibili fossili non dovrebbero essere più utilizzati».
Nella sua dichiarazione di voto in Senato Loredana De Petris, di Sinistra ecologia e libertà, ha detto: «Con questo decreto, il cosiddetto Sblocca Italia, che giustamente molti – i comitati, le associazioni, tanti cittadini – ormai chiamano il “rovina Italia”, voi state sovvertendo altri valori costituzionali. Questo è quello che vi offre il Governo Renzi. Voi quello che è il patrimonio ambientale e paesaggistico, che è garantito e costituzionalmente protetto dall’articolo 9 della Costituzione, lo mettete a disposizione di altre utilità. Ho appreso che alla Leopolda ci sono stati due tavoli: un tavolo sulla green economy e un tavolo sull’ambiente (non meglio identificato). Non ho ben compreso che cosa intende il Governo Renzi per green economy e che cosa intende il Governo Renzi per ambiente».
Ormai la rottura tra Sel e Pd sembra senza ritorno e la De Petris rincara la dose: «L’Italia così non ha futuro, perché il futuro dell’Italia è nella bellezza, nel saper valorizzare le cose più belle che ha, non nel distruggerle. Il futuro dell’Italia è nella sua cultura, nell’arte, nell’ambiente, nelle grandi opere che dobbiamo realizzare per salvare il nostro territorio. Perché quando arrivano le bombe d’acqua non moriranno solo i nostri figli, ma moriranno i figli di tutti. Quando continueranno i cambiamenti climatici e voi, invece delle energie rinnovabili, scegliete il petrolio, pure schifoso, che ci sarebbe nei nostri mari, vi state assumendo una responsabilità grave. E non potete più continuare a nascondervi tutti quanti dietro alle belle parole, dietro alle mozioni vuote, quando poi andrete ancora una volta a dare il vostro voto su questo decreto, che sarà ancora una volta una violenza per il nostro Paese e – questo sì – esattamente un impedimento al futuro dell’Italia».
Ma anche adesso che lo Sblocca Italia è riuscito ad ottenere l’approvazione del Senato, per il decreto non si annuncia vita facile: «La fiducia imposta dal Governo su disposizioni che perpetuano un modello di sviluppo insostenibile per le nostre risorse naturali e fossili, per le misure contrastanti le strategie dei Paesi più avanzati al mondo per una progressiva de carbonizzazione dell’economia, accresce la sfiducia nei confronti dell’esecutivo dei cittadini consapevoli oramai dell’ esigenza di tutelare e valorizzare il capitale naturale del Paese. Ma questa volta – chiosa Donatella Bianchi, presidente WWF Italia – siamo in buona compagnia e chiederemo alle Regioni e a tutte le categorie economiche (ad esempio del turismo e della pesca) che hanno a cuore il Bel Paese, di intraprendere ogni iniziativa, anche legale, contro queste norme contro natura». Si annuncia battaglia sui territori.