Pirati (stranieri) a Pianosa [FOTOGALLERY]
Durante un percorso di citizen science ambientalisti beccano un’imbarcazione non autorizzata
[3 Giugno 2014]
Una nuova intrusione di “pirati” a Pianosa, all’interno di un’area con una protezione integrale e a poca distanza dalle aree di nidificazione delle berte, che il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha salvato grazie alla derattizzazione. È quanto ha denunciato Legambiente Arcipelago Toscano, che ha scritto alla Capitaneria di Porto di Portoferraio, al Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Corpo forestale di Portoferraio e al presidente del Parco per segnalare l’accaduto.
Infatti, il 2 giugno 2014, intorno a mezzogiorno, mentre alcuni soci di Legambiente partecipavano all’iniziativa di “citizen science” per la Settimana delle farfalle insieme ad altri escursionisti, al team internazionale di entomologi del progetto “Barcoding Italian Butterflies” e alla direttrice del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, all’altezza di Cala San Giovanni, nel tratto di mare che separa Pianosa dalla Scola, a poche decine di metri dalla costa, in piena area marina protetta, nella zona 1 a tutela integrale, è arrivata un’imbarcazione – sigla S-NL 208 – con a poppa bandiere dell’Ungheria e della Germania, con a bordo 3 persone, una delle quali sembrava pronta ad immergersi.
Gli ambientalisti spiegano che «solo dopo aver visto gli escursionisti che li fotografavano e che gli urlavano di andarsene i tre occupanti l’imbarcazione si sono rapidamente diretti verso l’isolotto della Scola, da dove, dopo essere rimasti per qualche minuto nascosti, si sono poi diretti verso l’Isola d’Elba».
Legambiente ricorda che «non è la prima volta che questa associazione segnala intrusioni non autorizzate di imbarcazioni nella zona marina 1 a protezione integrale di Pianosa, nonostante siano noti a tutti e riportati da decine di anni sulle carte nautiche i vincoli che ricadono su quel mare e nonostante il Parco Nazionale consenta la balneazione a Cala Giovanna e l’immersione nei punti per i diving installati nel 2013».
Secondo il Cigno Verde «è evidente che, per impedire queste incursioni piratesche, occorre garantire una migliore e continua sorveglianza del mare sottoposto a tutela integrale».