Il fresato d’asfalto è un sottoprodotto a certe condizioni
[9 Settembre 2013]
Il fresato d’asfalto è un sottoprodotto quando viene inserito in un ciclo produttivo e viene utilizzato nello stesso ciclo di produzione senza operazioni di stoccaggio a tempo indefinito. Lo afferma il Consiglio di Stato – con sentenza dello scorso mese – in riferimento alla realizzazione dell’Autostrada Pedemontana nel tracciato tra Varese e Bergamo. O meglio alla decisione di una società operante nel campo dell’estrazione di materiali inerti naturali e della fornitura di calcestruzzi nel settore dei lavori pubblici, di spostare il proprio impianto, acquisendo una nuova area in Comune di Arcore, a seguito della realizzazione dell’autostrada.
Quindi la società ha presentato istanza per la realizzazione del nuovo insediamento produttivo, progetto sottoposta a procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas) ottenendo parere favorevole.
Però la Provincia di Monza e Brianza ha segnalato, sotto il profilo ambientale, l’incompatibilità dell’attività di trattamento di rifiuti con l’attuale Piano provinciale dei rifiuti e, considerato che il progetto comprende l’attività di fresa di asfalto, ha diffidato il Comune di Arcore dall’autorizzare tale attività. E il Comune ha respinto l’istanza sulla base di una valutazioni di tipo paesistico-ambientale.
Ma la società ha impugnato l’atto negativo comunale e il parere parzialmente negativo espresso dalla Provincia di Monza e Brianza al Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Lombardia. Il Tar ha giudicato inesatta la qualificazione del fresato di asfalto come un rifiuto invece che di sottoprodotto, ha giudicato illegittima l’ingiunzione della Provincia nei confronti del Comune di Arcore a non autorizzare l’impianto volto alla sua riutilizzazione e ha considerato illegittimo il diniego opposto dal Comune in quanto contrastanti con la Vas effettuata precedentemente. Proprio perché la valutazione favorevole non può essere rimessa in discussione per i profili attinenti alla compatibilità con l’ambiente del piano.
La Vas, infatti, è quella valutazione ambientale che si applica ai piani e ai programmi che possono avere un impatto significativo sull’ambiente. Piani e programmi elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, pesca, energetico, industriale, trasporti, gestione dei rifiuti e delle acque, telecomunicazioni, turismo, pianificazione territoriale o destinazione dei suoli, e che allo stesso tempo definiscono il quadro di riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, l’area di localizzazione o comunque la realizzazione di opere o interventi i cui progetti sono sottoposti a Via.
La Vas ha quindi, la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e ha la finalità di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione, dell’adozione e approvazione di piani e programmi. Dunque, la Vas deve essere effettuata in un momento anteriore all’adozione del piano in una prospettiva globale di sviluppo sostenibile idonea a conciliare, anche attraverso soluzioni alternativa, l’utilizzazione del territorio e la localizzazione degli impianti con la tutela dei valori ambientali. È lo stesso legislatore che prevede l’applicazione in tali termini della Vas cosi come è lo stesso legislatore che definisce quando un rifiuto smette di essere tale e può essere considerato sottoprodotto.
La norma delineata dal legislatore del 2010 indica le caratteristiche essenziali del sottoprodotto. Indica una serie di condizioni – che devono essere presenti e devono essere soddisfatte cumulativamente – consistenti nell’appartenenza della sostanza a un ciclo di produzione di cui non costituisce scopo principale e nella consapevolezza, al momento della sua produzione, della sua riutilizzazione senza alcun trattamento diverso dalla normale pratica industriale. Il sottoprodotto nasce, quindi, con la certezza di essere riutilizzato senza particolari interventi manipolativi e non con l’intenzione di disfarsene così da non diventare un rifiuto.