Rinnovabili, ancora tagli retroattivi. Fiper: «Il governo Renzi come Letta»
[29 Aprile 2014]
Prima la riduzione del 15% del credito di imposta a favore dei cittadini allacciati alle reti di teleriscaldamento a biomassa, ora la modifica dell’aliquota in cui viene tassato il reddito agricolo definendo la soglia del 25%.
La bozza del DL Irpef (comma 1 dell’articolo 22- vedi allegato), modifica a partire dal periodo di imposta 2014, la determinazione del reddito imponibile derivante dalla produzione e cessione di energia elettrica e calore da fonti rinnovabili agroforestali, fotovoltaiche e biocarburanti prodotti da imprese agricole. Ciò significa che tutte le entrateche derivano dalla produzione di energia pulita saranno tassate al 25%, mentre finora quelle entrate, costituendo ‘reddito agricolo’, erano tassate tramite rivalutazione delle rendite catastali al 4%!
Commenta Righini: «Siamo sconcertati e molto preoccupati da questo sistema di politica che crea incertezza e instabilità, visto che vengono disattese con effetto retroattivo misure di incentivazione previste per legge, con l’inevitabile conseguenza di scoraggiare nuove attività industriali e attirare investimenti italiani ed esteri in questo settore».
Continua Righini: «Siamo consapevoli dell’urgenza di garantire la copertura finanziaria per l’aumento degli 80 Euro promessi da Renzi, tuttavia non si capisce perché si colpiscano solo le PMI agricole e forestali o i cittadini allacciati al teleriscaldamento e non si agisca con altrettanta incisività sui grandi produttori di energia elettrica da biomassa che beneficiano del coefficiente k=1,8 sui certificati verdi.
Se si fosse diminuito all’interno del provvedimento “Destinazione Italia” o nel recente DL IRPEF anche solo il 10% del valore dell’incentivo riconosciuto alla produzione di energia elettrica da biomasse legnose derivante dai grandi impianti (450 MWe),come più volte proposto da FIPER, stimato approssimativamente dalla Federazione nell’ordine di 450 milioni/annui, il gettito prodotto sarebbe stato di 45 milioni annui. Allora perché due pesi, due misure? Ovvero l’applicazione della retroattivitàin un caso e il richiamo al diritto acquisitonell’altro?»
Conclude Righini: «Con rammarico, ci sembra che anche sul “Rottamatore” l’abbia vinta la lobby degli energivori e dei grandi gruppi energetici. Rimaniamo in attesa di una reale smentita, augurandoci che venga in tempi strettissimi emanato il decreto sui sottoprodotti, revisionato lo schema di decreto sull’efficienza energetica e rimodulato l’incentivo sulla produzione di energia elettrica – termica da biomasse come segnalato dall’Antitrust. Su questo ultimo punto si gioca la credibilità del Governo, che a giorni dovrà uscire con la proposta “spalma incentivi”. Vedremo se si vuole davvero puntare alle fonti rinnovabili o se queste sono uno slogan da usare solo in campagna elettorale».
di Fiper