Scoperti due nuovi mammiferi autoctoni australiani, i primi del loro genere in questo secolo
I topi delicati australiani erano in realtà 3 specie diverse e ora vanno protette meglio
[5 Marzo 2024]
Lo studio “Speciation across biomes: Rapid diversification with reproductive isolation in the Australian delicate mice”, pubblicato recentemente su Molecolar Ecology da un team di ricercatori australiani e tedeschi descrive due nuove specie di mammiferi autoctoni australiani.
Come ricorda su The Conversation la principale autrice dello studio, Emily Roycroft della Division of ecology and evolution della Research School of biology dell’Australian National University (ANU), «L’Australia vanta una biodiversità tra le più uniche al mondo e i nostri mammiferi autoctoni sono particolarmente conosciuti. Per molti, gli iconici marsupiali potrebbero essere i primi che vengono in mente, ma vantiamo anche un’impressionante e affascinante diversità di roditori autoctoni».
A differenza dei mammiferi invasivi introdotti dai colonizzatori europei, i roditori autoctoni si sono evoluti in Australia a partire da circa 5 milioni di anni fa e in Australia e Nuova Guinea ch ce ne sono più di 150 specie che non si trovano in nessun’altra parte del mondo e, a quanto pare, c’è ancora molto da scoprire.
La Roycroft sottolinea che «La nostra nuova ricerca aggiunge altre due specie a questo elenco e, come molti dei mammiferi australiani descritti di recente, si nascondono in bella vista.Le due nuove specie appartengono a un gruppo di roditori australiani molto piccoli e giustamente chiamati topi delicati.
Queste delicate creature differiscono dai parassiti invasivi che potresti incontrare in casa o in giardino. Con gli adulti che pesano appena 6i grammi, sono generalmente più piccoli e costituiscono una parte essenziale dell’ambiente naturale e degli ecosistemi australiani».
Prima della nuova scoperta, si pensava che l’omonimo gruppo, il topo delicato o Molinipi (Pseudomys delicatulus), fosse un’unica specie il cui vasto areale estendeva dal Pilbara nella Western Australia, attraverso parti del Northern Territory e del Queensland e fino al confine con il New South Wales, ma il team di ricerca ha ora confermato che «I topo delicato appartiene a tre specie, non a una».
La Roycroft racconta che «Lo abbiamo scoperto utilizzando il sequenziamento genomico di topi delicati provenienti da tutto il Paese, combinato con dati sui tratti riproduttivi e scansioni di tomografia computerizzata (CT) ad alta risoluzione. Le tre specie sono geneticamente distinte. Anche il loro sperma e i loro cromosomi non sono compatibili, il che probabilmente impedisce loro di incrociarsi. Nonostante questo, sembrano abbastanza simili tra loro, motivo per cui queste altre due specie di topi delicati sono rimaste sconosciute fino ad ora».
Uno di questi topi ha mantenuto il suo nome scientifico originale, Pseudomys delicatulus che ora si riferisce al “topo delicato settentrionale”. Le altre specie sono state chiamate “topo delicato occidentale” o Kalunyja nella lingua Kariyarra (Pseudomys pilbarensis) e vive principalmente nell’Australia occidentale, comprese le regioni di Pilbara, del Great Sandy Desert e del Kimberley meridionale. Il “topo delicato orientale” o Kalla, nella lingua Wik-Mungkan (Pseudomys mimulus), vive nel Queensland orientale e nel New South Wales settentrionale, attorno al Mount Isa nel Queensland occidentale e sul Groote Eylandt.
La Roycroft fa notare che «Il topo delicato occidentale è il primo nuovo Pseudomys descritto in questo secolo. Anche se sappiamo molto sui mammiferi autoctoni dell’Australia, c’è ancora molto da scoprire. Questa scoperta segue la descrizione di due nuovi marsupiali molto piccoli avvenuta l’anno scorso, insieme a una serie di altri nuovi marsupiali e pipistrelli descritti a partire dal 2000. Dando a queste specie i loro nomi, stiamo facendo il primo passo per garantire che ricevano la giusta attenzione per la conservazione».
I roditori autoctoni australiani sono uno dei gruppi di mammiferi più minacciati e, da quando è iniziata la colonizzazione europea dell’Australia nel 1788, sono stati colpiti in modo sproporzionato dall’estinzione.
La ricercatrice dell’ANU evidenzia che «Riconoscere i mammiferi australiani con nomi tassonomici ufficiali è fondamentale per garantire che possano essere valutati e diventare prioritari per l’elencazione e il finanziamento della loro conservazione. Il topo delicato settentrionale non è mai stato una priorità di conservazione, ma questo potrebbe essere dovuto al fatto che si pensava avesse una distribuzione tre volte più grande di quanto non sia in realtà. I topi delicati occidentali e orientali non hanno ricevuto alcuna attenzione da parte della conservazione o della ricerca, perché non sapevamo che fossero specie uniche. Nell’ambito della nostra ricerca, abbiamo anche dimostrato come le specie del gruppo dei topi delicati siano specializzate in ambienti australiani unici,: dagli aridi deserti centrali ai tropici monsonici settentrionali. Considerando la specializzazione del loro habitat, i modelli della nostra ricerca suggeriscono che, in uno scenario di riscaldamento futuro moderato, fino al 95% dell’attuale habitat dei topi delicati potrebbe diventare inadatto entro il 2100.
In combinazione con minacce più immediate – predazione da parte di gatti selvatici, distruzione dell’habitat e malattie introdotte – i delicati topi potrebbero essere più a rischio di quanto pensassimo in precedenza».
La Roycroft conclude: «La nostra scoperta è significativa per il futuro dei minuscoli topi, con i loro nuovi nomi già approvati dall’Australasian Mammal Taxonomy Consortium. Seguirà il riconoscimento nella legislazione governativa. Questo ci consentirà di rivalutare lo stato di conservazione delle tre specie, per determinare quali azioni sono necessarie per proteggerle in futuro»