Teleriscaldamento geotermico, un’interrogazione per salvare i crediti d’imposta
[18 Aprile 2014]
La senatrice pisana Maria Grazia Gatti (nella foto) ha presentato un’interrogazione al Governo a seguito dei provvedimenti contenuti nella legge di stabilità per l’anno 2014, che riducono il credito d’imposta a favore dei clienti allacciati alle reti di teleriscaldamento geotermici e a biomasse.
In Gazzetta Ufficiale del 21 marzo è stato, infatti, pubblicato il decreto dell’ex presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, previsto dalla legge di stabilità 2014, che individua le modalità applicative della rideterminazione dei crediti d’imposta indicati dalla stessa legge, su proposta del ministero dell’Economia e delle Finanze, che tra gli interventi definiti, comprende anche la riduzione del 15% del credito di imposta per le reti di teleriscaldamento, con l’aggravante della retroattività del provvedimento, dal 1° gennaio 2014.
Il credito d’imposta per gli utenti che si allacciano alle reti di teleriscaldamento alimentate da calore geotermico era stato introdotto con la legge finanziaria 2001 (L. 23/12/2000 n. 388, art. 29) con un valore pari a 20,66 € per ogni kW di potenza impegnata; il credito è trasferito all’utente finale attraverso uno sconto, operato dalla società che eroga il servizio calore, nella bolletta del cliente. Lo Stato provvede poi al rimborso alla società.
Successivamente la legge finanziaria 2009 (L. 22/12/2008 n. 203, art. 2) ha confermato il credito d’imposta e ha introdotto un’ulteriore agevolazione sulla fornitura di calore mediante reti di teleriscaldamento, pari a 25,80 € per ogni MWh termico fornito. Si tratta ancora una volta di un’agevolazione in forma di credito d’imposta, che viene trasferita sul prezzo di cessione del calore all’utente finale.
Con la legge di stabilità 2014, questo contributo sottoforma di credito d’imposta è stato invece ridotto del 15% e in più in maniera retroattiva.
Un taglio che secondo quanto aveva sostenuto il Presidente della Federazione italiana produttori di energia da fonti rinnovabili (Fiper), Walter Righini, avrebbe portato ad un gettito complessivo di circa 700.000 Euro/anno, una cifra considerata irrisoria rispetto ai vantaggi che questo tipo di modalità di riscaldamento può rappresentare per le bollette dei cittadini e per l’ambiente, dal momento che il ricorso al teleriscaldamento alimentato da fonti rinnovabili corrisponde ad un abbattimento delle emissioni di CO2 prodotte dall’utilizzo dei combustibili fossili.
In più aveva sostenuto Walter Righini «riducendo il credito di imposta ossia lo sconto (articolo 2, comma 12, della legge 203/2008) applicato ai clienti finali allacciati a reti di teleriscaldamento e nel contempo non diminuendo nella medesima percentuale la componente fiscale sulle fonti fossili destinate al riscaldamento, si finisce per favorire l’impiego di questi combustibili ».
Una tesi fatta propria dalla Senatrice Maria Grazia Gatti come spiega nel presentare l’interrogazione.
«Sosteniamo che questa riduzione sia inopportuna – spiega la Senatrice – sia nell’ottica complessiva di un sistema che dovrebbe incentivare, anziché penalizzare, l’uso di energie rinnovabili, sia allo scopo di non gravare ulteriormente sui cittadini in un momento di grave crisi economica come quello attuale. Anche in considerazione del fatto che il gettito complessivo stimato a seguito della riduzione è stimato attorno ai 700mila euro annui: un importo minimo per il sistema Paese e in rapporto ai benefici economici ed ambientali di questi usi energetici».
«Infine – conclude la Senatrice Gatti – è da prendere in considerazione la possibilità di incontrare associazioni del settore, tra cui la Federazione italiana produttori di energia da fonti rinnovabili, per valutare la proposta di recuperare 300 milioni di euro annui dall’impiego delle potature del verde urbano a fini energetici».