Nasce l’ufficio Arno e fiumi toscani al Provveditorato Opere Pubbliche di Firenze
Toscana sommersa dalle alluvioni, ma i soldi per il territorio arrivano col contagocce
Danni per oltre 100 milioni soltanto negli ultimi giorni, in due anni diventano mezzo miliardo di euro
[25 Ottobre 2013]
La Toscana risulta essere negli ultimi anni una tra le regioni del nostro Paese più colpite dalle alluvioni. Ammontano a oltre 500 milioni di euro i danni causati solo dalla alluvioni degli ultimi due anni in Toscana: di questi, lo Stato ne ha riconosciuti 150 e versati solo 50. Questo dato è emerso stamattina nel corso dell’incontro a Firenze, convocato dal Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis, per fare il punto della situazione sui danni creati dal maltempo in Toscana, ma soprattutto sullo stato dell’arte della realizzazione delle opere di difesa dalle alluvioni nel Bacino dell’Arno, in forte ritardo anche a causa di vari “intoppi” burocratici.
A rincarare la dose ci pensa la Regione Toscana, che conferma in una nota come sia un quadro sempre più preoccupante quello che emerge dalla parzialissima stima dei danni che il territorio ha subìto in seguito alle recenti alluvioni. Al momento l’ipotesi più attendibile supera i 100 milioni di danni su tutto il territorio regionale. L’assessore regionale all’Ambiente e alla difesa del suolo, Anna Rita Bramerini, è stata molto diretta: «Il mio timore – sottolinea – è che la stima attuale sia destinata ad aumentare ulteriormente, visto che ciò che emerge è un quadro preoccupante che interessa l’intero territorio toscano».
Per superare i ritardi accumulati, in particolare per le Casse d’Espansione di Figline Valdarno e San Miniato e per il canale scolmatore di Pisa, il ministero ha almeno messo adesso a disposizione professionalità e uffici tecnici del Provveditorato alle Opere Pubbliche della Toscana, creando un vero e proprio “Ufficio Arno e fiumi toscani”.
«Le risorse arrivate dallo Stato per la Toscana – ha spiegato il Sottosegretario Erasmo D’Angelis – non bastano ed è ora di invertire la tendenza puntando sulla prevenzione e sulla sicurezza e non sugli interventi in emergenza. Dei 900 milioni stimati come fabbisogno nazionale per il dissesto idrogeologico dal ministero dell’Ambiente, nelle bozze della Legge di Stabilità ne troviamo solo 30 per la difesa del suolo, praticamente niente. Abbiamo già chiesto di arrivare ad almeno 500 milioni, come sottolineato dalla Commissione Ambiente della Camera all’unanimità, prevedendo di investire queste somme in modo continuativo nei prossimi 10 anni.
La realtà è da emergenza nazionale- ha aggiunto il Sottosegretario- Come dimostrano i dati sui danni degli ultimi anni le alluvioni sono ormai eventi sempre più frequenti, c’è bisogno di accelerare sulle opere di difesa dei nostri fiumi, per questo attraverso il Provveditorato alle Opere Pubbliche, mettiamo a disposizione degli enti locali supporti tecnici, uffici e competenze per superare i problemi soprattutto burocratici che ancora restano per la realizzazione di casse d’espansione e gli interventi sullo scolmatore. E’ un obbligo morale prima che politico metterci in sicurezza prima possibile».
All’incontro, tenuto presso il Provveditorato delle Opere Pubbliche, hanno partecipato il Commissario per le Casse d’Espansione di Figline Valdarno Oreste Tavanti, la Regione Toscana, il sindaco del Comune di Figline Valdarno Riccardo Nocentini, l’assessore del Comune di San Miniato Maria Teresa Piampiani, oltre, naturalmente, Gaia Checcucci, Segretario dell’Autorità di Bacino dell’Arno «Resta ancora molto da fare per il bacino dell’Arno – ha spiegato Checcucci – lo stato dell’arte è migliorato ma non mi considero soddisfatta se penso che ci sono a disposizione 104 mln di euro del famoso accordo del 2005 per la messa in sicurezza di tutto il corso del fiume. E si tratta delle priorità rispetto al complesso degli interventi contenuti nella pianificazione del piano rischio idraulico del 1999.
Rispetto a 104 milioni, solo il 50% è stato utilizzato perché mancano ancora alcune progettazioni definitive e soprattutto siamo indietro con la realizzazione delle opere, dovendo recuperare un ritardo storico e superare complessità e burocrazia che tutt’ora rallentano la realizzazione di queste opere. C’è bisogno dell’assunzione di responsabilità da parte di tutti- ha aggiunto il Segretario dell’Autorità di Bacino dell’Arno- per la più grande opera strategica infrastrutturale del nostro Paese, che è la lotta al dissesto idrogeologico con l’Arno che continua ad essere la seconda emergenza nazionale dopo il Vesuvio.
A fronte di ciò occorrerebbe, oltre ad allentare i vincoli del Patto di Stabilità, una legge speciale che consenta di ridurre tempi e procedure autorizzative e di appalto per questo tipo di interventi. Esprimo soddisfazione per la scelta del Sottosegretario D’Angelis di andare in questa direzione mettendo a disposizione un ufficio dedicato», ha concluso Checcucci.