Una scossa di magnitudo 4.6 scuote il Molise: il terremoto di Campobasso spiegato dall’Ingv
«La pericolosità sismica di questa area è alta. Terremoti anche più forti di quello avvenuto oggi sono possibili per quanto la probabilità che si verifichino non è particolarmente alta»
[29 Marzo 2023]
Alle 23.52 di ieri un terremoto di magnitudo Mw 4.6 è stato registrato in Molise dalle stazioni della Rete sismica nazionale, con epicentro a 10 km da Campobasso (Montagano) e ipocentro a 23 km di profondità.
Si tratta di una scossa avvenuta in un’area caratterizzata da una sismicità frequente con diverse sequenze sismiche nel 2002, 2013, 2016 e nel 2018, come spiegano dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
Non a caso negli ultimi 7 giorni l’area interessata dal terremoto del 2002, tra Ripabottoni e Sant’Elia Appianisi, ha avuto 16 eventi, tutti di magnitudo inferiore a 3.0, tranne quello che è stato localizzato il 28 marzo alle ore 02:20 italiane di magnitudo 3.1. Più a nord c’è la sequenza del 2018 con evento più forte di magnitudo 5.1. A sud, a poca distanza dall’area epicentrale di questa sera, è presente una sequenza sismica avvenuta a gennaio 2016, il cui evento principale ha avuto magnitudo pari Mw 4.3.
Il principale terremoto nell’area resta quello di magnitudo Mw 6.7 che colpì Campobasso nel 1805, devastando una vasta area dell’Italia centro-meridionale, con effetti distruttivi soprattutto nell’area pedemontana del Matese: 8 villaggi risultarono totalmente distrutti; a Bojano, San Massimo, Campochiaro e Castelpetroso, centri caratterizzati da differenze altimetriche, crollò parzialmente la parte bassa degli abitati. Campobasso e Isernia subirono crolli e danni gravissimi.
Anche il terremoto di ieri, che ha portato molta paura e gente strada ma al momento senza danni di rilievo segnalati sul territorio, è stato chiaramente avvertito in una vasta area dell’Italia centro meridionale, tra Campania, Puglia, Lazio e Abruzzo.
«La pericolosità sismica di questa area – concludono dall’Ingv – è considerata alta. Terremoti anche più forti di quello avvenuto oggi sono possibili per quanto la probabilità che si verifichino, ovvero la frequenza, non è particolarmente alta».