
Consorzi di bonifica: le turbolenze istituzionali dopo quelle metereologiche

La vicenda sarda ha riportato in primo piano anche in Toscana il tema cruciale del governo del territorio su cui la nostra regione dopo taluni ritardi e rinvii è tornata ad impegnarsi seriamente anche sul piano nazionale. Un ‘ritorno’ che c’è da augurarsi riesca – visti anche i consensi autorevoli e prestigiosi con cui è stato accolto non senza resistenze di ‘categoria’- a innescare finalmente una riflessione meno sconclusionata e raffazzonata sui ruoli istituzionali non solo nella gestione del suolo.
A sorpresa però la cronaca si è spostata di colpo e con polemiche vivacissime sulla elezioni dei nuovi Consorzi di bonifica.
Non intendo entrare nel merito di una vicenda in cui sono già intervenuti in molti e non soltanto il presidente Rossi e l’assessore Bramerini (Nella foto). Quello che non mi pare finora sia emerso è che stiamo discutendo di elezione diretta dei Consorzi di bonifica dopo che per le province bene che vada resteranno ma non saranno più elettive. Non c’è qualcosa che stride e che conferma la confusione –anche in un ambito così delicato-sul ruolo dei diversi e vari livelli e soggetti istituzionali?
C’è solo da sperare che non vada subito in fumo quello che di nuovo si è tornati a intravedere perché di zone d’ombra ne rimangono non poche e più importanti di quella dei consorzi di bonifica. Se sgombriamo per un momento il campo dagli insulti che sembrano ricondurre il tutto alla ‘casta’, alla corruzione e via rovinando mi pare chiaro che oltre alla vicenda delle province per niente risolta si sta parlando anche del ruolo delle regioni, di quello dei comuni non soltanto ‘micro’ e dello stato che dovrebbe dopo il fallimento del titolo V riprendere addirittura il comando sfrattando il più possibile gli altri mentre giustamente si chiede la Camera delle regioni che dovrebbe affidare alle regioni ed enti locali un ruolo maggiormente ‘statale’ o se si preferisce repubblicano.
Sul titolo V si sono sprecati gli aggettivi e anche gli insulti a partire tanto per cambiare al centrosinistra che l’avrebbe voluto per corteggiare Bossi per cui ora ben gli sta se tutto è finito a schifio.
Nessuno o quasi sembra essersi finora chiesto come mai anche leggi importanti che avrebbero dovuto e potuto -a partire proprio dal suolo- cambiare le cose sono finite come sono finite. Perché insomma quelle leggi che impegnavano stato, regioni ed enti locali con i distretti idrogeologici e altri soggetti istituzionali a operare d’intesa e in leale collaborazione hanno solo accresciuto la loro conflittualità istituzionale. Non è da qui che bisognerebbe ripartire visto che nessuno ha le carte in regola? E ripartire con quali regole? O facciamo in modo di ritrovarci tra i piedi altri Bertolaso?
