Un’opera da 2,48 miliardi di euro per l’Italia. A quando investimenti anche per i pendolari?
Dopo l’analisi costi-benefici la scelta sulla Tav Torino-Lione rimane tutta politica
Il premier Conte annuncia la svolta a favore del Governo, con il M5S che chiede un passaggio in Parlamento: una «sceneggiata», ribatte il Movimento no Tav
[24 Luglio 2019]
«Non realizzare il Tav costerebbe molto più che completarlo», e dunque il Governo M5S-Lega venerdì darà il suo ok all’alta velocità Torino Lione all’Inea – l’Agenzia europea per le infrastrutture e per le reti – per evitare la perdita dei finanziamenti europei: è questa la posizione espressa ieri dal premier Giuseppe Conte, con il Movimento 5 Stelle che chiede di portare il tema al voto del Parlamento. Una semplice occasione per poter mostrare il voto contrario del M5S, storicamente schierato contro la Tav, pur sapendo bene che in Aula una maggioranza contraria non c’è e che anche la posizione del proprio Governo ormai è un’altra.
«Dopo la diretta Facebook del presidente Conte – dichiarano infatti dal Movimento no Tav – c’è finalmente chiarezza e come abbiamo sempre sostenuto: amici dalle parti del governo non ne abbiamo mai avuti. La manfrina di tutti questi mesi giunge alla parola fine e il cambiamento tanto promesso dal Governo, getta anche l’ultima maschera, allineandosi a tutti i precedenti. Ci chiediamo ora cosa faranno tutti quelli del Movimento 5 Stelle che al parlamento si sono detti notav, ci chiediamo se avranno coraggio e coerenza o, come per altri punti politici tanto cari, che non si sono rivelati tali, faranno finta di niente tirando a campare. Ma per coraggio e coerenza non intendiamo la sceneggiata già pronta da tempo, e che la mossa di Conte conferma, di portare il voto in un parlamento dove il voto è già scontato e dove il Movimento 5 stelle voterebbe contro, tentando di salvarsi la faccia».
Dal Movimento no Tav sarà dunque opposizione dura: «Dimostreremo fin da subito la nostra vitalità, con il festival Alta Felicità che prenderà il via giovedì portando migliaia di notav nella nostra Valle, e che porteremo tutti insieme a vedere il cantiere sabato pomeriggio».
Non hanno dunque convinto gli storici oppositori, come ampiamente prevedibile, i tre elementi portati dal premier Conte per motivare l’inversione a U rispetto a soli quattro mesi fa, quando il 7 marzo disse che avrebbe impiegato in modo più utile le risorse necessarie alla Tav, ovvero: l’Ue si è detta disponibile ad aumentare il finanziamento della tratta transfrontaliera dal 40% al 55%; per quanto riguarda la tratta nazionale «che impiega molte risorse, nell’ordine di 1 miliardo e 700 milioni circa», l’Italia potrebbe inoltre beneficiare di un contributo dalla Commissione europea pari al 50%. «I fondi europei sono assicurati solo per la realizzazione del Tav e quindi non potremmo farne un impiego alternativo», precisa Conte, aggiungendo infine il «terzo elemento, quello forse più rilevante». La Francia ha confermato il 18 giugno gli impegni alla realizzazione del Tav, e «ne consegue che se volessimo bloccare l’opera o intraprendere la via di ogni altro progetto alternativo non lo potremmo fare condividendo la decisione con la Francia». Un presupposto che rende apparentemente inutile anche tutto l’iter intrapreso dal Governo sulla valutazione costi-benefici dell’opera, e di certo conferma la natura politica della scelta finale.
Non resta che prenderne atto, sapendo che per quanto riguarda l’Italia il costo di investimento per la Tav Torino-Lione è stimato in un ammontare di 2,481 miliardi di euro. Dall’altro lato, Legambiente stima in 10,8 miliardi di euro la cifra necessaria ad alimentare una cura del ferro per il Paese che non sia incentrata sulle grandi opere, ma diffusa su 26 tra linee ferroviarie, metro e tram che permetterebbero una mobilità più sostenibile per 12 milioni di persone: iniziare finalmente a investire su questo fronte sarebbe certamente un modo migliore per bilanciare l’accento sulle sole grandi opere che anche il Governo in carica continua a mantenere, rispetto alla «manfrina» contro cui si è scagliato il Movimento no Tav.