Il Parlamento europeo approva la risoluzione sulla protezione del suolo
Plauso di Legambiente e dei Verdi. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno cercato di rendere il testo meno incisivo
[29 Aprile 2021]
Il Parlamento europeo ha adottato la risoluzione sulla protezione del suolo in Europa e chiede un quadro giuridico a livello Ue per affrontare le minacce al suolo. Dopo tre giorni di un dibattito che ha visto diversi tentativi di modifica del testo – nei quali si sono distinti gli europarlamentari di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – per renderlo molto meno incisivo, respinti a larga maggioranza, è arrivato un risultato atteso per una risoluzione approdata al Parlamento su iniziativa di 6 parlamentari di altrettanti Eurogruppi, in rappresentanza della larga maggioranza dell’assemblea.
Legambiente evidenzia che «La risoluzione è un documento complesso e denso di contenuti nei suoi 69 paragrafi, a partire dal primo che segnala la gravità del fenomeno del degrado del suolo, e riportando la cifra astronomica di 50 miliardi di euro l’anno: a tanto ammonterebbero i costi attuali dell’inazione sul fronte del degrado del suolo in tutta Europa. Al contrario, i suoli sani vengono identificati come un presupposto irrinunciabile per conseguire gli obiettivi del Green Deal: dalla lotta al cambiamento climatico alla conservazione e ripristino della biodiversità, dall’ambizione ‘zero inquinamento’ alla sostenibilità del sistema alimentare. Tra le richieste del Parlamento Europeo, anche l’esplicito richiamo alla necessità di metodi di contabilizzazione dei danni al suolo nei procedimenti di valutazione ambientale, la mappatura dei siti contaminati e delle aree dismesse, lo sviluppo di meccanismi di finanziamento europeo per la bonifica dei cosiddetti “siti orfani”, ovvero quelle aree inquinate per le quali non è più possibile imputare i costi di bonifica al responsabile dell’inquinamento, e l’introduzione di misure per la limitazione e la prevenzione del consumo di suolo dovuto a edifici e infrastrutture che devono invece privilegiare il recupero di siti dismessi».
Secondo Manuela Ripa, relatrice ombra per la risoluzione per il gruppo dei Verdi/ALE, «Questo è un segnale forte per la Commissione europea: i suoli in Europa devono essere protetti con un quadro giuridico vincolante a livello europeo! Il suolo è una risorsa limitata e non rinnovabile e un ecosistema essenziale di fondamentale importanza ambientale e socioeconomica. Svolge molte funzioni chiave che sono vitali per l’esistenza umana e la sopravvivenza dell’ecosistema. Tuttavia, non esiste ancora una legislazione generale per proteggere i suoli. Sebbene l’aria e l’acqua siano già oggetto di un’ampia legislazione quadro dell’Ue, la protezione del suolo è stata oggetto di normative nazionali. Ora il Parlamento europeo chiede alla Commissione di presentare una proposta forte per proteggere il suolo. La risoluzione chiede un solido quadro giuridico per proteggere il suolo, con obiettivi e misure chiari. Queste misure includono la prevenzione dell’impermeabilizzazione del suolo, la priorità al riciclaggio delle aree dismesse, la fine del degrado del suolo entro il 2030 e la fine del consumo netto di suolo entro il 2050 al più tardi, chiedendo anche una partecipazione pubblica e una consultazione efficaci e inclusive quando si tratta di consumo di suolo».
Nel 2006, un precedente tentativo della Commissione europea Ue di proporre un quadro comunitario per la protezione del suolo era stato sostenuto dal Parlamento europeo, ma bloccato da una minoranza di Stati membri, soprattutto Gran Bretagna, Germania e Francia, e ritirata per questo nel 2014 dalla Commissione Europea, definitivamente. Dopo questa grave sconfitta, Legambiente si è mobilitata, lanciando una piattaforma europea che ha coalizzato oltre 500 associazioni di 26 Paesi membri e che ha promosso una petizione europea, People4Soil, che nel 2017 ha raccolto 216.000 firme, di cui 83.000 solo in Italia, ma la mobilitazione dei cittadini non fu sufficiente. Per il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, è quindi il coronamento di una lunga battaglia delle associazioni ambientaliste: «Siamo entusiasti dell’esito della votazione, la risoluzione approvata ieri, infatti, serve a colmare un gravissimo vuoto del diritto ambientale della UE, ovvero la mancanza di una direttiva sul suolo: contiene la richiesta esplicita, alla Commissione europea, di redigere una proposta legislativa per la protezione e l’uso sostenibile del suolo – dopo 15 anni di promesse e di battaglie, questa risoluzione accende la luce verde a un percorso legislativo che ora deve ripartire, con il vento favorevole del Green Deal».
Eleonora Evi, eurodeputata di Europa Verde, ha sottolineato che «Il Parlamento Europeo ha finalmente dato voce agli oltre 200.000 cittadini europei che con l’iniziativa People4Soil chiedono da tempo una legge sul suolo. La Risoluzione adottata in plenaria è un segnale inequivocabile sulla necessità di dotarsi di un quadro legislativo forte e vincolante affinché questa risorsa fondamentale alla vita dell’uomo e all’ecosistema venga adeguatamente tutelata e ripristinata. A poco sono serviti i tentativi di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia di ridurre la richiesta ad azioni non legislative. Una visione colpevolmente miope se si pensa che il suolo fornisce approvvigionamento di cibo e materie prime, provvede alla regolazione del clima catturando carbonio, serve alla purificazione dell’acqua, al controllo degli organismi nocivi e contribuisce a prevenire inondazioni e siccità. Una risorsa vitale, ma in serio pericolo. Se non saranno presto adottate misure adeguate, infatti, vaste aree dell’Europa meridionale saranno a forte rischio di desertificazione entro il 2050. “Si tratta di misure quanto mai urgenti, soprattutto in regioni, come la Lombardia e il Veneto, in cui il fenomeno della cementificazione ha raggiunto livelli drammatici. Sono delusa, invece, perché a causa di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, è stato cancellato il riferimento al supporto che i regimi alimentari sostenibili possono dare alla salute dei suoli, dimenticando che una dieta senza prodotti animali ha il potenziale di migliorare notevolmente lo stato dei suoli e l’uso dei terreni e quindi contrastare la crisi climatica. Ora è necessario che questo primo passo trovi compimento nelle politiche degli Stati membri, affinché, riconoscendo il ruolo strategico dell’agricoltura, adottino misure di protezione del suolo nei loro piani strategici nazionali sulla PAC, promuovendo pratiche agronomiche non intensive, agricoltura biologica e rigenerazione dei suoli agricoli degradati».
Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente,conclude: «Ora il vento è cambiato a Bruxelles, ma sappiamo che esistono ancora forti resistenze alla protezione del suolo da parte di diversi Paesi membri, su cui bisognerà lavorare, nei prossimi mesi, per evitare che la storia si ripeta: gli obiettivi climatici, di sostenibilità e di sicurezza alimentare ci mettono di fronte a sfide per le quali non si può prescindere dalla protezione di un bene che, come scrive la risoluzione approvata ieri, è una risorsa comune da cui dipende il benessere dell’intera comunità europea».
Per affrontare gli ostacoli e le diffidenze opposte dagli Stati membri a una normativa sul suolo, nei prossimi mesi Legambiente sarà impegnata nell’attività di advocacy, nei confronti del nostro Governo ma anche in relazioni con le organizzazioni della società civile di altri Paesi europei, anche attraverso l’ampio partenariato internazionale del progetto europeo SOIL4LIFE di cui Legambiente è capofila.