Marco Moretti (Ardsu): «Entro l'anno l'accordo sulla Paradisa»
Pisa. Residenze universitarie e consumo di suolo, terza via cercasi
L'Ardsu si appresta a costruire in San Cataldo 240 posti letto in più. Sinistra per… critica la cementificazione
[6 Settembre 2013]
Aumenteranno i posti letto per gli studenti a Pisa, ma per arrivare a soddisfare tutte le domande verranno costruiti nuovi alloggi e si tenterà la strada del recupero di immobili attualmente vuoti. È questa in sintesi la situazione che si profila e che vede l’Ardsu impegnata in una sfida complessa che ha origini lontane e che non è certo destinata a esaurirsi in poco tempo: ad oggi mancano 1.000 posti all’appello. Sulla bilancia (e anche sul bilancio) dell’azienda regionale pesano l’assenza della Paradisa (nella foto), immobile dell’Inail che ospitava 500 posti letto – ora vuoto e abbandonato dal 2010 – e la possibilità di costruire da subito e con cospicui finanziamenti statali un intervento, che se non sarà risolutivo porterà comunque 240 posti in più.
L’immobile nuovo sorgerà nella zona di San Cataldo e la sua costruzione è prevista da tempo. Nelle scorse settimane l’Ardsu ha indetto la gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione della nuova residenza universitaria, sulla base del progetto definitivo che il Dsu ha presentato per ottenere il finanziamento statale. 6980 metri quadri su un terreno concesso dal Demanio in uso gratuito e perpetuo all’azienda. Quattro piani di cui uno interrato con autorimessa, camere singole e doppie dotate di servizi igienici privati, locali e cucine comuni. Da parte del Miur c’è un cofinanziamento del 50%, e il resto della spesa – 11,8 milioni di euro iva esclusa – saranno risorse dell’Ardsu, che includono la cessione in conto prezzo al soggetto aggiudicatario di due complessi immobiliari di proprietà, cioè via dell’Occhio e via Tagliamento.
All’associazione studentesca Sinistra per…, che pure approva l’aumento di posti letto, non piace però quest’ultimo passaggio, ovvero la permuta con due immobili pubblici, e il consumo di suolo previsto con la nuova residenza: «Ci sembra evidente che alla San Cataldo devono essere affiancate altre operazioni per arrivare a una copertura completa degli aventi diritto», hanno scritto negli scorsi giorni. «In particolare, l’Ardsu con la collaborazione di altri enti pubblici dovrebbe concentrarsi su operazioni di recupero e riqualificazione di edifici esistenti: oltre a scongiurare nuova cementificazione, tali interventi consentirebbero di contenere la spesa e di avere a disposizione i nuovi posti letto in tempi più celeri rispetto a una costruzione ex-novo. San Cataldo difficilmente entrerà in funzione prima dell’anno accademico 2016/2017 mentre gli studenti hanno bisogno di risposte concrete quanto prima», concludendo: «Positivo in questo senso che si proseguano le trattative con Inail per l’ex casa dello studente in via Paradisa».
Che però il recupero sia una procedura più rapida non è affatto scontato. Certo, il conflitto resta: consumare suolo e costruire in fretta per rispondere all’esigenze abitative degli studenti o aprire trattative estenuanti con pubbliche amministrazioni a fronte, spesso, di logiche finanziarie anche nel settore pubblico che scoraggiano il recupero degli immobili vuoti? La stessa Inail, l’altra protagonista della vicenda, è molto più silenziosa sulla vicenda di quanto non lo sia mai stata l’Ardsu. Che tramite il presidente Marco Moretti, respinge le critiche degli studenti con una cronologia degli eventi: «All’epoca del bando con la legge 338, con il quale avremmo potuto finanziare la ristrutturazione della Paradisa, chiedemmo la disponibilità di Inail tramite procedura di evidenza pubblica», racconta.
«L’Inail l’assegnò a un soggetto terzo, che un anno dopo ha rifiutato. D’altra parte, la trattativa con il Ministero ci ha consentito di ottenere 7 milioni per San Cataldo, e ora che c’è di nuovo una trattativa con Inail, considerata la scarsità dei posti letto, a noi interessa che vada a buon fine», e aggiunge: «Dobbiamo però contare solo sulle risorse nostre e questo ha portato a una trattativa complessa e lunga: Inail come molte pubbliche amministrazioni ha questi tempi, mi sentirei però di dire che stiamo arrivando in porto, spero che entro l’anno si possa chiudere».
«Strumentale l’accusa di cementificazione», dice ancora Moretti. «Stante le cose abbiamo bisogno di entrambe le operazioni, quindi in parallelo portiamo avanti le due trattative. Dobbiamo programmare su un tempo lungo, sapendo che se non riusciremo a riappropriarci dei 500 posti della Paradisa sarà un disastro. È incredibile la quantità di immobili pubblici vuoti e in quanto azienda regionale quando possiamo dobbiamo intervenire in questo senso. Certo, sarei stato più contento se avessimo trovato un immobile di quelle dimensioni pronto all’uso, del resto vale un po’ la legge dell’opportunità: l’Ardsu ha una concessione edilizia su San Cataldo, c’è un finanziamento, sarebbe un peccato non procedere».
Quanto alle condizioni per l’accordo con Inail il presidente dell’Ardsu non si sbilancia: «Chiediamo un affitto ridotto e offriamo la realizzazione di parte dei lavori, il cui importo verrà scomputato dall’affitto. Stiamo facendo uno sforzo e sappiamo che Inail sta facendo altrettanto. Se chiuderemo l’accordo ci sarà un sopralluogo congiunto per stabilire esattamente l’importo dei lavori».