Salviamo il paesaggio della Sardegna. Appello Fai, Italia Nostra, Inu, Legambiente e Wwf
[21 Novembre 2013]
«La devastazione provocata dall’alluvione in Sardegna, con la tragedia della perdite di vie umane, impone alla Regione il radicale cambiamento nella gestione del territorio, con il blocco di ulteriori compromissioni e l’adozione di efficaci interventi di riassetto idrogeologico e paeseggistico». E’ questo il succo dell’appello unitario lanciato da Fondo ambiente italiano (Fai), Italia Nostra, Istituto nazionale di urbanistica (Inu), Legambiente e Wwf che spiegano: «La Giunta Regionale ha approvato un nuovo Ppr, che stravolge il precedente, proponendo di annullare molte delle misure a tutela del nostro territorio, costruite in decenni di lavoro comune e di crescente attenzione della comunità sarda».
Le 5 associazioni il 23 novembre terranno una conferenza stampa a Cagliari, e intanto lanciano l’appello “Salviamo il Paesaggio della Sardegna” che parte da un assunto: «La salvaguardia dei suoli e dei paesaggi delle coste e delle zone interne deve costituire la risorsa strategica per promuovere uno sviluppo che sia sostenibile».
Inu ed ambientalisti invitano a partecipare studiosi, esperti, amministratori, rappresentanti delle istituzioni e tutti i cittadini che hanno a cuore la tutela del patrimonio paesaggistico ambientale della Sardegna a quella che, dopo il disastro del ciclone “Cleopatra” si presenta come una rinascita culturale e politica della Sardegna che metta al centro la tutela ed il recupero della sua più grande risorsa: il territorio e l’ambiente.
Le associazioni concludono: «Siamo fiduciosi che i sardi sapranno scegliere di difendere il proprio territorio per promuovere nuove politiche del lavoro basato sulla salvaguardia ambientale, su un esteso programma di riassetto idrogeologico e sulla riqualificazione dell’edificato esistente. Rafforzare la qualità del territorio e la sua attrattiva nel panorama internazionale con il restauro del sistema paesaggistico costiero, la riqualificazione dei tanti villaggi costieri e dei centri urbani, con migliaia di seconde case e di edifici invenduti o inutilizzati, il recupero alle grandi tradizioni produttive agroalimentari dei terreni abbandonati sono la grande sfida per la generazione vivente e per quelle future, con decine di migliaia di posti di lavoro e garanzia di vita delle comunità insediata».