Voragini sulla strada di Rio Marina, la Regione finanzia sistema di monitoraggio allerta
[4 Giugno 2013]
Dopo che il 28 maggio sulla strada provinciale 26 in località il Piano, nel comune elbano di Rio Marina, si è aperta una nuova voragine, subito riempita di massi, si pensa ancora di riaprire al traffico la strada, la principale arteria di collegamento con il resto dell’isola, entro la metà di Giugno, ma intanto montano le polemiche e in molti si chiedono perché le indagine geologiche e geotecniche non hanno individuato quella piccola cavità. Il 13 gennaio sulla strada provinciale, al confine tra i comuni di Rio Marina e Rio nell’Elba si era aperta una voragine molto più grossa e il 13 maggio per quel cedimento, provocato da una specie di “liquefzione” del suolo sotto la provinciale, che costringe a fare un lungo giro collinare e costiero lungo la strada della Parata per raggiungere Rio Marina, è stato dichiarato lo stato di emergenza regionale.
Oggi la Regione Toscana annuncia «L’’installazione di un sistema di monitoraggio per poter dare un preallarme in caso di segnali di un possibile sprofondamento e per attivare le necessarie procedure». Per questa misura la Giunta regionale ha destinato un finanziamento di 96.800 euro a favore della Provincia di Livorno. Infatti, dal sopralluogo effettuato dal Dipartimento di scienze della terra dell’università di Firenze insieme ai tecnici della Protezione Civile regionale è emersa la necessità di monitorare una vasta area adiacente alla strada provinciale per cercare di prevedere fenomeni analoghi a quello che si è verificato in gennaio lungo il tracciato stradale.
In una nota la Regione spiega che «Al sistema di monitoraggio sarà collegato un piano di protezione civile che individua le azioni e le procedure da far scattare in caso di allerta sprofondamento. La cifra stanziata dalla Giunta regionale contribuisce a coprire i costi del primo anno di monitoraggio e di allertamento rapido, al termine del quale saranno decise le ulteriori misure da adottare in relazione ai risultati degli studi conoscitivi per mettere a fuoco le cause del fenomeno».