Oggi l'inaugurazione
Via le fogne dall’Arno: con Ersa il fiume a Firenze sarà più pulito
La nuova conduttura raccoglie gli scarichi fognari fiorentini al depuratore di San Colombano
[9 Maggio 2014]
Oggi è stato inaugurato l’Emissario di Riva Sinistra d’Arno (Ersa), una conduttura che convoglierà al depuratore di San Colombano gli scarichi fognari di Firenze prodotti sulla riva sinistra, che finora finivano non depurati nell’Arno. Nell’area, interessata dall’opera, vivono complessivamente 140.000 abitanti. L’Ersa è lungo 7,4 chilometri e corre per 6,8 Km lungo l’asse principale sull’argine dell’Arno a cui si aggiunge una conduttura, lunga 600 metri, che risale il Fosso degli Ortolani.
Inaugurando l’opera, Gaia Checcucci, segretaria dell’Autorità di bacino del fiume Arno, ha detto che «con la conclusione del progetto Ersa, quella di Firenze sarà la prima Area Metropolitana d’Italia ad essere depurata al 100%. Il completamento dell’Ersa costituisce un importante passo avanti nel perseguimento dell’obiettivo di “qualità buono” richiesto dall’Europa per il nostro fiume, ma la strada da fare è ancora lunga. Dal quadro conoscitivo sulla salute dei nostri fiumi, che emerge dal Piano di gestione pubblicato dall’Autorità di bacino nel 2010 e attualmente in corso di aggiornamento in vista del 2015, risulta che non si può abbassare la guardia perché su tutto l’Arno, compreso il bacino drenante a monte di Firenze, sono ancora molti i problemi di qualità delle acque da risolvere».
L’Ue infatti il 31 marzo ha inviato un altro pesante monito all’Italia, con la notifica di una nuova costituzione in mora per inadempimento delle direttive comunitarie riguardanti problemi di gestione e qualità delle acque su oltre 1.500 centri abitati, di cui 42 in Toscana tra cui anche l’Arno a Firenze. «Il collettore che trasporta i reflui fognari di tutta la sinistra del fiume Arno di Firenze al depuratore di San Colombano consente di superare la più grande criticità idrica e ambientale dell’area metropolitana fiorentina. Un lavoro immane quello svolto da Publiacqua, realizzato anche grazie alla tariffa idrica e alle capacità finanziarie del gestore, a riprova del fatto, e giova ricordarlo in questi giorni di discussione sugli aumenti tariffari – commenta Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana – che le tariffe idriche in Toscana servono a fare opere come queste, per migliorare la qualità dell’acqua, depurare anche i centri abitati più piccoli e scongiurare crisi idriche e siccità».
L’Autorità di Bacino dell’Arno sottolinea che «gli effetti che derivano da questo intervento potranno servire a superare le criticità evidenziate dall’Europa e così a scongiurare il rischio di multe milionarie nei confronti del nostro Paese. Lo stato di qualità del fiume non dipende però da un singolo intervento ma da un complesso di azioni a monte e a valle del capoluogo toscano, che riguardano non solo il servizio idrico ma anche e soprattutto il settore agricolo e quello industriale e che agiscono non solo sulla tutela qualitativa ma anche sulla quantità della risorsa».
La Checcucci ha concluso: «E’ per questo che diventa strategico avere una visione d’insieme delle problematiche legate alla gestione della risorsa. Il “cruscotto” sviluppato dall’Autorità di bacino in questi anni nell’ambito del Piano di gestione consente di monitorare in progress le varie situazioni critiche, di valutare la sostenibilità economica e ambientale delle misure pianificate, di orientare le scelte da compiere e, infine, di capire quali effetti immediati abbia la realizzazione di un intervento per un singolo tratto di fiume e per l’intero bacino».