L’appuntamento oggi e domani al Complesso museale Santa Maria della Scala
Un nuovo approccio ecologico al diritto, a partire dalla Quercia delle Checche
Vive in Val d’Orcia da almeno 370 anni il primo albero riconosciuto dal ministero dei Beni culturali come monumento verde d'Italia: a Siena un convegno per guardare al futuro, con la direzione scientifica del giurista Massimiliano Montini
[5 Ottobre 2018]
Il primo albero ad essere riconosciuto come “bene culturale” su suolo italiano deve il suo nome alle gazze (checche, nel dialetto della Val d’Orcia) che sovente popolano i suoi rami: la Quercia delle Checche, appunto, che spunta maestosa nel cuore della campagna senese. Un primato che consente di guardare al futuro, permettendo di riflettere su un nuovo modello di tutela per l’ambiente e il territorio, che metta insieme elementi naturalistici e culturali nell’ambito di un concetto allargato di patrimonio culturale, per tracciare le linee guida nel settore della tutela dei monumenti verdi e del nuovo approccio ecologico al diritto.
Saranno appunto questi i temi del convegno La tutela dei monumenti verdi, che prenderà vita oggi e domani al Complesso museale Santa Maria della Scala (Siena). Organizzato da Università
di Siena, Opera Val d’Orcia, Comune di Siena e Santa Maria della Scala, il convegno vanta la direzione scientifica di Massimiliano Montini – docente di Diritto dello sviluppo sostenibile all’Ateneo senese, nonché membro di spicco del nostro think tank redazionale, Ecoquadro –, e ospiterà molti interventi di peso (in coda all’articolo è disponibile il programma integrale dell’evento, ndr).
Il convegno affronterà le tematiche relative ai monumenti verdi come la nuova frontiera del patrimonio culturale, si occuperà del ruolo partecipativo dei cittadini nella loro gestione e traccerà le linee guide del nuovo approccio ecologico al diritto. Naturale che tutto questo parta dalla Quercia delle Checche, simbolo da una parte di bellezza assoluta, propria di questo simbolo identitario della Val d’Orcia così amato dalla comunità, dall’altra della leggerezza scellerata degli uomini, causa delle cadute e delle ferite aperte che hanno messo a rischio la vita stessa di questa matriarca degli alberi, vecchia di almeno 370 anni.
Nel 2014 infatti una grande porzione della pianta venne abbattuta a causa del parziale distaccamento di un suo enorme ramo, causato anche in ragione delle tante persone che vi salivano, a volte anche simultaneamente, per scalare la pianta, dondolarsi o semplicemente per farsi foto; davanti al rischio mortale per la Quercia delle Checche scattò però la risposta della comunità locale, attraverso formazione del comitato SOS Quercia delle Checche, che nel corso del tempo si è trasformato in Opera Val d’Orcia.
Da quel 2014 sono successe tante cose, ricorda oggi l’Opera, poco sul piano della cura e della manutenzione ma tanto sull’auto-organizzazione della comunità per difendere dai vandali e dall’incompetenza questo simbolo identitario della Val d’Orcia. Sull’onda di questa tenace passione civile il ministero dei Beni culturali nel giugno del 2017 ha riconosciuto la Quercia delle Checche come un bene immobile da sottoporre a tutela, come albero monumentale perché “di particolare interesse pubblico”. Di fatto diventando il primo monumento verde d’Italia e avviando una grande rivoluzione copernicana nel mondo del diritto rivolto ai monumenti opera della natura. Poi nell’agosto del 2017, nonostante l’impegno di cittadini e Mibcat, ha ceduto anche la grande branca orizzontale, probabilmente per recuperare il secolare equilibrio statico perduto con l’evento del 2014. Solo successivamente a questo ennesimo danno sono stati eseguiti i lavori di sostegno della Quercia. Un albero-monumento con le stampelle, ma pur sempre simbolo di una rinascita civile comunitaria e seme di futuro.
Da qui si riparte, per un nuovo approccio ecologico al diritto, con il convegno in partenza oggi. Nelle varie sessioni, che vedranno gli interventi di relatori qualificati e esperti del settore, verranno esaminati gli aspetti storico, naturalistico e giuridico di questo ambito, con un focus particolare su quello gestionale e sul ruolo dei cittadini nella partecipazione alla gestione dei monumenti verdi. Il convegno si concluderà dunque con una tavola rotonda, nella quale saranno presentate esperienze di gestione condivisa dei monumenti verdi a livello internazionale e locale.