Giari: «La strada per essere competitivi è una sola, il sistema integrato»
Distretto conciario di Santa Croce, Regione e Rea Impianti insieme verso l’economia circolare
Firmato un protocollo d’intesa dal valore di oltre 80 milioni di euro per migliorare il recupero dei rifiuti speciali e assicurarne da subito un corretto smaltimento
[4 Marzo 2019]
Il distretto industriale conciario di Santa Croce sull’Arno, che si articola lungo sei Comuni, rappresenta un’eccellenza toscana di calibro internazionale: oltre 500 aziende e 6mila addetti sfornano il 35% della produzione nazionale di pelli e il 98% di quella di cuoio da suola, con un fatturato pari a 2,4 miliardi di euro dovuto per il 70% all’export. Come ogni attività umana quest’industria non è a impatto zero, ma è riuscita nel corso del tempo a comprendere il valore – anche economico – della sostenibilità con investimenti da centinaia di milioni di euro per tagliare le emissioni in atmosfera e mitigare l’impatto acustico, ma soprattutto per migliorare sul fronte trattamento dei rifiuti e scarichi idrici, fino ad arrivare oggi a un potenziale punto di svolta: Regione, Associazione conciatori e Rea impianti hanno firmato oggi il primo “patto sull’economia circolare” che nasce in Toscana.
Si tratta di un protocollo d’intesa (integralmente disponibile in allegato, ndr) con orizzonte 2022, prevedendo investimenti per oltre 80 milioni di euro finalizzati alla riduzione dei rifiuti prodotti nel distretto e a migliorarne la valorizzazione e il re-inserimento in latri cicli produttivi; al tempo stesso il protocollo mira ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti non recuperabili prodotti dalle imprese conciarie presso la discarica di Scapigliato (Rosignano Marittimo) gestita da Rea Impianti per tutta la durata della fase transitoria (tre anni), quando si prevede che saranno stati realizzati gli investimenti previsti sugli impianti, permettendo così ad esempio di ricavare dai rifiuti conciari concime organico di alta qualità e conglomerati bituminosi e cementizi, dando piena attuazione all’economia circolare.
«Un accordo che segna una rivoluzione nello smaltimento rifiuti e un grande salto di qualità anche per il settore industriale – commenta il governatore Enrico Rossi – perché porta sviluppi futuri per il lavoro, l’occupazione e la tutela dell’ambiente. Questo patto getta anche le basi perché in Toscana si possano attrarre nuovi investimenti sia nel settore del conciario sia nel comparto moda. Non ultimo, siamo in grado di risparmiare in discariche e inceneritori. Quello che firmiamo oggi è il primo patto per l’economia circolare ma sono in dirittura d’arrivo anche patti sulla carta e sul tessile».
Il quantitativo di rifiuti cui far fronte è ingente: ad oggi – ricordano dalla Regione – vanno in discarica 50mila tonnellate di scarti di lavorazione (prodotti da conciatori e pellettieri) alle quali si aggiungono altre circa 20/30mila tonnellate di scarti di pelli prodotte altrove nel territorio regionale; inoltre 20mila tonnellate di carniccio e rasature ad oggi usate per produrre concimi. A questi rifiuti si aggiungono 70mila tonnellate di fanghi.
Complessivamente, la gestione dei rifiuti nel distretto vive oggi una «situazione pre-emergenziale», a causa di alcune vicende – come la contestata cancellazione dal Registro fertilizzanti dei prodotti “Natifert” e “Carbocal” in uscita dalle linee produttive di Consorzio Sgs, che tratta 80.000 tonnellate di carniccio all’anno – che «hanno fortemente compromesso alcune pratiche di economia circolare attuate presso il distretto conciario e incentrate sull’attività di recupero dei rifiuti». Per migliorare ancora su questo fronte l’Associazione conciatori richiederà le autorizzazioni per migliorare impianti cruciali per il settore: l’impianto di depurazione di via del Bosco 283 Santa Croce (con investimenti inseriti nell’accordo di programma da 204 milioni di euro del 2013), quello di trattamento fanghi di via S.Andrea 121 a Santa Croce (investimento da 50milioni di euro) e quello per il trattamento sottoprodotti di origine conciaria di via Nuova Francesca a Santa Croce (investimento da 30 milioni di euro).
Si tratta di investimenti per concludere i quali occorre però tempo: la Regione Toscana da parte sua si impegna ad assicurare la conclusione dei procedimenti amministrativi necessari per la realizzazione impiantistica, ma nel mentre occorre urgentemente smaltire i rifiuti prodotti in sicurezza. Qui entra in gioco il Polo impiantistico di Scapigliato, definito poche settimane fa dalla commissione regionale d’inchiesta sui rifiuti «un esempio di sistema virtuoso». L’11 febbraio la Giunta ha rilasciato la nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia), che prevede una graduale diminuzione dei conferimenti in discarica e la concretizzazione del progetto “La Fabbrica del Futuro”, attraverso il quale si «punta al graduale e progressivo superamento della discarica per trasformare Scapigliato – si ricorda nel protocollo d’intesa – in un polo industriale innovativo finalizzato al recupero di energia e nuova materia prima secondaria dai rifiuti». Scapigliato oggi si configura dunque «come un polo strategico di rilievo e con funzione regionale nella gestione del ciclo dei rifiuti in Toscana».
È in questo contesto che l’Associazione conciatori e Rea Impianti hanno raggiunto «un accordo volto a consentire da un lato, lo smaltimento di quantità di rifiuti prodotti dalle imprese aderenti all’Associazione, per il periodo intercorrente fino all’entrata in funzione dei nuovi impianti e dall’altro lato a consolidare, anche attraverso la prevista partecipazione dell’Associazione conciatori allo sviluppo del Centro regionale di economia circolare, la concretizzazione del progetto “La Fabbrica del Futuro”».
«Si tratta di un accordo emblematico – ha concluso Alessandro Giari, amministratore unico di Rea Impianti srl – e significativo perché apre a una logica di sistema di cui abbiamo grande bisogno in Toscana. Noi ci siamo convinti velocemente della sua bontà e ci siamo offerti volentieri, tanto più che anche noi stiamo trasformando il nostro impianto da discarica a polo industriale di recupero di materia e energia. La strada per essere competitivi è una sola: il sistema integrato, come quello che stiamo costruendo».