«Per generare la stessa energia sarebbero necessari oltre 28 ettari di territorio di fotovoltaico»
Legambiente, dal parco eolico a Piombino «più aspetti positivi che negativi»
«L’ambientalismo scientifico c’insegna a valutare lucidamente vantaggi e svantaggi di ogni progetto. Se si vedono solo i problemi, non si fa mai nulla»
[22 Maggio 2019]
Sul territorio del Comune di Piombino la società Web Italia energie rinnovabili sta portando avanti – dopo aver ottenuto la relativa autorizzazione da parte della Regione Toscana, al termine di un complesso iter valutativo – il progetto per realizzare un parco eolico composto da sei torri, per una produzione media annua stimata in 52mila MWh prodotti da una fonte energetica rinnovabile come il vento. Tenuto conto che l’unica energia “a impatto zero” è quella che non usiamo, e che al contrario il funzionamento della nostra società è legata a doppio filo al consumo di energia, è necessario valutare ogni progetto industriale di questo tipo alla luce di questi due assiomi per valutare quale impianto può essere utile allo sviluppo sostenibile del territorio e quale no. Un esercizio che Adriano Bruschi (presidente di Legambiente Val di Cornia) e Fausto Ferruzza (presidente Legambiente Toscana) hanno incentrato proprio sul parco eolico in via di realizzazione a Piombino; lo riportiamo di seguito integralmente.
Dati eolico Piombino “WEB Italia”
Numero torri: 6 da 3,3 MW di potenza cadauna, per un totale di 19,80 MW
Altezza torri: 112 mt al mozzo e una estensione delle pale di 68 metri quindi la massima altezza di punta-pala raggiunge i 180 metri
Distanza fra le torri: 320 mt
Disposizione: 1,6 km le sei torri si trovano a 400 metri dalla spiaggia subito a ridosso della zona industriale Aferpi -Dalmine
Produzione media annua stimata: 52.000 MWh – 2.600 ore equivalenti di funzionamento
Consumo elettrico medio annuo di Piombino (stima al 2009):
Agricoltura 2.000 MWh
Industria 842.600 MWh
Terziario 51.700 MWh
Domestico 38.000 MWh
La rotazione iniziale avviene con vento di 3m/sec (10,8 km/h); con vento inferiore stanno ferme mentre con vento maggiore o uguale a 25 m/sec (90 km/h) entrano in cut/off ovvero entrano in funzione meccanismi di uscita dalla direzione del vento e di frenaggio elettrodinamico.
Costo energia: Enel vende ai grandi consumatori industriali a 100 €/ MWh o più (dipende dai contratti in essere) – Enel acquista da WEB a 66 €/ MWh – WEB può vendere ad altre aziende a circa 75 – 80 €/ MWh – Royalty al Comune di Piombino: 2% del fatturato cioè 68.640 € all’anno circa se vende all’Enel, altrimenti (con altre aziende acquirenti) una cifra anche superiore.
Per generare la stessa energia annua del parco eolico della WEB sarebbero necessari oltre 28 ettari di territorio di fotovoltaico.
Rumore prodotto nello studio di VIA 2009 max: 33,7 Decibel sotto la pala
Gli aerogeneratori Vestas modello V136 sono apparecchiature di ultima generazione, top di gamma come prestazioni e come rumore; hanno le pale dentate per un “taglio” aereodinamico più silenzioso); quindi hanno valori di rumorosità inferiori allo studio della VIA. L’azienda sostiene che i rilievi fonometrici ufficiali affermano che il parco non produrrà alcun cambiamento rispetto alla situazione attuale di rumore di fondo; impatto sonoro sempre inferiore al rumore di fondo, già a circa 200 metri, nei momenti di massima rumorosità, è trascurabile.
L’eccezionale rendimento di queste pale dipende dal profilo, dai materiali, dalla leggerezza e forma delle pale, dal sistema digitale di controllo che regola immediatamente la geometria delle pale e la direzione della navetta in modo da star sempre nella posizione ottimale di “taglio vento”.
Nessuna tipologia di fonte energetica può esser definita ad “impatto zero”. In particolare, dal punto di vista paesaggistico, nessuna localizzazione può essere assunta superficialmente, senza precostituire possibili criticità percettive. In collina, ad esempio, l’impatto di una strada di accesso agli impianti è certamente maggiore di quanto non lo sia in pianura. Allo stesso modo, la collocazione delle sottostazioni è altrettanto impattante, in via teorica sempre e comunque.
Entrando nel merito della localizzazione scelta e del design adottato per la disposizione degli aerogeneratori, lungo la costa piombinese, con sviluppo est/ovest, la soluzione adottata ci pare la migliore delle soluzioni possibili, nel contesto dato. Appena a sud dell’area Dalmine, il parco eolico in questione risulta ingentilire la skyline del comparto industriale esistente.
L’ambientalismo scientifico d’altronde c’insegna a valutare lucidamente vantaggi e svantaggi di ogni progetto. Se si vedono solo i problemi, non si fa mai nulla, se si vedono acriticamente solo i vantaggi, si rischia di veder accettate opere decisamente sbagliate.
Questo in esame è un progetto che ha oggettivamente più aspetti positivi che negativi. Quando era il momento di occuparsene, solo alcune associazioni ambientaliste hanno presentato osservazioni, fatto fare studi suppletivi e ottenuto modifiche al progetto. Non ricordiamo se in quel periodo altri se ne sono interessati e hanno mandato alla Regione Toscana altre osservazioni. Noi sì.
Aggiungiamo che non è vero che queste pale non portano lavoro. Ne portano poco nella fase del montaggio e della manutenzione, ne portano tanto nella fase della fabbricazione, anche se non qui, e ne potrebbero portare tanto anche a Piombino con l’energia che producono. Se producono energia a un prezzo inferiore di quello che chiede Enel, e alcune aziende ne fruiscono, s’induce uno stimolo alla stabilità produttiva e occupazionale. Se localmente si riuscisse a consorziare le aziende nella produzione ed utilizzo dell’energia rinnovabile, si creerebbe un sistema anche di attrazione delle imprese più innovative favorendo nuova occupazione.
Infine, una nota squisitamente politica. In un contesto nel quale i ragazzi del Global Strike for Future ci redarguiscono sulla mancanza di coraggio nell’accettare, con pienezza e serietà, la portata epocale della sfida climatica, come possiamo giustificare oltre la nostra inerzia? Favorire le fonti rinnovabili di energia. E’ una formula passe-partout, con cui ormai tutti i partiti e tutti i movimenti politici inaugurano le proprie campagne elettorali. A parole. Lo stiamo vedendo anche in questi giorni, con l’avvicinarsi dell’importante tornata del 26 maggio 2019. Eppure, quando poi si scende di scala, sui territori, non c’è giardino utile per ospitare gli impianti che dovrebbero produrla questa fantomatica energia rinnovabile!
Non a caso, abbiamo intitolato il documento con cui convochiamo l’XI Congresso di Legambiente Il tempo del coraggio! Per imporre la serietà delle argomentazioni, condividere in modo partecipato il senso di una decisione amministrativa, favorire un clima assertivo intorno alla necessaria pianificazione e realizzazione dei mille impianti che servono al nostro Paese, occorre proprio tanta determinazione, ma soprattutto tanto coraggio.
di Adriano Bruschi, presidente di Legambiente Val di Cornia e Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana