I siti di trapianto di Posidonia oceanica in Toscana

Life Seposso: Arpat ha presentato una ricognizione dei progetti sottoposti a VIA e Verifica di assoggettabilità, che possono determinare un impatto sulle praterie di Posidonia

[24 Dicembre 2019]

Nell’ambito del progetto Life SEPOSSO, si sono tenute a Ischia (NA) varie attività tra cui la seconda serie di immersioni tecnico-scientifiche, dopo quelle del 2018. Le attività hanno visto il coinvolgimento simultaneo degli operatori subacquei dei vari partner del progetto: ISPRA, ARPA Toscana, Università di Roma “Tor Vergata“, Università di Palermo (DISTeM).

Oltre al monitoraggio tecnico-scientifico i ricercatori di ISPRA e gli operatori dell’AMP Regno di Nettuno hanno condotto iniziative di divulgazione e disseminazione del progetto che hanno coinvolto circa 100 ragazzi della scuola media “Giovanni Scotti” di Ischia (NA).

A conclusione di tali attività si è svolta anche la III visita di monitoraggio del progetto da parte della dott.ssa Mascha Stroobant, esperta di monitoraggi di progetti Life per la UE, che ha verificato l’andamento del progetto SEPOSSO sia per la parte tecnica, che amministrativa e finanziaria.

In tale occasione il Settore VIA VAS di ARPAT ha presentato il lavoro svolto per valutare gli impatti dei progetti su Posidonia oceanica nella Regione Toscana. Infatti, oltre ai casi di studio già monitorati specificatamente dal SEPOSSO, tra cui Piombino (Toscana), Ischia (Campania), Civitavecchia – S. Marinella (Lazio), Augusta – Priolo (Sicilia), il progetto guarda anche all’esperienza toscana come regione “pilota” all’interno della quale sono stati individuati ulteriori siti in cui sono state realizzate attività di trapianto, sia come misura di compensazione sia come attività di recupero ambientale.

A questo proposito il Settore VIA VAS, nell’ambito del Progetto SEPOSSO, si è occupato di effettuare una ricognizione, a livello regionale, di progetti sottoposti a VIA e Verifica di assoggettabilità, che possono determinare direttamente o indirettamente un impatto sulle esistenti praterie di Posidonia, analizzando gli aspetti procedurali dei singoli progetti e lo sviluppo delle prescrizioni impartite, evidenziando le eventuali criticità riscontrate nella loro ottemperanza.

Le opere più impattanti sono risultate le opere portuali come i dragaggi, realizzazione dei moli e dighe e le opere di difesa della costa quali ripascimenti, realizzazione di pennelli e barre sommerse, oltre alla posa di condotte sottomarine (oleodotti, gasdotti e cavi elettrici).

Negli ultimi 10 anni si sono riscontrati 7 progetti di interesse regionale che hanno comportato, per loro tipologia e localizzazione, l’emissione di 13 prescrizioni specifiche per la tutela delle praterie di posidonia. Principalmente si tratta di impatti di tipo indiretto causato dall’aumento di torbidità dovuto alla sospensione di sedimenti durante le lavorazioni in ambiente marino, solo in alcuni casi è stato riscontrato un impatto diretto sulle piante di posidonia esistenti.

Per questi progetti è stata compilata una scheda analitica, in analogia con quella formulata da ISPRA per i 4 casi studio del progetto SEPOSSO, per analizzare gli aspetti procedurali del progetto e seguire lo sviluppo delle prescrizioni impartite, evidenziando le eventuali criticità riscontrate nella loro ottemperanza. Le informazioni tecniche di dettaglio dei monitoraggi su questi siti saranno oggetto di alcuni report, ancora in fase di redazione e che saranno pubblicati sul sito Web del Progetto Seposso.

Inoltre, durante l’incontro il Settore Mare di ARPAT ha presentato i primi risultati dei sopralluoghi toscani effettuati nel 2019 in collaborazione con il CIBM – Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata “G. Bacci” di Livorno – nell’ambito del Progetto SEPOSSO, relativamente alle attività di monitoraggio tramite immersioni subacquee su questi ulteriori casi di studio di trapianto individuati nella nostra regione, prescritte come opere di compensazione o, in casi altri, realizzate come azioni di recupero ambientale e/o sperimentazione di nuove tecniche.

di Arpat – Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana