Ghinelli: «L'ampliamento di Podere Rota? Possibile, ma non è questo il momento per parlarne»
Arezzo, termovalorizzatore e non solo: ecco come cambia il polo di gestione rifiuti di San Zeno
Dalla Giunta regionale è arrivato l’ok al progetto Aisa impianti: previsti 37 milioni di euro in investimenti e 40 nuovi posti di lavoro. De Girolamo (Cispel): «È la bussola da seguire a livello regionale»
[5 Agosto 2020]
Entro tre anni – a partire dal prossimo ottobre – il polo per la gestione rifiuti di San Zeno (Arezzo) gestito da Aisa impianti sarà ampliato, con lo scopo di rendere praticamente autonoma la città dell’oro e la sua provincia nella gestione e smaltimento della spazzatura prodotta dai suo cittadini. È infatti arrivato l’ok della Giunta regionale, che nella delibera n.1083 del 03-08-2020 spiega con dovizia di particolari il “Progetto di riposizionamento dell’impianto di recupero di rifiuti urbani di San Zeno“.
Allo stato attuale nel polo impiantistico possono essere conferiti un massimo di 129.000 tonnellate annue di rifiuti urbani, distribuiti principalmente tra le linee di selezione meccanica/biostabilizzazione e compostaggio, nel rispetto delle capacità autorizzate di ciascun reparto di trattamento. Gli scarti combustibili delle linee di cui sopra (sovvallo), spiega la delibera regionale, ad oggi vengono recuperati energeticamente nel termovalorizzatore per un ammontare fino a 45.000 tonnellate annue.
Il nuovo progetto avanzato da Asia impianti prevede, in particolare:
- Ampliamento dell’attuale linea di compostaggio per il trattamento di ulteriori 35.000 tonnellate annue oltre le 23.000 t/anno trattate attualmente;
- Inserimento di una Bat (Best available technology, ovvero la migliore tecnologia disponibile) all’interno del processo di riciclo della frazione organica da raccolta differenziata per il pretrattamento mediante digestione anaerobica delle 35.000 tonnellate di cui sopra, prima del processo di compostaggio;
- Incremento dell’efficienza energetica della linea di recupero energetico, con conseguente aumento della potenza termica fino a 22,5 Mwt e quindi dei quantitativi annui da sottoporre a incenerimento (fino a 75mila tonnellate/anno, rispetto alle 45mila attuali); il termovalorizzatore avrà la funzione di recupero energetico del sopravaglio ottenuto dal trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati e delle frazioni secche di scarto provenienti dalla “fabbrica di materia”, oltre a un massimo di 2.000 tonnellate/anno di rifiuti provenienti da fuori impianto.
- Incremento dell’efficienza del sistema di selezione meccanica per l’estrazione di materiali riciclabili secchi quali plastiche e vetri dal rifiuto urbano indifferenziato, nonché per il trattamento di frazioni secche raccolte in forma differenziata, tipo multimateriale leggero o pesante (la cosiddetta “fabbrica di materia”); complessivamente potranno essere trattate fino ad un massimo di 78.000 tonnellate/anno di rifiuti complessivi nella selezione meccanica e fino ad un massimo di 89.200 tonnellate/anno di rifiuti nella “fabbrica di materia”. I materiali riciclabili poi, naturalmente, dovranno essere effettivamente avviati a riciclo nelle filiere industriali di competenza (vetro, plastica, metalli, etc).
«L’ampliamento dell’impianto di recupero integrale dei rifiuti urbani di Aisa Impianti a San Zeno rappresenta la bussola da seguire a livello regionale per adeguare la Toscana a standard ben più elevati in tema di gestione dei rifiuti – osserva Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana – La Toscana pur essendo un leader mondiale per il riciclaggio è ancora troppo fragile sul piano impiantistico: serve un piano regionale che affronti il deficit impiantistico almeno nel settore dei rifiuti urbani. Servono decisioni importanti per localizzare gli impianti necessari, facendo digestori anaerobici e piattaforme di riciclaggio, potenziando la capacità regionale di recupero energetico e facendo gli impianti per fanghi e pulper. Bisogna farlo presto, se vogliamo una Toscana sicura e più competitiva. In quest’ottica l’esempio che ci viene dato da Aisa impianti e Regione Toscana è il migliore da seguire».
Un progetto cui la Regione toscana ha dato l’ok, a valle di un complesso iter valutativo, dopo averne valutato tutti gli aspetti ambientali e non solo. L’immobilismo non era più possibile: come riporta la Conferenza dei servizi, l’analisi condotta da Aisa impianti mostra che l’alternativa zero – consistente nel mantenere il polo impiantistico di San Zeno nella sua configurazione attuale senza apportare le modifiche in progetto – è «in contrasto con gli obiettivi del vigente Piano regionale di gestione dei rifiuti che prevede per l’area di Arezzo una capacità di termovalorizzazione di 75.000 tonnellate annue e di digestione anaerobica di 30.000»; inoltre «l’assenza di un’impiantistica di recupero rifiuti adeguata impedisce, di fatto, la concretizzazione del progetto di recupero e riciclo rifiuti previsto dalle direttive comunitarie»; di fatto l’alternativa zero «comporta la probabile esportazione dei rifiuti urbani raccolti in forma differenziata fuori dal territorio regionale».
«Abbandoniamo totalmente la logica del mero incenerimento dei rifiuti – commenta il presidente di Aisa impianti, Giacomo Cherici – Noi spostiamo l’asse su una centrale di recupero a tutto tondo, dove la parte di recupero del riciclaggio di materia assume due terzi mentre la parte finale, quella del recupero energetico relativo al forno, rimane ad un terzo: in questo momento stiamo facendo veramente un passo verso la terza via dei rifiuti, che garantirà a questa provincia, a questa zona e all’Italia centrale di avere un’impiantistica d’eccellenza a livello nazionale».
Il progetto, una volta concluso, porterà con sé anche 40 nuovi posti di lavoro, a fronte di investimenti previsti da 37 milioni di euro.
«Questa operazione è di grande rilevanza da più punti di vista – sottolinea il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli – Quello prioritario rispetto agli altri è che rappresenta il completamento di un impianto di recupero integrale come quello di San Zeno che si doterà, alla conclusione dei lavori, di una nuova linea ben più potente di quella attuale che tratterà l’organico in maniera sistematica e con produzione di biogas», grazie al biodigestore: in un anno verrà estratto un volume di biometano pari a circa 100mila rifornimenti di un’utilitaria.
Ma anche nei migliori modelli di economia circolare, inevitabilmente, continueranno ad esserci scarti dai quali non è possibile recuperare né materia né energia, e per questi la soluzione più sostenibile è conferirli in una discarica autorizzata a gestirli in sicurezza. «Noi abbiamo la discarica di Podere Rota che sta andando verso l’esaurimento, quindi – argomenta il sindaco Ghinelli – dovremmo seriamente porci il tema di dare a questa parte di territorio una nuova discarica. L’ampliamento di Podere Rota? Possibile, ma non è questo il momento per parlarne. Un tema comunque si pone, ed è quello di utilizzare una discarica a supporto del sistema di termovalorizzazione di San Zeno».