Approvata all’unanimità mozione bipartisan
Rifiuti radioattivi: è no anche del Consiglio regionale, ma scansarli non basta
Le aree “potenzialmente” idonee indicate sono obiettivamente in zone di alto pregio, tuttavia una soluzione va trovata perché tutti siamo responsabili della produzione di questi scarti
[13 Gennaio 2021]
È un “no” unanime, assolutamente bipartisan e che non sorprende quello che il Consiglio regionale ha espresso contro l’ipotesi del Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi in Toscana. La mozione votata, che arriva dopo l’opposizione già espressa dalla Giunta e dai sindaci più direttamente interessati,era la sintesi di quattro attipresentati rispettivamente dai gruppi di Italia Viva, Lega, Partito democratico e Fratelli d’Italia proprio per dire no al deposito di rifiuti radioattivi nella nostra regione.
Come noto, infatti, alcuni giorni è stata pubblicata con l’ok del Governo la mappa dei siti “potenzialmente” adatti ad ospitare i rifiuti radioattivi prodotti nel nostro Paesi, dallo smantellamento delle centrali nucleare fino a quelli legati ad operazioni di routine negli ospedali (toscani compresi). Due di questi siti (su 67) sono stati individuati appunto nel senese e nel grossetano, entrambi obiettivamente in zone di particolare pregio per più di una motivazione.
“A seguito della conferenza dei capigruppo in cui mi era stato dato mandato di cercare una soluzione comune – ha detto in Aula il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo – abbiamo predisposto un documento unitario per dare ancora più forza al presidente Giani nel momento in cui discuterà del tema col governo. Esprimiamo netta contrarietà rispetto all’individuazione da parte di Sogin del territorio tra i comuni di Pienza-Trequanda, in provincia di Siena, e Campagnatico in provincia di Grosseto, tra le possibili aree potenzialmente idonee ad ospitare rifiuti radioattivi italiani di media e bassa radioattività”.
Nell’atto si impegna la Giunta regionale a “continuare e ad esprimere con nettezza tale contrarietà in tutti i luoghi deputati” e “a fornire ai comuni interessati, in tutti i passaggi procedimentali, ogni supporto utile al fine di sostenere con la massima efficacia la posizione di contrarietà all’individuazione dei siti in oggetto”.
“Credo – ha concluso Mazzeo – che questa sia una battaglia che l’assemblea legislativa fa bene a fare tutta insieme, per dare il senso di quella che sarebbe una ferita che la nostra terra potrebbe subire, specialmente quei territori che hanno un impatto turistico e ambientale così importante”.
Ma se appunto si può esser d’accordo sul fatto che Campagnatico e soprattutto Pienza col suo patrimonio Unesco siano inadatti ad ospitare il Deposito nazionale, è doveroso aggiungere che anche la Toscana, che produce ogni giorno rifiuti radioattivi, dia un contributo alla soluzione di un annoso problema. Come ha spiegato Legambiente attraverso il suo presidente regionale Fausto Ferruzza, vanno ricordate “con chiarezza due cose: la prima è che, sovrapponendo criteri escludenti e favorenti, i nostri due siti non sono certo in pole position rispetto agli altri 65 ipotizzati da Sogin. La seconda è che, nel farci carico della responsabilità collettiva d’individuare un Deposito nazionale per le scorie nucleari, andremo comunque a migliorare uno status quo che vede oggi stoccate quelle stesse scorie in piazzali provvisori, assai improbabili sul piano della prevenzione del rischio d’incidente rilevante”.
Quindi, allo stato attuale delle cose, comunque la si pensi il Deposito unico sarà più sostenibile di quelli provvisori attualmente sparsi per lo Stivale. Dunque il Governo ha fatto bene a porre con forza il tema, ma ora è il momento di trovare anche una soluzione, e il punto di caduta potrà arrivare solo dopo un confronto franco con i territori (senza eludere però la responsabilità della decisione finale).
Va avviato, come ha detto Ferruzza ma è la posizione di tutte le associazioni ambientaliste più importanti, un “percorso trasparente, partecipato e condiviso con tutti i territori interessati, ossia va aperto come in Francia un grande dibattito pubblico”.
Certo, il dibattito poi arriverà a una conclusione, dopo di ché la politica sarà chiamata a fare sintesi e poi a prendere una decisione ed è pacifico fin da ora che l’appaluso corale sia fuori discussione. Ma per trovare una destinazione ai nostri rifiuti radioattivi nessuno può tirarsi indietro.