Rosignano Marittimo, negli ultimi 5 anni rimossi dal territorio e smaltiti 21.500 kg di amianto
Brogi: «Invitiamo tutti i privati cittadini che detengano manufatti in amianto ad attivarsi per avviare le corrette pratiche per la rimozione dell’eternit»
[1 Marzo 2021]
A distanza di quasi 30 anni dalla legge 257/1992 che ne ha vietato l’utilizzo, l’amianto continua ad essere un dramma irrisolto sia in Italia – dove si stimano ogni anno 6mila vittime collegate all’esposizione – sia in Toscana, anche se qualcosa a livello locale continua a muoversi: a Rosignano Marittimo, ad esempio, negli ultimi cinque anni sono stati rimosse 21,5 tonnellate di questo materiale.
«Fin dal 2010 il Comune di Rosignano Marittimo, attraverso un Regolamento approvato dal Consiglio Comunale il 29 dicembre 2010, poi integrato e modificato successivamente nel 2011 e nel 2013, ha incentivato le attività di intervento di rimozione di materiali contenenti amianto dei privati cittadini grazie a importanti contributi economici sui costi di rimozione e smaltimento delle coperture in eternit. Solo negli ultimi 5 anni, grazie all’impegno dell’Amministrazione – dichiarano oggi dal Comune – sono stati rimossi e correttamente smaltiti oltre 21.500 kg di amianto sul nostro territorio. E nei 5 anni precedenti il quantitativo è stato ancora maggiore».
Per tornare a migliorare serve sia l’impegno dei cittadini, sia la disponibilità di impianti dove smaltire in modo sicuro i rifiuti contenenti amianto: l’alternativa infatti sta fra il vederli dispersi nell’ambiente, con gravi rischi per la salute, o nel rimandare le necessarie bonifiche.
Sul primo punto l’assessore all’Ambiente di Rosignano Marittimo, Vincenzo Brogi, è molto chiaro: «Invitiamo tutti i privati cittadini che detengano manufatti in amianto ad attivarsi per avviare le corrette pratiche per la rimozione dell’eternit, provvedendo contemporaneamente, qualora vi siano i requisiti, ad inoltrare le domande di contributo».
E per quanto riguarda invece la disponibilità degli impianti? Qui la soluzione non s’improvvisa: ci sono almeno 2 milioni di tonnellate di amianto ancora da bonificare in Toscana, che da sempre non sappiamo dove smaltire. Già il Piano regionale rifiuti redatto nel 1999 metteva in guardia contro «una strutturale carenza di impianti per lo smaltimento». Carenza che non fa che aggravarsi, dato che anche i pochi siti disponibili si vogliono chiusi e di nuovi non se ne vogliono. La soluzione però è sempre la stessa, come ricordato recentemente sia da Legambiente sia dall’assessore regionale all’Ambiente, Monia Monni: «Dobbiamo ridurre il ricorso alle discariche, ma sappiamo che per alcune tipologie di rifiuti come l’amianto restano ad oggi la soluzione migliore».
L. A.