Firenze: il luxury hotel all’ex caserma di Costa San Giorgio
Le osservazioni di Paola Grifoni e Marinella Del Buono: inadeguati contenuti e comunicazione
[4 Giugno 2021]
Riceviamo dall’associazione di volontariato Idra e pubblichiamo
Prosegue indefessa l’attività di garbata sollecitazione civile e culturale promossa dalla cittadinanza attiva d’Oltrarno, indirizzata alla squadra di governo della città di Firenze. La partecipazione negata a una popolazione ragionevolmente inquieta per gli effetti di scelte urbanistiche mai presentate e discusse pubblicamente si esprime attraverso un carteggio quasi quotidiano con Palazzo Vecchio, destinato a proseguire per settimane – in assenza di riscontri – alla luce della messe di espressioni di motivato, autorevole e argomentato dissenso dalla condotta della giunta. Né il sindaco né l’assessora alla (presunta) Partecipazione né l’assessora all’Urbanistica hanno mai accordato un confronto pubblico ai 677 residenti promotori di un progetto partecipativo ammesso dalla Regione Toscana in ottemperanza alla legge varata nel 2013. Né è stato accordato un incontro o un colloquio ai rappresentanti di una così importante porzione di cittadinanza, che ha corroborato con firma e dati di identità la richiesta di attuazione di una legge per la quale la Regione Toscana va fiera nel Paese.
Le riflessioni inviate stamani a Palazzo Vecchio e pensate – come le altre – per la maratona oratoria civile sull’urbanistica fiorentina svoltasi venerdì scorso presso la porta della Dogana, è firmata da Paola Grifoni, già Soprintendente a Firenze, e Marinella Del Buono, già Architetto funzionario del Segretariato Regionale Toscana del Ministero dei Beni culturali.
In un paese civile questa associazione, Idra, non avrebbe ragione d’essere.
Un paese civile si farebbe paladino della tutela del suo patrimonio ma, evidentemente il nostro non è un paese civile se si consente di far tornare i gladiatori in un Colosseo rinnovato o si pensa ad un trenino che attraversi il Giardino di Boboli per il pubblico godimento… vogliamo davvero consentire che la nostra città diventi “la grande Firenze” per merito di un trenino a cremagliera che attraversa un ambiente di altissimo valore culturale? C’è solo da sperare che almeno in questo caso il MiC ricordi il suo ruolo di tutela del patrimonio culturale e lo eserciti attraverso la Soprintendenza.
Paola Grifoni
già Soprintendente dei beni storico-artistici, archeologici e del paesaggio
per le province di Firenze, Pistoia e Prato, e per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
già Segretario regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Toscana
Nel sito istituzionale del Comune di Firenze si legge che “la comunicazione ha un ruolo essenziale non solo perché consente la condivisione delle informazioni necessarie ai soggetti pubblici e privati per poter operare insieme, ma soprattutto perché favorisce la condivisione di punti di vista, obiettivi, interpretazioni della realtà sulla base delle quali è poi possibile organizzare l’azione comune”.
Allora ci si chiede: perché, nel procedimento di adozione della variante urbanistica relativa al recupero dell’ex caserma di Costa San Giorgio, tali principi di trasparenza, informazione e partecipazione hanno trovato un’applicazione debole, incostante e spesso solo formale?
A partire dalla scelta di affidare al privato proprietario l’intera gestione della procedura concorsuale, dalla formulazione del bando, alla nomina della commissione giudicatrice ed alla selezione dei progetti vincitori, senza spiegarne preliminarmente presupposti, obiettivi e ruolo assunto dall’Amministrazione.
Dell’esito del concorso è poi mancata una diffusa informazione e tantomeno sono state previste modalità di facile accesso e consultazione degli elaborati prodotti, così da rendere disponibili a tutti elementi conoscitivi corretti e completi; infine le successive fasi del procedimento hanno avuto tempistiche così accelerate da non aver agevolato la più ampia partecipazione pubblica.
La notevole e speciale complessità del contesto urbano e paesaggistico coinvolto da qualsivoglia previsione di recupero di Costa San Giorgio richiede che il deficit di comunicazione venga quanto prima colmato e sia dato spazio a momenti di confronto, in modo che le valutazioni di competenza dell’Amministrazione possano avvalersi di approfondimenti e contributi ulteriori rispetto a quelli già esaminati.
Tra l’altro, la particolare ubicazione dell’area oggetto di trasformazione urbanistica, compresa sia nel sito UNESCO del Centro storico di Firenze (core zone), sia nella zona di rispetto (buffer zone) del sito UNESCO – Ville e giardini medicei (Giardino di Boboli), rende quanto mai opportuna una verifica preliminare, integrata e coerente, dei potenziali impatti positivi/negativi delle previsioni di trasformazione in grado di influire su valori, attributi, autenticità e integrità di entrambi i beni iscritti nel Patrimonio Mondiale.
Obiettivo comune sia quello di rafforzare le prerogative pianificatorie dell’Amministrazione comunale nel perseguire la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e lo sviluppo sostenibile del territorio e nel delineare percorsi e soluzioni che contemperino le legittime istanze del privato con l’interesse pubblico generale. Solo in tal modo il complesso di Costa San Giorgio potrà rinascere dopo un lungo periodo di abbandono e riprendere il racconto della propria storia a tutti quelli che vorranno ascoltarla.
Marinella Del Buono
già Architetto funzionario Segretariato Regionale Toscana Ministero Beni e Attività Culturali e Turismo