Amianto: la Solvay S.A. condannata per la morte dell’operaio Romano Posarelli
Bonanni dell’ONA: «Sentenza storica che afferma il principio dell’integrale risarcimento dei familiari»
[21 Giugno 2021]
Il giudice del Tribunale di Livorno Sara Maffei, con sentenza di condanna a carico della Solvay accoglie le richieste dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), e dell’avvocato Ezio Bonanni, al risarcimento dei danni per la morte di Romano Posarelli stroncato, il 18 novembre 2010, da cancro polmonare causato dall’esposizione professionale ad amianto nello stabilimento di Rosignano.
All’ONA ricordano che «La morte dell’operaio giunse dopo un’agonia di 122 giorni, in presenza della moglie, Maria Luisa Filippi, e del figlio Massimiliano, già all’epoca coordinatore della sede ONA di Rosignano Solvay e impegnato nella ricerca delle prove sull’uso dell’amianto in Solvay».
Posarelli, prima di morire, esortò il figlio Massimiliano nell’impegno per la tutela della salute e della vita umana, rispetto al rischio costituito dall’amianto e dagli altri cancerogeni, e l’orfano ha raccolto il testimone. Fin dal 2008, infatti, l’ONA è operativa con una sede nel territorio di Rosignano Solvay e ha raccolto le prove di centinaia di casi di malattie asbesto correlate vincendo numerosi contenziosi, e questo ha costituito il presupposto della tutela in sede giudiziaria che prosegue con decine e decine di altri casi.
Il Tribunale ha dato ragione alla vittima con una storica sentenza che contiene l’accoglimento delle domande risarcitorie, sia della vittima per la sua agonia (88mila euro con gli interessi dalla data della morte), che per gli stretti congiunti per la perdita parentale, che tiene conto della relativa giovane età della vittima (70 anni), e, con riferimento alla vedova, anche della durata del matrimonio (40 anni) con quantificazione del danno in 270mila euro e, per il figlio, in 200mila euro.
L’avvocato Bonanni, presidente ONA, conclude: «La magistratura del Lavoro del Tribunale di Livorno ha affermato l’importante principio della tutela risarcitoria sia per la vittima primaria, che per i suoi familiari, con piena applicabilità delle tabelle del Tribunale di Milano e ha così smentito le tesi dell’Avv. Giulio Ponzanelli che, assumendo l’assenza di deduzione e prova del danno, oltre che della lesività dell’ambiente di lavoro, contestava il diritto delle vittime ad ottenere il risarcimento. Finalmente giustizia per i familiari di Romano Posarelli, con l’amarezza che, ad assistere alla lettura della sentenza, c’era solo il figlio Massimiliano perché la mamma è stata stroncata da un cancro».