Podere rota, c’è cromo nei terreni di riporto dei lavori stradali: da Csai la denuncia alla Dda
Frassinetti: «Nessuna correlazione con l’attività della discarica, ora sarà la Magistratura ad accertare le responsabilità di quanto accaduto»
[30 Giugno 2021]
Nel piezometro N2s (uno dei 29 pozzi di campionamento delle acque sotterranee), esterno e a monte idraulico della discarica di Podere rota, è stata riscontrata la presenza di cromo e cromo esavalente con valori non in linea con quelli storicamente registrati e del tutto anomali anche in rapporto all’assetto idrogeologico dell’area.
A rivelarlo è direttamente Csai, che gestisce l’impianto, e che ha rilevato l’anomalia nel corso dei controlli annuali previsti nell’ambito del Piano di sorveglianza e controllo della discarica di Podere rota, svolto appositamente per monitorare la qualità ambientale dell’area interessata dall’impianto.
Poiché si tratta della prima volta nella storia dei monitoraggi delle acque sotterranee della discarica in cui venivano rilevati tali valori e poiché gli elementi rilevati non riconducibili per loro stessa natura alle attività di smaltimento dei rifiuti autorizzati (compresa la formazione di percolato all’interno del corpo di discarica), Csai ha voluto effettuare ulteriori approfondimenti per comprendere la provenienza di tali sostanze.
In particolare la Relazione tecnica della società di consulenza incaricata di svolgere attività di indagine integrativa evidenziava che i test “mostrano una diretta correlazione con la qualità dei materiali utilizzati per la realizzazione delle recenti opere stradali per cui si ritiene che l’evento riscontrato sia ascrivibile a fattori esterni, in particolare alle attività di realizzazione della nuova viabilità provinciale e non riconducibili in alcun modo alla discarica”.
«Non c’è alcuna correlazione con l’attività di gestione della discarica – afferma l’ad di Csai, Luana Frassinetti – Mi preme sottolineare due aspetti che ci devono tranquillizzare. Il primo è che il nostro sistema di monitoraggio e controllo funziona e ci ha permesso di evidenziare un potenziale inquinamento anche al di fuori dei confini della discarica. Il secondo, decisamente più importante, riguarda il fatto che i contaminanti sono circoscritti in un’area ristretta e che non coinvolge i pozzi circostanti».
Da dove arrivano dunque questi inquinanti? Le concentrazioni di cromo e cromo esavalente sono tra i principali parametri impiegati in questi mesi dall’Arpat – l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana – per valutare potenziali inquinamenti nell’ambito dell’inchiesta keu condotta dalla Dda di Firenze, e dunque per tutelare al meglio la popolazione da eventuali rischi Csai ha presentato denuncia contro ignoti proprio presso l’Antimafia fiorentina per la presenza di cromo nei terreni di riporto dei lavori stradali sulla Sp 7 di Piantravigne.
«Appena avuta la certezza dei dati analitici, Csai non ha esitato un momento a denunciare il fatto alle autorità competenti e ad informarne immediatamente la cittadinanza, in un’ottica di massima trasparenza e responsabilità verso il territorio. Vogliamo avere – conclude Frassinetti – un ruolo partecipe nel mettere a disposizione della Magistratura e degli organi di controllo qualsiasi supporto necessario per ulteriori approfondimenti ed arrivare ad individuare i responsabili di questa contaminazione. Sia ben chiaro che se da una parte intendiamo fornire la massima assistenza dall’altra diffidiamo chiunque a sostenere una qualsiasi correlazione tra questo episodio, da noi denunciato, e le attività della discarica che abbiamo sempre svolto, come è costume di Csai, nel massimo rispetto delle norme a tutela del territorio. Sarà ora la Magistratura nella quale riponiamo la massima fiducia ad operare per accertare le cause e le responsabilità di quanto accaduto».