SCHEDA: Le occasioni da non perdere (e che in parte stiamo perdendo)
Arcipelago Toscano: isole (in)sostenibili. Gravi ritardi su energia, acqua, depurazione, trasporti
Bene l’Elba per i rifiuti e Capraia per l’energia
[19 Luglio 2021]
Le isole minori italiane, e l’Arcipelago Toscano in particolare, sono dei luoghi meravigliosi, in cui troviamo un intreccio straordinario di risorse ambientali, storico-culturali e paesaggistiche. Ma sono anche sistemi fragili e isolati particolarmente vulnerabili. Diversi indicatori già evidenziano come stiano risentendo degli impatti negativi legati all’aumento della temperatura dell’atmosfera e del mare, e delle pressioni antropiche connesse alla forte pressione turistica nei mesi estivi. In tutto il mondo le isole sono diventate un palcoscenico di interventi innovativi nell’ambito dell’energia, del ciclo delle acque e dei rifiuti. All’Elba, Capraia e Giglio queste sfide diventano particolarmente rilevanti nei mesi di massima affluenza turistica, comportando un grande disequilibrio rispetto al restante periodo dell’anno. La tutela ambientale, il turismo sostenibile, la riduzione delle pressioni antropiche, l’adozione di pratiche sostenibili attraverso l’efficientamento energetico, il recupero e riutilizzo del patrimonio edilizio, la produzione di energia rinnovabile, il contingentamento dei flussi turistici, la destagionalizzazione, la protezione degli habitat prioritari e delle specie protette, la certificazione ambientale dei servizi, la competitività delle imprese insulari, sono tutti elementi che nei prossimi anni dovranno caratterizzare le nostre isole minori per conservarne il grande patrimonio naturale, storico-culturale e artistico.
Con il nuovo rapporto “Isole sostenibili 2021” l’osservatorio Isole Sostenibili, promosso da Legambiente e dall’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR (CNR-IIA), vuole contribuire a comprendere lo stato di avanzamento di questa sfida, spingere e coadiuvare un cambiamento che possa far diventare queste isole un laboratorio di innovazione ambientale. Si lavora con lo sguardo proiettato alle sfide del panorama internazionale attraverso partnership con network e associazioni che sono impegnate su questi temi, nonché progetti europei e nazionali. Attraverso il portale isolesostenibili.it si vuole dare visibilità alle buone pratiche adottate nelle isole di tutto il mondo sui temi dell’energia, acqua, rifiuti, mobilità, turismo sostenibile.
Con l’Europeean Green Deal L’Unione europea Europeo ci chiedi di affrontare entro il 2030 climatici e degrado ambientale attraverso un uso efficiente delle risorse, la transizione verso un’economia pulita e circolare, il ripristino della biodiversità e la riduzione dell’inquinamento. Obiettivi ancora più definiti e urgenti quando si fa riferimento ai contesti isolani.
Il rapporro evidenzia che «L’attuazione di politiche a livello nazionale e locale che forniscano preziose risorse economiche per sviluppare progetti di sostenibilità deve essere la chiave di volta, assieme al potenziamento delle strutture tecniche degli Enti Locali, per raggiungere gli obiettivi prefissati. Un ulteriore tassello è fornito dal dialogo, la coesione e la collaborazione tra enti territoriali e nazionali, e il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni. Tutti tasselli fondamentali per procedere in un percorso chiaro e trasparente. In tale quadro le isole rappresentano infatti dei contesti preziosi e fragili in cui avviare quanto prima i progetti di transizione e spendere in maniera efficiente le risorse previste, ad esempio, nell’ambito del PNRR italiano recentemente approvato in Europa, che permetterebbe di avviare quei progetti sotto una cabina di regia nazionale.
Qualcosa è stato fatto, alcuni progetti sono in corso, ma, come raccontano i numeri e le schede del rapporto, anche nell’Arcipelago Toscano (e in alcuni casi soprattutto) «Sono rilevanti i ritardi da recuperare in particolare nella depurazione e nella crescita della produzione da fonti rinnovabili, mentre in alcune isole crescono le pratiche virtuose in materia di rifiuti e di mobilità sostenibile, di desalinizzazione idrica. In particolare, con i nuovi target europei sulla riduzione delle emissioni di CO2 occorre un cambio di passo perché oggi sono vecchi e inquinanti impianti a gasolio a garantire la produzione elettrica. Di positivo c’è la recente decisione di Terna di inserire nel nuovo piano di sviluppo la realizzazione dei cavi di collegamento con il Giglio e Favignana, che porterà a chiudere le centrali esistenti.
Legambiente ed il CNR-IIA ribadiscono che «Per dare forza a interventi in campo ambientale e climatico ambiziosi nelle Isole minori italiane occorre costruire un quadro chiaro di regole e di politiche con una prospettiva al 2030» e chiedono di: Creare presso il Ministero della Transizione Ecologica una cabina di regia per la transizione climatica e ambientale nelle isole minori; Elaborare per ogni isola un piano per il clima e la sostenibilità ambientale, con chiari obiettivi al 2030, delineando soluzioni per arrivare a un modello energetico incentrato sulle fonti rinnovabili e che permetta di affrontare le sfide per una corretta gestione circolare del ciclo dell’acqua e dei rifiuti.
Ecco, punto per punto, quali sono le sfide e i ritardi che hanno di fronte le isole dell’Arcipelago Toscano:
Una delle principali sfide riguarda l’approvvigionamento energetico. Nonostante su alcune isole vi siano alcuni dei potenziali di soleggiamento e ventosità più promettenti in Italia, in realtà i numeri delle installazioni di impianti da fonti rinnovabili sono tra i più bassi a livello nazionale. Delle 27 isole abitate analizzate, 20 risultano ancora non interconnesse alla rete elettrica nazionale e tra queste ci sono Capraia, Isola del Giglio e Gorgona).
L’energia elettrica nelle isole minori abitate italiane analizzate nel rapporto: l’Elba è interconnessa e al 31 dicembre 2021 aveva impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili per 3573,8 KWe e nessun Obiettivo potenza FER [kWe] (DM Isole Minori del 14 febbraio 2017 – Art. 2, comma 1, lettera b); Capraia 35,5 da fotovoltaico e 2.391 dalla centrale elettrica alimentata a biodiesel di importazione derivante dalla lavorazione di olio di soia, girasole e colza; Isola del Giglio 34,7 KWe e 700 come obiettivo potenza FER; i dati per Gorgona non sono disponibili. Con la Deliberazione del 6 novembre 2018 n.558/2018/R/EFR dell’ARERA, si è completato il quadro regolatorio relativo a tale D.M., che ha definito gli obiettivi di evoluzione energetica delle isole minori, mediante lo sviluppo di fonti rinnovabili elettriche e termiche. Il 7 agosto 2019 il GSE ha pubblicato sul proprio sito le “Modalità Operative per il riconoscimento della remunerazione prevista dal D.M. 14 febbraio 2017 e dalla Deliberazione 558/2018/R/EFR” e le “Condizioni Generali del servizio di remunerazione dell’energia elettrica e termica prodotta da fonti rinnovabili nelle isole minori non interconnesse di cui al D.M. 14 febbraio 2017”.
Naturalmente, nell’Arcipelago Toscano le maggiori installazioni di fotovoltaico si trovano all’Isola d’Elba ma in tutte le isole i numeri ancora troppo bassi soprattutto rispetto a quelli che erano gli obiettivi minimi di sviluppo dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili da raggiungere al 31 dicembre 2020 secondo decreto. L’altra fonte è il micro-eolico, praticamente assente nell’Arcipelago Toscano.
Capraia è invece, ad oggi, l’unica isola toscana ad aver completamente dismesso la produzione di energia elettrica da fonti fossili Le altre isole non raggiungono il 5% e i valori più bassi in tutta Italia si riscontrano all’isola del Giglio, sotto l’1%.
Per quanto riguarda il solare termico, all’Elba è poco diffuso e Capraia e Isola del Giglio sono ancora a quota zero.
I numeri delle installazioni da rinnovabili crescono, ma ancora troppo lentamente rispetto agli obiettivi che ci siamo impegnati a raggiungere con l’accordo di Parigi sul clima e a livello europeo al 2050 di completa decarbonizzazione. La crescita della produzione da rinnovabili è fondamentale anche per ridurre le emissioni prodotte da impianti di riscaldamento e cucine nelle abitazioni. È una strategia possibile puntando da un lato a riqualificare il patrimonio edilizio, supportando ad esempio l’accesso al superbonus del 110%, e dall’altro facendo crescere la produzione e autoproduzione da rinnovabili negli edifici, anche attraverso la creazione di comunità energetiche come è oggi possibile grazie alla direttiva europea. Attualmente nelle isole il riscaldamento delle abitazioni nei periodi invernali è garantito da alcuni camini e piccoli impianti a legna, da pompe di calore caldo/freddo e da bombole a gas, che hanno anche un diffuso uso per le cucine. Ridurre l’utilizzo del gas è oggi possibile sostituendo questi impianti con moderni sistemi integrati di rinnovabili, accumulo di energia e pompe di calore che possono soddisfare i fabbisogni anche per la cucina. Lavorando in parallelo su questi obiettivi di decarbonizzazione si può arrivare progressivamente a ridurre le centrali da fonti fossili esistenti fino a chiuderle definitivamente.
Dal punto di vista dell’acqua, nell’Arcipelago Toscano, così come nelle altre isole minori italiane i problemi da affrontare riguardano sia l’approvvigionamento idrico di acqua potabile, strettamente legato alla scarsità delle risorse idriche presenti, che la depurazione delle acque reflue, ancora oggi non garantita al 100% in tutte le isole.
Nell’Arcipelago Toscano, Giglio e Capraia sono servite da dissalatori, Gorgona da dissalatore e pozzi, l’Isola d’Elba da una condotta sottomarina dalla Val di Cornia e da pozzi e sorgenti, In tutte e tre le isole lo stato della depurazione è parziale e all’Elba ci sono tutta una serie di impianti che ormai non sono più a norma secondo le Direttive europee e la legislazione nazionale.
Mentre in alcune isole, come prima del “tubone” all’Elba e dei dissalatori nelle altre isole dell’Arcipelago Toscano, l’approvvigionamento era garantito durante l’estate da navi cisterna il rapporto ricorda che «La presenza degli impianti di dissalazione sulle isole minori sta aumentando sempre di più negli anni, ma si assiste a tempi di progettazione e costruzione degli stessi ancora molto lunghi, a volte anche a causa di pareri avversi tra i residenti isolani. I ritardi nella realizzazione di tali impianti provocano non pochi disagi alla popolazione e ai turisti perché spesso è difficile coprire il fabbisogno di acqua e che quando si registrano picchi di presenze turistiche, non si riesca a coprire il fabbisogno idrico».
Per Legambiente e CNR, «Obiettivo degli interventi che riguardano le risorse idriche dovrebbe essere la realizzazione di un modello virtuoso di gestione delle stesse, riducendo i consumi, recuperando gli sprechi e le perdite nella rete di distribuzione della risorsa. Per gli approvvigionamenti, dovrebbe essere formulata una strategia programmatica di sostituzione del trasporto via nave con sistemi di dissalazione sempre più efficienti, a basso impatto ambientale ed alimentati da fonti rinnovabili».
Ma nell’Arcipelago Toscano ci sono ritardi anche per quanto riguarda la depurazione e, dove presenti, i sistemi di depurazione insieme alle informazioni al loro riguardo, sono perlopiù incompleti ed inefficienti. La maggior parte di questi impianti è dotato di soli sistemi di pretrattamento e trattamento primario e solo alcuni risultano avere sistemi di trattamento più stringenti. «Occorre pertanto una precisa programmazione per rimediare a inadempienze che impattano non solo sulla salute delle acque e di chi se ne avvale, ma anche sulla stessa appetibilità turistica delle isole. Occorre agire con approcci attenti a favorire il completamento dei sistemi di depurazione degli scarichi esistenti, adottando anche tipologie di trattamento innovative per il riutilizzo delle acque reflue (come impianti di affinamento e fitodepurazione), anche per le utenze isolate».
Per le isole, avere una gestione integrata del ciclo dei rifiuti che non esca dal loro perimetro naturale, è una sfida rilevante ma necessaria, soprattutto nella stagione estiva, quando vedono mediamente quintuplicare il numero di presenze sul territorio. Nell’insieme, la capacità di differenziare i rifiuti è cresciuta, tra il 2010 e il 2019, su tutte le isole. L’Isola d’Elba (65%) e tra le 6 isole che, insieme a Capri, Capri, Maddalena, Pantelleria, Procida e Sant’Antioco, superano sia la media di raccolta differenziata del Centro Italia del 58% che quella del Sud Italia del 51%. Capraia è al 42%, Giglio solo al 30%. Il rapporto sottolinea che «Una delle voci che rimane certamente più elevata nel bilancio delle amministrazioni è il trasporto dei rifiuti indifferenziati verso gli impianti della terraferma, via nave, che si aggiunge ai costi di smaltimento. Risulta quindi di fondamentale importanza da parte delle amministrazioni locali varare politiche di prevenzione per ridurre la produzione di rifiuto alla fonte, attuando misure di informazione e contenimento, e in parallelo accelerare la raccolta differenziata, attraverso il servizio di raccolta porta a porta, che contribuisce alla creazione di occupazione locale e, al contempo, la promozione del compostaggio domestico e di comunità.
Nelle isole il tema della mobilità presenta una duplice criticità: da un lato il collegamento con la terraferma e dall’altro gli spostamenti locali, con tutti i problemi di gestione dei picchi di turismo estivi. La sfida qui sta nell’immaginare una profonda innovazione della mobilità, che da un lato punti a dare un’alternativa al mezzo privato attraverso un trasporto pubblico locale efficiente, dall’altro incentivi le forme a impatto ambientale zero: veicoli elettrici, sharing, percorsi pedonali e ciclabili sicuri.
Il numero di autoveicoli per abitante è ancora troppo alto. L’Elba è, dopo San Pietro, l’Isola con il parco auto più giovane con il 68% di euro 4,5,6.
In termini di programmazione generale sul settore mobilità, la finalità dovrebbe essere quella di ridurre la domanda di mobilità privata spingendo sull’integrazione di tutte le forme di mobilità collettiva, in sharing, l’utilizzo di biciclette e biciclette e monopattini elettrici, connessi a una rete di trasmissione e ricarica elettrica intelligente e alimentata da fonti rinnovabili, e in parallelo di bloccare l’accesso di auto dei non residenti nei periodi estivi. Politiche, disposizioni, progetti e iniziative che guardano in questa direzione sono sempre più presenti nelle isole minori italiane ma è evidente che serve una forte accelerazione degli interventi per cambiare i numeri attuali.
Inoltre l’Arcipelago Toscano è servito da traghetti ormai molto vecchi e che in altri Paesi sarebbero già in pensione da tempo, con problemi evidenti di rispetto delle normative europee. Una flotta inefficiente che andrebbe rinnovata immediatamente ma per la quale non si intravvedono progetti di utilizzo di carburanti puliti ed elettrificazione, Anzi, da anni il passaggio estivo del mezzo veloce all’Elba sta creando problemi alla balneazione e all’ambiente, mentre fioccano le segnalazione di emissioni di fumi inquinanti per i traghetti che arrivano e partono dall’Elba.
SCHEDA
Le occasioni da non perdere (e che in parte stiamo perdendo):
Il grande protagonista di quest’anno in termini di opportunità di innovazione e risorse stanziate è sicuramente il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e gli investimenti previsti.
Per garantire migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari, biodiversità e circolarità delle risorse e garantire una transizione ecologica, le opportunità di innovazione saranno destinate a tutto il territorio nazionale. Per le piccole isole verranno infatti avviate azioni integrate per renderle più autonome e “green”, riducendo l’uso di risorse locali, di produzione di rifiuti e l’impatto delle emissioni nei settori mobilità ed energia. Oltre a tali tematiche saranno affrontati i temi dello sviluppo turistico-culturale nelle isole minori per sostenere la ripresa delle strutture turistiche, sia in termini di offerta sia in termini di qualità dei servizi per i visitatori, rinnovando ad esempio le pratiche di organizzazione/gestione degli eventi turistici e culturali in una logica di sostenibilità.
Oltre a dotare 18 isole minori di un backhauling sottomarino in fibra ottica (Piano “Collegamento isole minori”) per migliorare i collegamenti esistenti e rispondere alle crescenti esigenze di connettività BUL delle famiglie, imprese ed enti presenti, nell’ambito dello sviluppo dei progetti integrati è previsto un investimento denominato “Isole verdi”. Il progetto “Isole Verdi” prevede uno stanziamento di 200 milioni di euro. Gli investimenti saranno destinati alle 19 piccole isole, che rappresenteranno “un “laboratorio” per lo sviluppo di modelli “100 per cento green” e auto-sufficienti”. Gli interventi interesseranno la rete elettrica e le relative infrastrutture per garantire la continuità e la sicurezza delle forniture e facilitare l’integrazione di fonti rinnovabili. Ulteriori esempi di interventi saranno “ottimizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti, impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, dispositivi di accumulo, smart grids, sistemi innovativi di gestione e monitoraggio dei consumi, integrazione del sistema elettrico con il sistema idrico dell’isola, sistemi di desalinizzazione, costruzione o adeguamento di piste ciclabili e servizi/infrastrutture di mobilità sostenibile”.
In merito a politiche già messe in campo, come l’attuazione del DM 14 febbraio 2017, ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha aggiornato ai sensi della deliberazione 558/2018/R/efr, il valore attribuito all’energia elettrica prodotta e istantaneamente consumata in sito e del termine Cgasolio_auto nel caso di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili realizzati nelle isole non interconnesse. Al 31 dicembre 2020, gli enti che hanno chiesto di accedere al D.M. 14 febbraio 2017 riguardano 36 impianti, 7 in più dell’anno precedente, esclusivamente per la produzione di energia elettrica da fonte solare fotovoltaica, per una potenza complessiva di 531 kWe.
In attuazione dell’articolo 6 (Progetti Integrati innovativi) del DM 14 febbraio 2017, è stato pubblicato il 28 ottobre 2020 il Bando “Progetti integrati innovativi per le isole minori non interconnesse” che destina 10 milioni di euro per la realizzazione di progetti di investimento integrati innovativi che dimostrino, nel rispetto delle condizioni di sicurezza e continuità della fornitura, di ridurre la produzione di energia elettrica annua convenzionale. I progetti sono in fase valutativa a seguito della scadenza della presentazione del 25 giugno 2021.
L’avviso prevede il finanziamento di 2 progetti integrati, che possano includere anche impianti a fonti rinnovabili offshore, compresa la fonte oceanica, e il solare termico e che consentano di ridurre la produzione elettrica annua convenzionale di cui almeno dei seguenti valori: a) il 50% per le isole con produzione annua convenzionale fino a 3000 MWh; b) il 40% per le isole con produzione elettrica annua convenzionale superiore a 3000 MWh e fino a 4000 MWh; c) il 30% per le isole con produzione elettrica annua convenzionale superiore a 4000 e fino a 5000 MWh; d) il 20% per le isole con produzione elettrica annua convenzionale superiore a 5000 MWh.
Per interventi in campo ambientale, proseguono le attività del MATTM, Ministero dell’Ambiente, oggi MiTE, Ministero della Transizione Ecologica, per il finanziamento degli interventi a valere del bando per favorire il miglioramento dell’utilizzo di acqua, energia e interventi di resilienza climatica. Nell’ambito del bando “interventi di efficienza energetica, mobilità sostenibile e adattamento agli impatti ai cambiamenti climatici nelle isole minori” del 2017 (15 milioni di euro di finanziamento), dunque a breve saranno avviati i lavori a seguito dell’approvazione dei progetti esecutivi.
Sempre nel campo ambientale, sono stanziati da parte del Ministero dell’Ambiente, oggi MiTE, 4,5 milioni di euro per il finanziamento di interventi finalizzati alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici nei territori delle aree marine protette italiane. Il bando “Aree marine protette per il clima”, analogamente al progetto ‘Parchi per il clima’ che è alla sua terza edizione, prevede finanziamenti per interventi di efficienza energetica del patrimonio immobiliare pubblico nella disponibilità dell’area marina protetta e a interventi per la realizzazione di servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile terrestre e marina.
Diversamente, la terza edizione del Programma “Parchi per il Clima” finanzierà progetti da realizzare nei territori dei Parchi nazionali, per un importo di oltre 98 milioni di euro, finalizzati in particolare a: Interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici; Interventi di efficienza energetica del patrimonio immobiliare pubblico nella disponibilità dell’Ente parco nonché degli enti locali rientranti nel territorio del parco o nelle aree contigue e realizzazione di impianti di piccola dimensione di produzione di energia da fonti rinnovabili; Interventi per la realizzazione di servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile; Interventi di gestione forestale sostenibile; Interventi di innovazione tecnologica per il supporto alla prevenzione e al governo degli incendi boschivi.
Dunque, potranno presentare progetti a valere di tali fondi anche Capraia, l’Isola del Giglio e l’Isola d’Elba, l’Isola di Pantelleria,
Un’ulteriore iniziativa del Ministero dell’Ambiente, ora MiTE, è il “Programma di interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici a favore dei Comuni di siti ed elementi UNESCO d’interesse naturalistico e nei parchi nazionali” Con lo stanziamento di 75 milioni di euro per il triennio 2021-2023. Nel dettaglio, 15 milioni di euro sono destinati all’esercizio finanziario 2021 quale quota di anticipo, 37 milioni e mezzo all’esercizio finanziario 2022 come avanzamento lavori e 22 milioni e mezzo per il 2023 in qualità di quota a saldo. Il programma prevede il finanziamento di interventi volti alla riduzione delle emissioni, anche attraverso azioni a sostegno della gestione forestale sostenibile, le risorse sono destinate agli interventi per l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare pubblico degli enti locali che rientrano nei territori Unesco, per la realizzazione di impianti di piccola dimensione di produzione di energia da fonti rinnovabili e di servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile e di mezzi e strutture per il monitoraggio, il controllo e il contrasto dell’inquinamento. Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è tra quelli aventi diritto ad eccedere al fondo
In merito al Fondo per gli Investimenti di oltre 41 milioni di euro per le isole minori, gestito dal Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie, messo a bilancio nel 2020 e destinato a 56 isole minori, corrispondenti a 40 comuni, in data 16 marzo 2021 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il DPCM del 4 febbraio 2021. Il DPCM regolamenta i criteri di riparto del Fondo per gli investimenti delle isole minori, annualità 2020, 2021 e 2022. Il fondo in base alle Legge di Bilancio 2021 risulta aumentato, pari a 71,5 milioni di euro di cui 14,5 milioni di euro per l’anno 2020, 24 milioni di euro per l’anno 2021 e 33 milioni di euro per l’anno 2022. I progetti dovranno corrispondere ad almeno di uno dei seguenti: a) collocarsi nell’ambito del Green Deal europeo ed essere riferiti alla decarbonizzazione del settore energetico, alla ristrutturazione degli edifici, alla riduzione delle bollette energetiche e dell’uso dell’energia, al sostegno all’industria per innovare a fini di green economy, a introdurre forme di trasporto finalizzate alla riduzione dei consumi e delle emissioni nocive; b) essere improntati alla sostenibilità ambientale, con particolare riferimento al recupero e alla gestione dei rifiuti, alla gestione delle acque, alla viabilità ed al recupero e al riutilizzo del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente, al contingentamento dei flussi turistici e alla destagionalizzazione, alla protezione degli habitat prioritari e delle specie protette, alla certificazione ambientale dei servizi.
Il rapporto conclude: «Le diverse opportunità di innovazione e le politiche messe in campo per affrontare le sfide tutte isolane sono fondamentali per procedere con l’avanzamento degli obiettivi prefissati al livello nazionale ed europeo. Nonostante la disponibilità di risorse, occorrerebbe maggiore dedizione da parte delle amministrazioni per l’ottenimento dei fondi per l’ideazione e realizzazione di progetti necessari ai diversi contesti. Considerate le diverse difficoltà che possono concretizzarsi sulle isole, come ad esempio la scarsità di risorse umane per l’elaborazione delle proposte progettuali e barriere di carattere burocratico-amministrativo, sebbene la potenzialità di sviluppo di progetti grazie ai fondi stanziati, è necessario costruire una cabina di regia e monitoraggio, che possa seguire e far superare alcune rilevanti barriere che queste innovazioni trovano nelle isole italiane. Dunque, per rendere questa prospettiva concreta occorre un’accelerazione su tutti i fronti, economico e organizzativo, che permettano di utilizzare al meglio le risorse già stanziate e mettere in campo ulteriori fondi per ampliare le prospettive verso isole sempre più sostenibili e autonome rispetto alla terra ferma».