Quattro proposte per affrontare le criticità delle acque di balneazione in Toscana
La maggior parte dei corsi d’acqua che sfociano in mare hanno situazioni critiche, col ripetersi in ogni stagione balneare di superamenti nei limiti di legge
[6 Agosto 2021]
Arpa Toscana, prima dell’inizio della stagione balneare 2021, ha pubblicato il consueto rapporto sui risultati della stagione precedente con la classificazione delle acque di balneazione, sia costiere che lacustri.
Nel 2020 complessivamente i circa seicento chilometri di acque balneabili presenti in Toscana, erano suddivisi in 275 aree (268 marine e 7 lacustri), che da maggio a settembre sono state oggetto dei controlli mensili da parte di Arpat.
Dai controlli effettuati nel 2020, risulta che 245 aree (pari a 570,1 km) non hanno registrato alcun superamento dei limiti di legge, mentre in 30 aree (pari a 30,7 km) si è verificato durante la stagione almeno un superamento, e quindi i conseguenti divieti di balneazione.
Tuttavia, nello stesso rapporto si evidenziano i numerosi casi di superamento dei limiti di legge, in genere in corrispondenza di giornate di pioggia, che favoriscono l’afflusso in mare delle acque dei corsi d’acqua (fiumi, torrenti, fossi) e da cui dipende la qualità delle acque di balneazione.
In 11 casi in corrispondenza con le foci di corsi d’acqua sono stati istituiti divieti permanenti di balneazione per motivi igienico-sanitari (per una estensione di 5,76 km), in quanto sono stati da tempo verificati elevati carichi fecali.
Delle 30 aree interessate dai superamenti, 9 si trovano sulla riviera Apuana, in provincia di Massa-Carrara (su 17 complessive), 3 su 21 in Versilia, 2 su 13 nel pisano, 12 su 87 sulla costa livornese, 6 su 68 nel grossetano e nessun caso nelle isole.
L’andamento di questi superamenti negli anni è sostanzialmente dovuto alle condizioni meteorologiche, nelle annate più “asciutte” si sono verificati un minor numero di superamenti e quindi divieti temporanei di balneazione, nelle annate più piovose questi casi si sono moltiplicati.
La maggior parte dei corsi d’acqua che sfociano in mare hanno situazioni critiche dovute alla presenza di:
- Scarichi fognari non autorizzati;
- Zone non coperte da fognatura pubblica;
- Impianti di depurazione malfunzionanti e/o dimensionati in modo insufficiente rispetto ai carichi determinati dalla stagione turistica;
- Mancata separazione della raccolta delle acque reflue (nere) e di quelle di prima pioggia (bianche), in modo tale che quando si verificano piogge significative l’apporto idrico ai depuratori è tale che questi devono aprire il by-pass, scaricando quindi i reflui fognari non depurati nei corsi d’acqua che sfociano in mare.
Tutto ciò indica chiaramente che non esistono scorciatoie per risolvere quello che è l’effetto visibile di questa situazione, il ripetersi in ogni stagione balneare di episodi di superamento dei limiti di legge con conseguenti divieti temporanei di balneazione. Il punto è intervenire sulla causa di queste situazioni con un’azione decisa e pianificata che richiede investimenti importanti e comporti:
- Verifica sistematica per individuare tutti gli scarichi non autorizzati;
- Realizzazione di fognature pubbliche in tutte le zone in cui attualmente non sono presenti;
- Potenziamento dei depuratori;
- Realizzazione della separazione della raccolta delle acque reflue rispetto a quelle di prima pioggia.
Poiché la trasparenza è il modo migliore per verificare da parte dei cittadini della capacità amministrativa, sarebbe auspicabile che venisse messo a disposizione di tutti un quadro dettagliato delle situazioni su cui è necessario intervenire, l’indicazione delle risorse necessarie, dei progetti predisposti e finanziati, nonché del loro stato di avanzamento.
Sarebbe un modo concreto per non veder ripetere ad ogni episodio di pioggia forte concomitante con i controlli di Arpat – che ricordiamo sono finalizzati a tutelare la salute delle persone – le ormai stantie polemiche fra i vari soggetti interessati.
Tutto questo non deve essere dimenticato, anche se i dati relativi alla classificazione delle acque di balneazione sono sicuramente molto positivi per la Toscana, considerato che per quanto riguarda il 2020, 271 aree (pari a 589,9 km) sono state classificate nella classe più elevata, 2 in quella buona e 2 in quella sufficiente.