Bonifiche, le province di Massa Carrara e Livorno sono le più critiche in Toscana

Queste aree costituiscono luoghi del territorio sui quali deve essere concentrata l’attenzione delle istituzioni, dei cittadini, delle imprese e dei media

[26 Agosto 2021]

L’Agenzia regionale per protezione dell’ambiente in Toscana (Arpat) ha recentemente pubblicato l’aggiornamento dei dati relativi ai procedimenti di bonifica nella regione, con indicazioni relative al numero alla superficie interessata, alle attività che sono causa di potenziale inquinamento dei siti, allo stato di avanzamento dei procedimenti, con il dettaglio dei dati fino a livello provinciale.

I dati sono relativi esclusivamente a procedimenti regionali, non sono ricompresi quelli che riguardano i Siti di interesse nazionale (Sin) presenti in Toscana (Massa Carrara, Livorno, Piombino e Orbetello).

Il Sisbon (Sistema informativo siti interessati da procedimento di bonifica) è lo strumento informatico di supporto, realizzato da Arpat, per la consultazione e l’aggiornamento della “Banca dati dei siti interessati da procedimento di bonifica” e per la compilazione della modulistica che i soggetti coinvolti devono compilare nelle varie fasi dei procedimenti. Ma la Regione Toscana deve ancora, da tempo, definire formalmente e rendere cogenti i ruoli e le modalità di aggiornamento della banca dati; un adempimento che sarebbe essenziale per garantire la completezza e l’aggiornamento dei dati della stessa e quindi delle informazioni disponibili sui siti inquinati (o potenzialmente inquinati) presenti in Toscana.

Queste aree, potenzialmente o effettivamente inquinate, costituiscono luoghi del territorio sui quali deve essere concentrata l’attenzione delle istituzioni, dei cittadini, delle imprese e dei media.

Secondo la norma, l’avvio di un procedimento di bonifica è legato al verificarsi di un evento potenzialmente in grado di contaminare un sito o al rinvenimento di una contaminazione storica.

Una volta effettuate le indagini preliminari e, qualora necessaria, la caratterizzazione, il sito viene dichiarato non contaminato se non sono registrati superamenti delle Concentrazioni soglia di contaminazione (Csc), o potenzialmente contaminato nel caso si sia verificato il superamento delle Csc anche per un solo parametro.

I siti non contaminati escono dalla procedura senza alcuna necessità di ulteriori interventi, mentre per i siti potenzialmente contaminati che hanno concluso la fase di caratterizzazione è applicata la procedura di analisi del rischio per la determinazione delle Concentrazioni soglia di rischio (Csr).

Qualora accertato il superamento delle Csr, il sito è dichiarato contaminato e deve essere presentato, approvato ed eseguito un intervento di bonifica/messa in sicurezza che consenta di minimizzare e ricondurre ad accettabilità il rischio derivante dallo stato di contaminazione presente. A conclusione di tali interventi, ne viene verificata l’efficacia: in tal caso si parla di siti certificati.

I procedimenti di bonifica sono di competenza delle regioni e degli enti locali, salvo quelli dei Sin (Siti inquinati di interesse nazionale) che sono di competenza del ministero della Transizione ecologica.

Complessivamente in Toscana i siti che sono interessati da procedimenti di bonifica sono circa 4.700 per una superficie di 18mila ettari, poco meno dell’1% dell’intero territorio regionale. Peraltro i siti “attivi” (a marzo 2021) risultano essere 2.086 per 11.277 ettari. In ogni caso è possibile che anche una parte di questi – secondo lo stato del procedimento – possa non dovere essere poi soggetta ad effettiva bonifica o messa in sicurezza.

I siti per i quali il procedimento si è concluso “per non necessità di intervento” sono 2.123 per 5.879 ettari, mentre i siti “certificati” per avvenuta bonifica o messa in sicurezza sono 481 per 866 ettari.

La tipologia di attività svolta più numerose sia in termini numerici che di superficie interessata è quella di tipo “industriale” con 778 siti attivi per 8.899 ettari, pari a quasi l’80% del complesso di territorio interessato da procedimenti di bonifica attivi.

Esaminando la situazione che si ha nelle singole province spiccano le situazioni delle province di Massa Carrara e Livorno: nella prima i siti interessati da procedimenti di bonifica coprono il 29% dell’intero territorio provinciale e nella seconda il 5%, in tutte le altre province questa percentuale è inferiore all’1%.