«Nessuna pressione dalla Costa per portarlo in Turchia»
«Il relitto della Concordia resta in Italia». Parola del ministro dell’Ambiente
Legambiente: «Bene Orlando, i rifiuti non si esportano»
[25 Ottobre 2013]
Il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, a margine dell’assemblea dell’Anci, ha fatto un po’ di chiarezza sulla vicenda dello smaltimento del relitto della Costa Concordia: «Non c’è alcun nesso tra le ambizioni dei porti ad avere il relitto e la possibilità che il relitto se ne vada. Il relitto resta in Italia». Orlando, confermando quanto più volte detto dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, ha detto che «Il relitto è un rifiuto» e ha aggiunto che «Il governo vuole che l’intero ciclo di trattamento e smaltimento resti nel nostro Paese, così come non vogliamo che si portino rifiuti in Paesi che non hanno una normativa adeguata e che presentano una serie di controindicazioni».
Poi il ministro ha affrontato un’altra questione: quella dell’intenzione della Costa Crociere di portare la Concordia in un porto in Turchia: «Io non ho mai subito pressioni da Costa Crociere per la Turchia. Costa Crociere deve prendere atto del fatto che stiamo parlando di un rifiuto che va smaltito secondo la normativa europea, quindi l’interlocuzione è fra Regione Toscana e governo».
Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente, è soddisfatto: «Quella del ministro Orlando è una posizione giusta e sacrosanta: i rifiuti non si esportano e un paese civile e industrializzato come l’Italia deve dare l’esempio smaltendo in casa propria questo immenso rifiuto galleggiante che ha sfregiato l’isola del Giglio. La riuscita della rotazione del relitto ha dimostrato che nel nostro Paese ci sono adeguate competenze e professionalità. Ora occorre procedere con la fase due perché lo smaltimento del relitto in Italia non è impresa impossibile, anzi rappresenta l’occasione per la nostra Penisola di sviluppare e attrezzare un polo all’avanguardia nel Mediterraneo per rottamare in maniera sicura le grandi navi. In Italia ci sono tecnologie adeguate, ma soprattutto elevati standard ambientali e severe normative in materia di sicurezza sul lavoro che garantiscono un percorso di rottamazione più moderno e affidabile di quello riscontrabile nei cantieri dei Paesi extra Ue».