Acque radioattive del Cisam, inizia lo scarico dei primi 30 metri cubi nei Navicelli
[12 Novembre 2013]
Via libera del Cisam allo smaltimento delle acque del Cisam, l’ex reattore nucleare di San Piero a Grado attraverso il depuratore di Pisa sud. Il semaforo verde è arrivato coi risultati delle analisi condotte dall’Enea sul campione prelevato dal primo lotto (bacht) da smaltire. I numeri, afferma il Cisam, confermano «il rispetto con ampi margini dei valori previsti dalla ‘formula di scarico’ illustrata in occasione dell’incontro del 16 ottobre scorso».
L’operazione, nonostante le continue rassicurazioni che arrivano in merito alla scelta tecnologica per la decontaminazione delle acque, continua a non convincere comitati e minoranze politiche locali. Soltanto ieri il consigliere comunale Idv di Livorno, Andrea Romano, aveva annunciato la presentazione di un’interrogazione per chiedere «perché nel caso del Cisam non venga osservato il vigente decreto legislativo n. 31 del 2010, che non prevede la dispersione dei rifiuti nucleari nell’ambiente ma lo stoccaggio in un apposito sito nazionale sicuro, denominato elegantemente “parco tecnologico”, gestito dalla Sogin s.p.a. (statale) e localizzato attraverso un bando che prevede compensazioni economiche per il territorio ospitante». Semplificando, lo stesso Romano chiosa domandosi: «Qualcuno al governo non avrà deciso di far buttare tutto in mare per risparmiare quattrini?». Ma l’esperienza della prima fase di smaltimento, almeno finora, parla di una sovrabbondanza di controlli da parte delle autorità che trattano l’operazione, condotte appunto con lo scopo di tranquillizzare la popolazione locale, comprensibilmente preoccupata dopo un’iniziale, lacunosa comunicazione istituzionale in materia.
Dopo l’ufficialità dei rilevamenti – inviati per conoscenza a Prefetture, Province e Comuni di Pisa e Livorno; Ispra-Dipartimento nucleare rischio tecnologico e industriale; Arpat; Asl 5 Pisa; Acque Industriali Srl (Pontedera) –, dunque, la Provincia di Pisa informa con una nota che adesso il Cisam provvederà, con le modalità indicate dall’autorizzazione conseguente agli esiti degli esami svolti, a eseguire «lo scarico dell’acqua suddetta attraverso il depuratore. Successivamente, con cadenza settimanale, si procederà ad analoga operazione per i restanti batch da 30 mc, sempre previa ricezione, dall’Enea, delle misure radiometriche che attestino il rispetto della riferita formula di scarico»