«Di questo passo la tenuta sociale è in pericolo»

Coldiretti, in Toscana i bambini senza cibo sufficiente sono aumentati del 18% rispetto al 2019

E l’aumento dei prezzi alimentari costerà in media alle famiglie 564 euro in più nel 2022

[13 Settembre 2022]

«Dalla pandemia in poi le famiglie, soprattutto i nuclei più fragili, hanno visto erodere gradualmente la loro capacità di far fronte alla quotidianità», spiega Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana, mettendo in fila i dati sulla povertà in crescita (anche) sul territorio regionale.

Come ricorda il ramo toscano della principale associazione agricola italiana, i nuclei toscani in povertà relativa sono infatti aumentati, tra il 2019 ed il 2021, di quasi un punto percentuale passando dal 5,8% al 6,7% (fonte Istat). Un’impennata del 15% che si traduce in circa 15 mila famiglie in più che si trovano in uno stato di povertà relativa, su cui ha inciso la pandemia, e che ora, con il caro bolletta, rischiano un ulteriormente peggioramento.

Si tratta di una situazione destinata ad aggravarsi in autunno con l’aumento dei prezzi alimentari che costerà in media alle famiglie italiane 564 euro in più solo nel 2022, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici e del taglio dei raccolti per la siccità.

E in un contesto tanto sfidante, come sempre a soffrire di più sono le fasce sociali più fragili. La punta dell’iceberg della povertà minorile in Toscana è la presenza di oltre 24 mila bambini di età inferiore ai 15 anni che hanno avuto bisogno di aiuto per bere il latte o mangiare a causa di situazioni di grave disagio familiare: è il dato che emerge dall’analisi di Coldiretti Toscana sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead, in riferimento all’allarme lanciato da Save The Children sul fatto che in Italia ci sono quasi 1,4 milioni di minori in povertà assoluta.

Secondo una stima di Coldiretti Toscana, l’aumento degli under 15 senza cibo sarebbe cresciuto del 18% rispetto al 2019. Un fenomeno crescente che spinge anche l’abbandono scolastico, che riguarda in Toscana uno studente su dieci.

«Di questo passo la tenuta sociale è in pericolo – commenta Filippi – Filiera corta ed acquisti direttamente in azienda, dal produttore al consumatore come amiamo ripetere, sono lo scudo più efficace contro i rincari che sono spesso ingiustificati. I vantaggi sono per i consumatori che acquistano a prezzi giusti prodotti di qualità, freschi, stagionali che non devono percorrere centinaia, se non migliaia di chilometri per arrivare sulle nostre tavole, e nemmeno restare rinchiusi in celle frigo e container per giorni. Non vengono gravati degli spaventosi costi di trasporto che poi ricadono sul prezzo finale e poi sono amici dell’ambiente. Il vantaggio per le imprese agricole è quello invece di poter vendere a prezzi che consentono margini di guadagno senza gravare sul consumatore. È una ricetta che in Toscana è a portata di tutti con oltre 50 mercati contadini settimanali e 500 aziende agricole che hanno il punto vendita”.

Tra le nuove strategie c’è poi il pick your own, la raccolta self-service – che però non tutti hanno la tempra per poter svolgere –, con sempre più aziende che consentono ai consumatori di raccogliere direttamente in campo, a prezzi super calmierati, ortaggi e frutta.