Giani incontra Ge-Group: «Passo concreto e serio verso la reindustrializzazione»

La ex Bekaert di Figline Valdarno diventerà il parco fotovoltaico più grande d’Italia

Fiom Cgil: progetto ambizioso, virtuoso e soprattutto in linea con la nostra visione di transizione energetica

[20 Luglio 2023]

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e i firmatari del Protocollo per lo sviluppo e l’occupazione del Valdarno hanno incontrato Federico Parma, rappresentante della Ge-Group, azienda del campo delle energie rinnovabili, che assieme ad altre imprese e soci privati ha avanzato un progetto per la riconversione del sito ex Bekaert di Figline e Incisa Valdarno.  L’ex Bekaert di Figline e Incisa Valdarno è uno storico insediamento industriale specializzato fino al 2018 nella produzione dello steel-cord, cordicella metallica utilizzata per la fabbricazione degli pneumatici. Fino alla comunicazione da parte della multinazionale belga Bekaert della dismissione dello stabilimento toscano, impiegava 318 lavoratori. Nell’estate del 2022, Ge-Group ha sottoscritto un contratto preliminare d’acquisto per rilevare il sito e l’immobile ex-Bekaert.

Parma ha illustrato la prime linee di indirizzo del progetto di rilancio industriale per la realizzazione di un innovativo polo energetico circolare agroalimentare, totalmente autosufficiente. In una nota la Fiom Cgil spiega che «Nello stabilimento si insedieranno più società compartecipate e utilizzeranno anche un’area ex mineraria limitrofa che diventerà il parco fotovoltaico più grande d’Italia».

Secondo Giani, «Abbiamo compiuto un nuovo passo concreto e serio verso la reindustrializzazione. La Regione continuerà a seguire con attenzione gli sviluppi del progetto e resta determinata a trasformare una profonda ferita per il territorio in una solida prospettiva di innovazione e capace di raccogliere la sfida della transizione energetica».

Secondo il consigliere e del presidente per le crisi aziendali Valerio Fabiani, «Siamo di fronte – ha osservato Fabiani – a un progetto che fa della versatilità la chiave per garantire occupazione e sostenibilità produttiva ed economica. La Regione sin dai momenti più critici è stata sempre presente sulla vertenza e continuerà a farlo. Oggi abbiamo attraversato un importante bivio verso la reindustrializzazione».

Massimiliano Rossi, responsabile di zona   Fiom Cgil ha commentato: «Si tratta di un progetto ambizioso, virtuoso e soprattutto in linea con la nostra visione di transizione energetica. Al tavolo abbiamo avanzato una serie di richieste accolte con favore dalle istituzioni. Bekaert occupava 318 lavoratori e vorremmo che, a pieno regime, la futura attività sia in grado di rendere giustizia al Valdarno tornando a dare un impiego di qualità ad un numero almeno pari di persone. La ricerca del personale non specializzato dovrà partire dai 24 lavoratori che operavano nel sito e che ancora oggi sono inoccupati e coinvolgere con un’offerta anche gli altri ex dipendenti come tutti i lavoratori del territorio che vivono situazioni vertenziali, quali ad esempio gli addetti della Fimer di Terranuova Bracciolini. Ricordiamo che questo progetto ha preso corpo all’interno del “Protocollo per l’occupazione del Valdarno” nato dalla vertenza Bekaert e firmato dalle organizzazioni sindacali con la Regione Toscana, i 14 comuni del comprensorio e le associazioni datoriali. Un piano innovativo che è già diventato un modello impiegato anche a seguito di altre vertenze occupazionali, a dimostrazione di quanto sia importante il coinvolgimento delle parti sociali in progetti di così vasta portata. Per questa ragione abbiamo infine chiesto la calendarizzazione di incontri per monitorare gli avanzamenti a partire da settembre prossimo. L’insediamento delle nuove realtà nella superficie ex Bekaert testimonia che la possibilità di reindustrializzare c’era e che l’intuizione della Cooperativa dei lavoratori di frazionare la superficie per coinvolgere più attività era giusta. Se oltre alla Fiom anche altri vi avessero dato fiducia forse oggi la discussione sarebbe partita con una realtà già operativa».

Per Giulia Mugnai, sindaca di Figline e Incisa Valdarno, si è trattato di «Un incontro davvero significativo sulla reindustrializzazione Bekaert e si è inserito un altro tassello al lavoro in corso sul bacino occupazionale del Valdarno. Come ripetuto in più occasioni, infatti, per il Comune le priorità per il territorio sono sempre state due: la ricollocazione degli ex lavoratori Bekaert, ad oggi in larga parte avvenuta grazie alle battaglie sindacali e all’impegno dei centri per l’impiego, e la reindustrializzazione dello stabilimento, attualmente abbandonato, riportando effettivamente i 318 posti di lavoro persi sul territorio. Il progetto presentato da Ge Group, che ringrazio per l’interesse che sta dimostrando verso il nostro territorio, è un complesso sistema di economia circolare, con una spinta innovativa che guarda davvero al futuro del Valdarno. Un progetto che auspichiamo possa essere messo a terra al più presto e per il quale, come Comune, abbiamo dato massima disponibilità per renderci facilitatori dei processi, soprattutto dal punto di vista delle nostre competenze in ambito urbanistico, edilizio e ambientale, in modo da velocizzare più possibile la concreta ripartenza di attività industriali nell’area ex Bekaert, arrivando alla risoluzione di una criticità che grava sul nostro territorio e che non è più rimandabile oltre. Il raggiungimento di questo obiettivo è parte fondamentale del tavolo sul bacino occupazionale del Valdarno, ma non è il solo dal momento che ci stiamo occupando sia del tema della formazione che della professionalizzazione dei potenziali lavoratori presenti sul nostro territorio, anche alla luce dello studio Irpet presentato nelle scorse settimane, dal quale sono emerse le necessità e i punti di forza del Valdarno. Su tutti questi punti stiamo lavorando insieme, tra Istituzioni, soggetti economici, associazioni datoriali e parti sociali per un rilancio vero del tessuto economico della vallata».